Ambiente | Trasporto pubblico

PUMS, i metrobus fra teoria e realtà

Modifiche al PUMS con le nuove linee metrobus al posto del tram ma tutto è “metodologico”. Ticket d’ingresso sdoganato. I dubbi sulla trazione dei bus e poi Sasa…
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
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Foto: Michele De Luca

Lunedì 2 marzo 2020 sono state presentate le idee alternative al tram, dopo la sua bocciatura al referendum dello scorso novembre. Ben cinque le linee di metrobus proposte:

  • linea 1 “blu” Ponte Adige – viale Druso – Corso Italia – stazione FS
  • linea 2 Laives/(Bronzolo ?) – San Giacomo – zona industriale – Via Einstein – Via Buozzi – Via Roma – Corso Italia – Stazione FS – Funivia del Renon
  • linea 2B Stazione funivia San Genesio – Via Fago – Piazza Gries – Piazza Mazzini
  • linea 3 Casanova – Via Resia – via Milano – Via Roma – Viale Druso – Stazione FS
  • linea 4 suburbana Oltradige (attuale Metrobus o ulteriore linea?) con variante B in via Resia – zona industriale (questa dovrà essere oggetto di discussione con la Provincia trattandosi di linea extraurbana al di fuori delle linee cittadine coperte da Sasa)

Il tutto in prospettiva di presentare una richiesta di finanziamento al Ministero dei Trasporti che ha allargato la possibilità di finanziamento anche a sistemi di trasporto di massa (BRT) anche a bus con alimentazione a metano (biometano sì, l'altro no, per l'ing. Ciurnelli, ma son sempre gli stessi bus...), elettrica-idrogeno ed elettrica-batteria. Non è stato chiarito, ma presumo di sì, che ci sarà una rimodulazione delle attuali linee urbane del tpl bolzanino.

Frequenza: nelle ore di punta ogni 5, se non ogni 3 minuti (in particolare fra le ore 7,30 e le 8,30, fascia oraria che aveva evidenziato pure il Comitato Traffico, guarda caso...) ma non si è scesi nel dettaglio delle singole linee, anche per capire quanti bus sarà necessario acquistare e con quale trazione, fattore di certo non trascurabile, tutt'altro, leggasi più avanti. Curioso, quando il Comitato Traffico propose i bus al posto del tram, gli venne rinfacciato che si sarebbero formate code di bus… evidentemente adesso non se ne formeranno (… sorrido, anzi rido…).

Le linee proposte appaiono un progetto convincente per l’estensione rispetto alla limitatezza e ai costi spropositati del tram, ma, attenzione, tutto è legato a “calcoli metodologici e modellistici”, insomma tutto è sulla carta. Ovviamente si potrebbe dire che tutto è perfetto all'apparenza ma ci sono dei punti critici, che ho anche evidenziato nel mio intervento in sala.

I punti critici

I punti da chiarire sono sostanziali:

  • parrebbe che non si tenga conto di quanto influiscano le scuole, qualche pendolare mi ha riferito che quando non c’è scuola il traffico è ben più scorrevole. Tale tema è saltato fuori in non poche discussioni, come ad esempio nei gruppi di lavoro del piano strategico comunale, ma non se ne parla mai, perchè?
  • si è parlato di corsie preferenziali o “preferenziamento” su strada per le nuove linee del bus con impianti semaforici per dare la precedenza ai mezzi pubblici… bene, ma dove lo si può fare a Bolzano, ad eccezione di dove già ci sono le corsie preferenziali? Le strade cittadine, come ho affermato in sala, sono “maledettamente strette”.
  • Non ci sono misure specifiche per fermare, o almeno ridurre drasticamente il traffico, infatti, l’intenzione è di creare questa rete di metrobus affinché i pendolari/cittadini/utente “trovino vantaggioso” il loro utilizzo… e qui “casca un po’ l’asino”, perché ho detto chiaramente che l’homo automobilisticus preferirà sempre salire in auto.

Ticket d’ingresso in città: prende finalmente forma ciò che si poteva fare dall’agosto 2005

Si è poi accennato a tre scenari di applicazione di un ticket di ingresso dal costo variabile fra pendolari e turisti, legati all’ampiezza della città da comprendere per tale ticket. Staremo a vedere, comincia a prendere forma quanto era indicato nel “Progetto di gestione telematica del traffico per il miglioramento della qualità dell’aria – Studio di fattibilità” del Centro Studi Traffico di Milano in collaborazione con Colin Buchanan & Partners di Londra dell’agosto 2005… in poche parole, ci stiamo arrivando con “soli” quindici anni di ritardo. E ciò la dice davvero lunga… sempreché non arrivi qualche telefonata da piazza Magnago… e dipenderà anche se vi sarà continuazione politica di questa giunta o meno.

Scelta della trazione, troppa euforia elettrica? E le solite ciance sulla flotta ad emissioni zero… Sasa, il silenzio davanti ai fatti.

Durante la presentazione, infatti, si è parlato di “metrobus elettrici”, ecco qui è un punto, al di là dei costi (più che doppi rispetto agli autobus a trazione termica) e con il tema di come si ricaricheranno. Se non ci saranno degli “opportunity charger” dove potranno ricaricarsi, anche se la durata rischia di mandare in tilt l’alta frequenza prevista. Gli e-bus attuali (salvo qualche rara eccezione) non riescono a coprire un turno giornaliero (leggasi qui). Forse bisognerebbe distaccarsi un attimo dall’euforia elettrica che pervade tutto e tutti da un po’ di tempo. Questa analisi dovrebbe dar da riflettere... E poi magari dare una lettura, in particolare da parte dei vertici politici ed amministrativi di Sasa, a quanto sta succedendo a Parigi che negli anni passati era stata citata (spesso a sproposito) come per dire “facciamo come fanno loro”, concetto che si è rilevato una panzana colossale considerando il massiccio acquisto nostrano di bus ibridi a gasolio (altro che “elettrici”, fatto che è stato riconosciuto anche dall’ing. Ciurnelli… anche se nella mattinata dello stesso giorno l’assessore provinciale all’ambiente aveva dichiarato in conferenza stampa, prendendo un granchio notevole, che “i bus ibridi sono bus elettrici”...), che fra l’altro sono costati alle casse pubbliche da circa 1,8 a 3 milioni di Euro in più rispetto ai normali bus a trazione convenzionale considerando che non c’era nessun obbligo di acquistare tali fantasmagorici mezzi ibridi-diesel (alla faccia della "sostenibilità", poi).

Sasa controllata dai Comuni o fuori controllo? Vertici colpevoli di scelte assurde (imposte?) per la flotta negli ultimi 12 anni

Non ho mancato di sottolineare quanto avevo scritto qui, cioè lo scenario illustrato di recente in Consiglio Comunale e lo stridore con quanto previsto dalla relazione al Piano Economico Finanziario di Sasa. Nonostante queste mie reprimende, come al solito i numerosi rappresentanti di Sasa presenti in sala hanno preferito tacere, un evidente silenzio imbarazzato. Che si continui a non parlare di quanto fatto di micidialmente sbagliato negli ultimi dodici anni in Sasa (e da parte della Provincia) è davvero incredibile come è evidente che ci sia un serio problema di governance per una società che sembra del tutto fuori controllo da parte dei Comuni azionisti.

Non è quindi certo un caso che negli ultimi dodici anni non ci sia MAI stato un dibattito pubblico su questi aspetti. Ma se nei consigli comunali questi argomenti non si affrontano (quasi) mai... forse dovrebbe essere la politica a doversi porre qualche domanda sul proprio ruolo.