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Urzì: "Bus a idrogeno impazzito"

Alessandro Urzì chiede chiarimenti riguardo agli autobus a idrogeno "spesso fermi e non utilizzabili" acquistati dalla provincia, per 9 milioni di euro, lo scorso novembre. Dopo gli ultimi incidenti in cui erano coinvolti questi mezzi, il consigliere vorrebbe rivedere tutta la questione del progetto idrogeno, ad altissimo costo e, a suo dire, senza efficienza.
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Sono costati in tutto nove milioni di euro e avranno una vita di soli 5 anni, dopodiché si dovranno cambiare le costose celle o i mezzi si dovranno riconvertire a metano. Sono i cinque autobus a idrogeno acquistati dalla provincia l'anno scorso e entrati in servizio a novembre. A zero emissioni, confermano il primato della regione in questo campo, ma non tutti hanno dimostrato efficienza e negli ultimi tempi sono stati coinvolti spesso in incidenti stradali. (salto.bz aveva intervistato a suo tempo Joachim Dejaco, direttore di STA, secondo il quale l'innovazione giustificava l'acquisto)

Bus ad idrogeno impazzito”, così il Consigliere provinciale Alessandro Urzì (Alto Adige nel Cuore) ha definito uno dei mezzi a emissione zero che, qualche giorno fa, ha rischiato di investire persone e veicoli nel centro di Bolzano. Già a febbraio egli presentò un'interrogazione all'assessorato competente, chiedendo come vengono utilizzati questi mezzi, quanti guasti/arresti abbiano avuto e per quanto tempo siano stati fuori circolazione.

“Nei mesi precedenti - spiega il Consigliere – mi erano stati segnalati numerosi guasti. A quanto pare gli autobus sono spesso fermi o non attivi, purtroppo fino ad ora non ho avuto risposta dalle autorità competenti. Dopo gli ultimi incidenti, la mia richiesta si rivela, con il senno di poi, ancora più importante per fare chiarezza”.

Urzì racconta che negli ultimi anni sono stati spesi 30 milioni per l'acquisto dei mezzi, investimenti, oneri connessi alla costruzione della stazione di rifornimento a Bolzano Sud e costi di mantenimento. “Tutti questi soldi – continua - per un progetto sperimentale che potrebbe essere dismesso molto presto anche perché non esiste una rete di distribuzione e perché la tecnologia all'idrogeno è già stata abbandonata dalle più grandi case automobilistiche in quanto molto costosa”.

Secondo Urzì “è stata semplicemente una mossa politica per mostrare che la provincia è prima a livello nazionale anche in questo campo. Inutile dire quanti bus tradizionali a emissioni quasi zero, di ultima generazione, sarebbe stato possibile acquistare con i milioni spesi per i mezzi a idrogeno. Sarebbe stata data risposta a tutta la domanda e si sarebbe comperato carburante per cinque anni”.