Politik | Countdown

“Che tristezza questa classe politica”

Gianluca Da Col, presidente dell’associazione Diverkstatt, sui motivi del suo No al referendum costituzionale.
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Foto: Facebook/Da Col

“Voterò No, ma non lo farò a cuor leggero. La mia è una scelta del tutto individuale perché se dovessi decidere in base al progetto per il Paese dell’uno o dell’altro schieramento onestamente non saprei cosa votare. Posso affermare che il mio voto sarà contro la riforma a prescindere dai comitati del No e mi spiego: trovo che abbia ragione Renzi quando parla di ‘accozzaglia’, perché a questi comitati manca una vera idea dell’Italia, senza contare che riuniscono al loro interno esponenti dell’estrema sinistra e della Lega Nord. La loro retorica del ‘votate No che dopo ci mettiamo d’accordo fra noi e presentiamo una riforma costituzionale migliore,’ non mi incanta affatto. Dico che questa riforma non mi piace perché personalmente non sono contrario al bicameralismo paritario, che a mio parere è una garanzia che ci dà la Costituzione e che ci dobbiamo tenere stretta specie in tempi come questi visto ciò che sta succedendo a livello internazionale. Penso da una parte al governo Trump negli Stati Uniti e dall’altra alla possibile vittoria di Hofer in Austria, chissà dunque cosa accadrà in Italia e in questo senso il bicameralismo mi rassicura.

"Voto No perché da cittadino dico che a me la Costituzione piace così com’è."

Non mi piace la prospettiva per cui il Senato debba essere snello e rapido al pari delle decisioni del mercato, non credo insomma che la democrazia debba adeguarsi alle velocità del turbocapitalismo. Del resto leggi che sono servite al governo come quella del Jobs act o il famoso Lodo Alfano dell’era Berlusconi sono state approvate in tempi brevi e hanno avuto i loro effetti. Non sono d’accordo nemmeno con l’idea che il Senato non venga del tutto abolito e che sindaci e consiglieri regionali debbano sostenere un doppio incarico, potendo contare sull’immunità parlamentare. Voto No perché da cittadino dico che a me la Costituzione piace così com’è. Non condivido la visione del Paese che ha Renzi ma non vedo nessuna prospettiva politica alternativa. E poi tutto il dibattito che c’è intorno alla riforma costituzionale mi rattrista molto perché mi dà la misura dello stato comatoso in cui versa la nostra classe politica, sia da una parte che dall’altra della barricata”.

 

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Massimo Mollica Di., 29.11.2016 - 11:31

Rispetto l'opinione altrui però constato che se tutto fa schifo, come enunciato da questa persona, non si capisce allora il motivo per non cambiare. L'alternativa al cambiamento è il non cambiamento. Faccio altresì notare che è contro il "turbocapitalismo" ma che noi siamo l'anomalia, con il bicameralismo, perché non esiste praticamente in alcun paese europeo. Quindi noi staimo benissimo e gli altri invece soccombono? Mah...

Di., 29.11.2016 - 11:31 Permalink
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Mensch Ärgerdi… Di., 29.11.2016 - 12:00

Antwort auf von Massimo Mollica

Mi sembra più che evidente che il cambiamento è in peggio e dunque da non porre in essere. Il fatto che molti si ostinano a far finta di non capire, o peggio proprio non capiscono, è che possiamo avere anche 100 riforme ma se la marmaglia (cioè lo schifo di cui si parla) che siede in Parlamento è sempre la stessa, non cambierà assolutamente nulla. Anzi la marmaglia vorrebbe continuare per la sua strada senza avere nessuno che le stia fra i piedi ed è questo il motivo per cui ha fatto questo schifo di riforma.

Di., 29.11.2016 - 12:00 Permalink