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Pons Drusi

Gli scavi del Grieserhof svelano il mistero sulla collocazione dell'antenata romana di Bolzano.

Pons Drusi. Due parole a malapena decifrabili su un'antichissima mappa. La Tabula  Peuntingeriana, una sorta di atlante stradale che ci racconta lo sviluppo dell'efficientissima rete viabile costruita durante l'impero romano, ci fornisce anche l'unico ma importantissimo indizio sull'esistenza di un centro abitato nella conca bolzanina.

Pons Drusi: un nome e un mistero al tempo stesso. Sul fatto che, già all'indomani della conquista della catena alpina operata, nel 15 a.C., su ordine dell'imperatore Ottaviano Augusto per garantire retrovie sicure e veloci vie di comunicazione tra Roma e il Limes nord-orientale, ci fosse dove oggi sorge la città di Bolzano un importante centro abitato nessuno degli studiosi in realtà ha mai avuto dubbi. Anche il nome citato nella Tavola appare adatto ad indicare un'installazione militare, poi divenuta col tempo centro commerciale, punto di incontro obbligato tra la via Claudia Augusta principale, quella che arrivando da sud piegava a est per giungere, superati il Resia e il Fernpass al confine sul Reno e il ramo di essa che invece mirava a nord , attraverso le valli d'Isarco e Pusteria, la regione del Norico e il confine del Danubio.

Pons Drusi dunque esisteva. Ma dove? Sulla precisa collocazione dell'abitato si è sviluppato, nei decenni, un dibattito molto articolato tra storici e archeologi. In tutta la conca bolzanina di ritrovamenti di epoca romana non sono proprio rari. Si tratta, d'altronde, di una parte non insignificante della storia della nostra terra: oltre quattro secoli, dalla conquista militare compiuta dalle legioni di Druso e Tiberio, sino alle invasioni delle tribù di origine germanica. Bisogna tener conto poi che, anche prima della conquista militare, i rapporti tra le popolazioni retiche che abitavano la zona e  i vicini ormai romanizzati da tempo della pianura padana erano tutt'altro che episodici. Le ricerche compiute nel corso degli ultimi decenni avevano quindi fornito molti indizi, ma nessuna prova sicura.

Ora, finalmente, alle pendici del Guncina, potrebbe essere stata trovata quella che, nel gergo poliziesco, viene indicata come la "pistola fumante". Sotto le fondamenta dell'albergo ottocentesco del "Grieserhof", costruito nell'epoca in cui il Comune autonomo di Gries era località di soggiorno di cura per i benestanti dell'impero austroungarico e divenuto poi per molti decenni clinica privata, sono stati trovati i resti di un insediamento romano che per vastità e caratteristiche dovrebbe essere proprio quello indicato sulla Tabula  Peuntingeriana: Pons Drusi. Si sbilanciano in questo senso gli archeologi, in genere assai prudenti sulle loro scoperte. Catrin Marzoli, direttrice dell'Ufficio provinciale beni archeologici della Provincia non usa mezzi termini: la scoperta è eccezionale e getta una luce nuova su tutto tra la storia antica della conca bolzanina. Dal terreno sono emersi resti di una serie di edifici databili dal primo al quarto secolo d.C. La storia che ci raccontano è quella di un insediamento importante già dall'inizio, con un tempio o comunque un edificio pubblico di pregevole fattura, in seguito affiancato da altre case di abitazione. Ci sono i segni di una distruzione, avvenuta probabilmente durante i periodi oscuri, nel terzo secolo d.C., ed ancora di un restauro e di una ricostruzione nei decenni successivi. Dal terreno sono emersi reperti importanti, oggetti d'arte, frammenti di mosaici, affreschi, monete di varie epoche.

Va detto che la scoperta, sia pur importantissima, non arriva come un fulmine a ciel sereno. Già durante la costruzione delle case di abitazione vicine al Grieserhof,  erano stati trovati importanti reperti di epoca romana. Quando è stata decisa la parziale demolizione della vecchia clinica per realizzare al suo posto un centro per anziani, gli studiosi avevano previsto che qualcosa forse sarebbe venuto alla luce, ma nessuno poteva immaginare che l'edificio nel quale hanno visto la luce migliaia di bolzanini (qui sono venute a partorire per decenni moltissime mamme della città e dei dintorni) nascondesse la risposta ad uno degli enigmi più importanti per la ricostruzione delle antiche vicende storiche della nostra terra.

Nulla andrà perso, hanno promesso i responsabili. La struttura del nuovo Grieserhof non consente purtroppo di lasciare allo scoperto la zona dei ritrovamenti, ma, con un compromesso intelligente, si è deciso di inglobarli nel nuovo edificio. Qui quando la costruzione sarà terminata, gli archeologi potranno tornare ad effettuare con calma i loro rilievi. Alla fine le parti più importanti saranno rese disponibili per la visita di tutti gli interessati. Un nuovo importante percorso museale per raccontare un altro pezzo della lunga avvincente storia della conca bolzanina.