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“Hotel Città, la gara non è finita”

Francesco D’Onofrio: esercitiamo il diritto di prelazione. Il tempo scade alle 12 di oggi, venerdì 25 settembre, sul tavolo c’è l’offerta di Podini.
hotel Città, Stadthotel, Bolzano
Foto: Salto.bz

I gestori uscenti dell’Hotel Città, storico albergo in piazza Walther al momento chiuso in attesa di una riassegnazione con annesso restyling, non abbandonano a cuor leggero la partita. I giornali di oggi, Alto Adige e Corriere dell’Alto Adige, danno conto sia dell’offerta presentata alla scadenza del bando comunale (24 settembre) dalla società Ph Hotel del gruppo Podini, sia delle mosse in preparazione dalla famiglia che ha condotto l’albergo bolzanino per gli ultimi 20 anni. C’è tempo fino alle 12 di oggi, venerdì 25 settembre, per esercitare il diritto di prelazione, e da quanto risulta gli imprenditori - che nel frattempo hanno scommesso anche sul b&b “La Briosa”, in via dei Cappuccini (aprirà nel 2021) - si muovono in questa direzione. “Siamo molto orientati a esercitare tale diritto” afferma a salto.bz Francesco D’Onofrio.   

Siamo molto orientati a esercitare il diritto di prelazione. Il futuro gestore sarà Podini? Potrebbe essere, ma noi siamo ancora in gara (Francesco D’Onofrio)

A vincere sarà l’offerta ritenuta migliore dal punto di vista economico e qualitativo. Quella della Ph dei Podini, riportano Alto Adige e Corriere dell’Alto Adige, è pari a 610.000 euro l’anno per la gestione (lungo 20 anni) di hotel, centro benessere, ristorante e bar. Supera di quasi centomila euro i 515.000 euro posti come soglia dal Comune. Per riaprire la partita i concorrenti dovrebbero offrire di più.

 


D’Onofrio nelle ore precedenti alla scadenza del termine sottolinea come non si stata detta nessuna parola definitiva. “Abbiamo il tempo per poter comunicare il nostro diritto di prelazione. Ancora non c’è nulla di stabilito. Il futuro gestore sarà Podini? Potrebbe essere, ma noi siamo ancora in gara”. Svela qualcosa sul possibile rilancio: “L’offerta economica è alla nostra portata, noi pagavamo di più al Comune”. Qualcosa di certo si saprà dagli sviluppi della procedura d’incanto.