Politik | Potere e narrazione

Il patto violato

L'utilizzo in ambito istituzionale/formale del parlato in dialetto sudtirolese come liberazione unilaterale dagli obblighi assunti con lo Statuto di autonomia
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Foto: Luca Marcon (foto elaborata da internet)

Premessa
Su salto.bz sono stati pubblicati diversi articoli sul problema rappresentato dall'uso del dialetto da parte del gruppo etnolinguistico sudtirolese nei confronti degli altoatesini.
A fondo pagina è disponibile un elenco di questi articoli.
La lettera che segue questa premessa sviscera un aspetto del problema che non è mai stato discusso su queste pagine. E' stata pubblicata sul quotidiano Alto Adige domenica 25 giugno 2023.

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A mente delle numerose lettere pubblicate sul tema, torno sulla questione dell’uso del dialetto da parte della comunità sudtirolese.
In premessa bisogna partire dalle definizioni di due rispettivi ambiti, che differenzieremo in sociale/informale e istituzionale/formale.
L’ambito sociale attiene all'uso del dialetto come lingua, per l'appunto, di comunità: ovvero Gemeinschaft, che qui da noi acquisisce l'ulteriore variante “völkisch”.

Gemeinschaft, che qui da noi acquisisce l'ulteriore variante “völkisch”

Vale a dire, una sorta di rafforzativo, tipica di certe, ma non necessariamente tutte, comunità tedescofone. Senza dover spiegare per l'ennesima volta il peso della particolarità della situazione locale dal punto di vista storico, in questo tipo di comunità la specificità della lingua parlata tra i suoi membri acquisisce un valore fondativo/identitario molto forte.

in questo tipo di comunità la specificità della lingua parlata tra i suoi membri acquisisce un valore fondativo/identitario molto forte.

L’ambito istituzionale riguarda invece l'uso dello Standarddeutsch come lingua di società: ovvero, Gesellschaft. Nella lingua di società, per esempio, vengono redatti gli atti amministrativi. E la lingua di società, lo Standarddeutsch per l'appunto, è la lingua la cui salvaguardia è prevista dallo Statuto di autonomia.
Ora: qui nessuno nega - o potrebbe negare - alla Gemeinschaft sudtirolese l'utilizzo del proprio dialetto. Premesso che nel privato, ovvero a casa mia e tra quella che io considero la mia gente io parlo come mi pare, nella nostra provincia l'esigenza di utilizzare il dialetto da parte di detta Gemeinschaft è come detto molto forte proprio in virtù del valore fondativo/identitario citato: volendo parafrasare Cartesio, «dialecto ergo sum».

volendo parafrasare Cartesio, «dialecto ergo sum»

In linguaggio tecnico, la compresenza all'interno di una singola comunità di parlanti di due lingue differenziate funzionalmente, ad esempio dove una delle quali sia utilizzata prevalentemente in ambito sociale/informale e l'altra solo in ambito istituzionale/formale, è detta diglossia.
Il problema nasce quando si fa sì che la lingua parlata in ambito sociale/informale divenga prevalente anche nell’ambito istituzionale/formale.

Il problema nasce quando si fa sì che la lingua parlata in ambito sociale/informale divenga prevalente anche nell’ambito istituzionale/formale.

La comunità italiana già deve affrontare le sue difficoltà, e la tanto continua quanto disattesa richiesta di una scuola bilingue lo dimostra, per imparare lo Standarddeutsch. Ma come potrebbe fare fronte all’ulteriore scoglio costituito dal dover apprendere una cosiddetta lingua di comunità come quella rappresentata dal dialetto sudtirolese?
Il brocardo pacta sunt servanda (in italiano: i patti devono essere osservati) esprime un principio fondamentale del diritto internazionale.

Il brocardo pacta sunt servanda (in italiano: i patti devono essere osservati) esprime un principio fondamentale del diritto internazionale.

E il patto posto alla base dell’autonomia stabilisce che le lingue ufficiali dell’Alto Adige/Südtirol sono italiano, tedesco e ladino. Eleggere il dialetto sudtirolese a lingua parlata anche nell’ambito istituzionale/formale rappresenta quella che potremmo definire una liberazione unilaterale dagli obblighi assunti per contratto. Contratto che da noi si chiama Statuto di autonomia e che, lo ricordo a chi nel frattempo si fosse distratto, viene vantato come lo strumento che ha portato alla convivenza pacifica di questa terra.

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Nota
Elenco degli articoli sul tema: Il bilinguismo impossibile, Bitte Standarddeutsch, siamo in Europa e Il diritto di essere bilingue, di Liliana Turri; Il Mythos della scuola bilingue, La retorica del bilinguismo e Il patto violato di Luca Marcon.

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