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Una riconquista simbolica?

A Bolzano l’ex sede della libreria di Casapound verrà assegnata ad ‘iniziative per favorire l’inclusione’.
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Foto: https://www.facebook.com/CASAITALIA-libreria-nonconforme-133577029994046/

Nei quartieri popolari di Bolzano si moltiplicano i negozi sfitti? Niente paura: nei giorni scorsi il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini ha annunciato un’iniziativa che ha proprio lo scopo di promuovere un processo in controtendenza destinando simbolicamente 4 negozi sfitti dell’IPES a “soggetti che implementino progetti rivolti ai cittadini per stimolare passioni, attivare il senso di appartenenza e favorire l’inclusione”. 
Il progetto fa leva sulla compresenza di ‘cultura italiana’ e di 'edilizia sociale' tra le competenze assessorili di Tommasini, che in sostanza si sta accingendo a stilare un apposito bando per individuare le migliori proposte nel senso indicato, supportato dall’Ufficio Servizio Giovani e dalla Ripartizione Cultura Italiana della Provincia 

Ma dove si trovano questi negozi a Bolzano? 
E’ presto detto: tra i molti di proprietà dell’IPES ad essere individuati e destinati allo scopo sono stati alcuni vani siti in zone simbolo nella Bolzano ‘italiana’. Come Piazza Don Bosco, via Sassari ed infine anche un altro luogo che per l’assessore Tommasini riveste una doppia importanza, sempre dal punto di vista simbolico. Infatti all’incrocio tra via Bari e via Parma ad essere prescelti per essere messi a bando sono stati anche i locali di un palazzo IPES Casa Clima A che nel 2009 fu al centro di un'aspra polemica. Legata a fatto che in essa al piano terra fronte strada venne ospitata la ‘libreria nonconforme’ di Casa Italia, vicinissima a Casapound

In molti ricorderanno nell’autunno 2009 le parole forti pronunciate oltre che da Guido Margheri anche dall’allora presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder. Che si disse pronto a revocare il contratto se nella libreria veniva messa in atto “attività politica e propagandistica". 
Ma alla fine non se ne fece nulla. Forse anche perché all’epoca Casapound era ancora agli esordi a Bolzano ed era lontana mille miglia dall’ottenere tre seggi in consiglio comunale. 
La libreria dunque rimase a lungo operativa all’incrocio tra via Parma e via Bari, fino a quando nel 2015 non si trasferì nella nuova sede di Casapound, il Rockaforte 'spazio sociale nonconforme' di via Cesare Battisti. 

Per l’assessore Tommasini dunque l’iniziativa per dei negozi IPES rimessi in circolo ha in qualche modo un sapore di una rivalsa. Nella prospettiva di poter riconsegnare, per così dire, ad altre istanze sociali e culturali gli spazi a suo tempo occupati dal nucleo culturale di Casapound a Bolzano. 

Di per sé la ‘libreria nonconforme’ prosegue intanto la sua attività. Sotto l’ombrello della ‘casa madre’, ma anche nei social. Se CasaPound Bolzano gode infatti su Facebook di quasi 10mila ‘mi piace’, anche la Pagina della ‘libreria nonconforme’ si difende con più di 1500 apprezzamenti. Continuando a promuovere la lettura di articoli nel web, ricordando ricorrenze, invitando ad iniziative e anche segnalando iniziative editoriali militanti. La sezione ‘shop’ della pagina in realtà presenta in prima fila le magliette identitarie del movimento, realizzate in numerose taglie e fogge ed evidentemente più gettonate dei libri. 
Nella Pagina Facebook è anche presente qualche foto che ricorda la vecchia sede della libreria in via Bari. Ed un video che tre anni fa fece molto discutere con un’intervista al coordinatore della libreria Mirko Gasperi. Che sintetizza in poche parole l’ideologia del movimento. 

Un ultima nota davvero curiosa riguarda la categoria Negozio di libri religiosi’, prescelta dai fondatori della Pagina per definire la tipologia dei volumi presenti nella libreria. In Facebook il nome della categoria è cliccabile, ma non porta a nulla. Ai navigatori non resta che domandarsi il perché.