Ambiente | Trasporto pubblico locale, continuano le scelte irrazionali e testarde

Sasa: la foglia di fico del bus elettrico e la "sola "dell'acquisto di 50 bus a gasolio

Non finisce di stupire la non-strategia della Sasa e il bus elettrico è la perfetta arma di “distrazione di massa”. Non è una novità, si vedano i bus a idrogeno.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Non finisce di stupire la non-strategia della Sasa e la presentazione di un bus elettrico è la perfetta arma di “distrazione di massa”. D’altronde lo abbiamo già visto con i cinque bus a idrogeno qualche anno fa che hanno “coperto” per bene l’acquisto di 42 bus a gasolio di Sasa (complessivamente 150 in tutta la Provincia).

Le sorprese nel mondo “elettro-idrogenocentrico” altoatesino sono sempre e costantemente all’ordine del giorno, anche in piena estate. La presentazione di 1 (un) bus elettrico per una “sperimentazione” mi fa storcere, e molto, il naso. Esperimento con un veicolo… bacchettato dalla Corte dei Conti a Vienna. Ma su questo più avanti.

Si dirà che sono il consueto polemico, in realtà tale acquisto appare la perfetta ed enorme “foglia di fico” su quello che i vertici di Sasa NON hanno detto durante la conferenza stampa (di cui ovviamente non sapevo nulla, ma tant’é).

Pagani, un presidente con dichiarazioni à la carte

La dichiarazione del presidente Stefano Pagani al telegiornale di TCA è un monumento alla non-informazione. Infatti, afferma che…

… L’impegno di Sasa sulle emissioni zero è un impegno forte e sicuramente ci vede non i primi perché in Europa si sta sviluppando tutta una serie di iniziative dove grandi città hanno impegni che non acquisteranno più autobus per il trasporto pubblico -- eeh-- ad emissioni non zero..

Ecco, la sfumatura e la piccola incertezza sulla tipologia di bus che si acquistano è un eccezionale documento a dimostrazione del pateracchio che sta facendo Sasa con la Provincia (che Pagani ha confermato essere il principale attore delle politiche del tpl, e a cui Sasa deve, nei fatti, piegarsi a 90°).

Quanto affermato, infatti, da Pagani nell’assai contorta frase è una “semi-balla” in quanto all’estero la situazione è in realtà più che variegata e le soluzioni che si stanno seguendo sono diverse fra bus elettrici, ibridi, elettrici a con ricarica presso le fermate (come quello che sperimenterà Sasa) e… bus a metano/biometano, che evidentemente fanno venire le coliche e l’orticaria a Sasa e a chi si occupa di tpl in Provincia. Forse ormai solo per non dare ragione a chi scrive queste righe da ormai un lustro?

Al fulgido presidente di Sasa stava per sfuggire, infatti, che “all’estero non acquisteranno più bus a gasolio”, altro che storie, ma si è corretto… in corsa. D’altronde come avrebbe poi potuto giustificare il prossimo (pare purtroppo già deciso) acquisto di una cinquantina di bus (mai confermato ufficialmente, sia mai che qualcuno contesti…), dopo l’altro assurdo acquisto all’ingrosso di 42 mezzi parimenti a gasolio avvenuto nel biennio 2011/12.

I costi di acquisto del bus elettrico: cifre ottimistiche o cos’altro?

Fra l’altro, la direttrice Petra Piffer nell’intervista al TGR, afferma che un bus di 12 metri costa circa 450mila Euro. Come mai nella risposta data dalla Provincia a fine giugno si parla di 550mila Euro (quando poi siamo sui 600mila Euro)? Quindi costi tripli e non doppi! Ma evidentemente per fare pseudo-sperimentazioni, arrivando peraltro in netto ritardo, i soldi non mancano, ma guai a dire che si rifileranno di soppiatto ai/lle cittadini/e di Bolzano altri cinquanta mezzi a puzzolio.

L’autonomia: i soliti (gravi) problemi dei mezzi elettrici

Tralasciando il problema della scarsa autonomia, tuttora tallone d’Achille dei mezzi elettrici. Un’autonomia di 55/60 km è ridicola, ancor di più sentendo al tg di Video33 l’ing. Marlene Rinner (toh, chi si rivede…) che afferma che tale autonomia dipende dalle condizioni meteo se si accende l’impianto di condizionamento (in estate) e di riscaldamento (in inverno), cioè in estate si suderà e in inverno si batteranno i denti. Queste magagne dell’elettrico le sa qualunque addetto ed esperto del settore, ma non la Sasa e né la Provincia e né la STA? Stupefacente!

Se questa è la classe dirigente del tpl cittadino (e relativi input dei soloni provinciali) siamo messi davvero bene. L’urlo di Munch ci sta proprio bene.

All’estero si fa diversamente ma... anche a metano/biometano!

Chiedere per cortesia ad Augsburg, Lille (dove gli autobus sono tutti a metano/biometano!) ed altre città europee (es. Madrid, Parigi, ecc. ecc. ecc. ) dove gli autobus CNG stanno prendendo piede.

Peccato che queste cose sia il fulgido presidente Pagani che l’attenta direttrice non lo abbiano detto alla conferenza stampa di stamattina. Curioso poi che adesso si parli pure della nuova linea con bus elettrici fra il nuovo polo tecnologico NOI e il centro (costo per cinque bus “solo” 3,03 milioni di Euro, noccioline evidentemente) forse perché ho sgamato questa iniziativa dalla risposta della Provincia di fine giugno?

Bus elettrico viennese, carissimo e non certo un bell’esempio secondo la Corte dei Conti

“Bussetto” elettrico preso a prestito dalla Wiener Linien, che pure sta abbandonando i bus a metano pro gasolio e pro elettrico (evidentemente ci sono dei geni anche a Vienna…), cosa che, per questi ultimi ha preso uno schiaffone di non poco conto da parte della locale Corte dei Conti (un approfondito articolo sull’argomento su DiePresse.com e l’Orf Wien). Se va bene così… e nessuno lo sapeva qui nella capitale dell’ombelico del mondo?

Invito al presidente Pagani: RISPONDA, s'il vous plaît!

Invito nuovamente e caldamente il presidente Pagani invece a rispondere seriamente alle domande che ho formulato qualche giorno fa. Il suo silenzio (molto imbarazzato?) è assai significativo.

A questo punto: chi sta raccontando delle belle favole? E dov’è la trasparenza nelle decisioni? A quando dibatterne pubblicamente?