Gesellschaft | L'appello

“È ora di dire basta”

I consiglieri provinciali Verdi lanciano un appello per contrastare gli attacchi sul web. “La parola d’ordine deve essere: Rispetto”. Oltre 230 le firme raccolte finora.
Hate speech
Foto: Nomad Soul

Li chiamano eufemisticamente “leoni da tastiera”, sono gli internet haters che versano bile nel fienile del web, alimentando le pulsioni peggiori. Ne sa qualcosa la verde Brigitte Foppa coperta da un diluvio di insulti, soprattutto su Facebook, in seguito alla sua presa di posizione sul crocifisso nelle aule scolastiche. E sono proprio i consiglieri provinciali dei Verdi Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss a passare ora all’“azione”: “Per dare un segnale forte contro questa ondata di insulti - dichiarano - pensiamo sia giusto lanciare un appello all'opinione pubblica con cui invitiamo tutte le persone di buona volontà a schierarsi per il rispetto e la dignità delle persone e a ribellarsi contro questo tipo di aggressioni”. Il motto: “È ora di dire basta. Basta al fango, basta alla violenza, basta all’umiliazione. Basta!”.

“Il coraggio civile - si legge nel testo - deve diventare movimento collettivo e la parola d’ordine deve essere: RISPETTO, rispetto per le persone, cultura del dialogo, ascolto, curiosità per le ragioni altrui, cooperazione anche nella diversità delle opinioni, libertà di pensiero”. E ancora: “L’Europa ci ha messo secoli per affermare questi principi. Non possiamo permettere a un pugno di bulli di distruggerli”. A sottoscrivere l’appello fino a questo momento sono state oltre 230 persone, fra accademici, giornalisti, diversi consiglieri comunali del territorio, consiglieri e funzionari provinciali, artisti e scrittori, ma la lista dei firmatari - fra cui compaiono nomi come quelli di Jacopo Fo, Sabine Gruber, Francesco Palermo, Oktavia Brugger - cresce di minuto in minuto.

 

Bild
Profil für Benutzer Massimo Mollica
Massimo Mollica Do., 23.02.2017 - 19:09

Piena e totale solidarietà alla signora Foppa per gli attacchi da lei subiti. Però, con tutto il rispetto, non capisco onestamente il senso di questa raccolta di firme. Se servisse a qualcosa allora ne promuoverei subito delle altre. Basta con la fame del mondo. Basta con i fascismi. Basta con chi dice soltanto basta.
Io credo che vada fatta un po' di chiarezza. L'insulto va condannato sempre e comunque, sia che venga fatto nel mondo reale che in quello digitale (che poi non è altro che una trasposizione di quello reale). Quindi se una persona m'insulta sul web si fa un bel screenshot e poi lo si denuncia alla polizia postale. E' un gesto importante, socialmente utile, in primis a chi ha offeso, perché si prova a fargli capire quello che i suoi genitori non gli hanno insegnato, ovvero il rispetto. E chi sbaglia deve pagare, perché così è la vita. Poi, certo c'è anche un aspetto sociologico, perché chi insulta è evidente che ha dei problemi personali. Probabilmente vive una vita di merda e si sfoga insultando gli altri. Sarebbe bello farglielo capire con le buone. In questo sono ottimista e penso che con il ragionamento tutti, ma proprio tutti, capiscono di essere dei meschini e si calmano.
Però c'è un aspetto che secondo me è importante e vorrei che fosse chiaro. Io sono l'ultimo degli ultimi ma il mio campo lavorativo e di passione è quello informatico. "Luoghi" come FACEBOOK o TWITTER non sono altro che la trasposizione digitali di luoghi pubblici come BAR o gabinetti più o meno aperti. Zone frequentate da chiunque, in particolare gente di passaggio dove si parla del più e del meno, si vuole per lo più svagare e magari sfogarsi. Quindi una persona consapevole e ragionevole non dovrebbe intavolare "una lezione di fisica" in questi luoghi, tanto meno fare politica. Poi la può comunque fare, è un suo diritto, ma di sicuro sappia che ci sarà sempre qualcuno che sarà pronto a ruttare. La signora Foppa non avrà usato Facebook per esprimere la sua sacrosanta opinione, però il concetto è che Facaebook non è internet. Facebook è quello a cui noi diamo importanza. E io ribadisco che tecnicamente Facebook è un misto tra bar e gabinetto pubblico. Niente di più! Oltre a segnalare alle autorità chi offende dobbiamo " depotenziare" questo social e promuovere i giusti canali telematici per poter argomentare liberamente e nel pieno rispetto altrui. E proprio SALTO è un ottimo esempio! Facebook utilizziamo per condividere foto, gattini e altre cose frivole. Anche per condividere temi importanti ma che rimandano ad altri link, altri portali, altre forme di confronto. Il male dei giorni nostri è che non ci si confronta più, non ci ascolta più, tutto è fast, proprio come il BAR FACEBOOK.

Do., 23.02.2017 - 19:09 Permalink