Politik | COMUNE DI BOLZANO

"Tram e traffico, basta chiacchiere"

Mauro Randi, capogruppo dei "bizziani", avverte sindaco e Provincia. "Impegni nero su bianco. Noi con Caramaschi. Se possiamo sfiduciarlo? Un tema che non mi sono posto".
Randi, Mauro
Foto: unibz

“Non si può più andare avanti a chiacchiere. I progetti, penso soprattutto al tram e alla viabilità di Bolzano sud, vanno calendarizzati e messi nero su bianco”. Mauro Randi, capogruppo di Bolzano democratica, la nuova compagine consiliare che ha raccolto i fuoriusciti “bizziani” del Pd, lancia un messaggio diretto sia al sindaco Renzo Caramaschi che al governatore Arno Kompatscher. E di rimando dei “dem” e all’Svp. “Siamo leali, diamo pieno sostegno al primo cittadino che sta facendo bene” nota il capogruppo, anche in vista della riunione di maggioranza prevista giovedì nella quale gli alleati cercheranno di capire come cambia lo scenario per l’alleanza che governa la città. Randi e colleghi (il consigliere Claudio Volanti e l’assessora Monica Franch) offrono rassicurazioni, ma negli altri partiti c’è chi si aspetta che prima o poi, su qualche tema specifico, la diversità finisca per farsi sentire.

salto.bz: La scissione nel Pd altoatesino e la nascita di Bolzano democratica che conseguenze hanno per il Comune di Bolzano e la giunta Caramaschi?

Mauro Randi: Abbiamo detto a suo tempo, alla costituzione del gruppo, che il nostro percorso è di sostegno pieno a Caramaschi, la persona che raccoglie il consenso nel centrosinistra e che ha le caratteristiche per farlo. Lo abbiamo sostenuto all’epoca e lo ribadiamo ora che siamo fuori dal Pd. Il sindaco è coerente con il programma e lavora intensamente. Non abbiamo motivo di cambiare posizione.

L’Svp ha chiesto lumi al Pd sulla situazione.

Nulla in contrario. La Volkspartei è libera di farlo. Vedremo con che energia lo farà nella riunione di maggioranza. Se il programma del sindaco è lo stesso, e mi pare sia così, non vedo che problema ci sia per noi all’interno della coalizione. D’altra parte si tratta di un percorso legittimo per la maggioranza, quello del chiarimento, visto che i rapporti non sono solo personali ma anche politici.

Avete i numeri per mandare sotto il sindaco in consiglio?

Onestamente è un problema che non mi sono posto. Il consiglio è fatto di 45 membri contando sindaco e assessori, quindi la maggioranza è 23. La coalizione di governo nominalmente è a 26 e noi siamo in 3. Ma è un calcolo che non ho mai fatto, non c’è motivo.

Cercherete di marcare una discontinuità sui temi amministrativi, chiedendo qualcosa di diverso o di specifico?

I distinguo nella maggioranza ci sono già adesso. La coalizione è coesa, ma le discussioni sono presenti. Non parlo di noi ma in generale. In vista delle prossime tornate elettorali, soprattutto per le provinciali dell’autunno, non mancheranno gli attacchi politici dalle opposizioni che richiederanno una risposta coesa.

Sui punti del programma però cosa chiedete?

Soprattutto accordi formali scritti con la Provincia. Il tram e la viabilità, che a Bolzano è soprattutto la zona sud della città, bisogna mettere nero su bianco gli impegni con la giunta provinciale. Altrimenti si rischia di avere solo promesse. Non si può più insomma andare avanti a chiacchiere, occorre calendarizzare le cose.

E quali altri interventi vi premono come Bolzano democratica?

Vista la mia vocazione direi il sociale. Il capoluogo deve coniugare un discorso sui temi sociali più consono. Sui profughi ad esempio c’è la necessità di monitorare il fenomeno. Inoltre, anche gli altri Comuni si devono fare carico dell’accoglienza. Già qualcosa da quanto ha detto in aula Caramaschi si sta muovendo. In generale poi i servizi sociali devono essere messi nelle condizioni di muoversi in modo più puntuale. La città capoluogo ha una sua complessità che deriva anche dal fatto che è l’approdo di certe problematiche che si spostano dalle piccole comunità, dove c’è maggiore controllo sociale.

Anche la zonizzazione è un punto importante per voi, giusto?

Sì. La questione della zona produttiva, ex industriale, in relazione alla zonizzazione acustica potrà essere motivo di confronto. Siamo favorevoli ai limiti, ma bisogna tenere conto delle caratteristiche dell’area in questione. Ci sono industrie, stabilimenti che sono fonte di rumore ma allo stesso tempo anche di lavoro. Penso ad esempio alle Acciaierie, alla domanda di acciai speciali e al loro ciclo produttivo. Tutela dell’ambiente e dell'occupazione devono andare di pari passo.