Politica | Congresso dem

“Lavoro con chi resta nel partito”

PD, parla Alessandro Huber dopo il rinvio del congresso al 15 gennaio: “Bene le critiche costruttive di Tommasini. Alle provinciali 2023 un'alleanza con i Verdi”.
Alessandro Huber
Foto: upi

“La fase congressuale rinsalda i ranghi tra chi c'è già e porta persone nuove a mettersi in gioco. È un peccato ci sia chi abbandona la nave, dall'altra parte però c'è un rinnovato entusiasmo tra le componenti più giovani del partito. La mia candidatura è di continuità, ma una continuità migliorativa”. Il segretario del PD altoatesino Alessandro Huber risponde serafico alle critiche arrivate da dentro (e fuori) il partito: “Sono il primo a riflettere sulle mie mancanze, avrei potuto dare di più e il Partito Democratico poteva fare di più, ma non si può nemmeno riflettere in maniera tafazziana e autoflagellante concentrandosi solo sugli errori”.

Salto.bz: Intanto il congresso è stato rinviato al 15 gennaio.

Alessandro Huber: Dalla commissione per il congresso è stata avanzata la richiesta di posticipare la data al 15 gennaio, per poter permettere al circolo di Merano – che non aveva rispetto le tempistiche – di presentare la lista di sei membri dell'assemblea che le spetta di diritto secondo il regolamento congressuale, con la mia candidatura unica come segretario. Per noi è imprescindibile che Merano sia rappresentata.

E un rinvio ulteriore, alla luce dei vari ricorsi?

Al di là della richiesta specifica di Merano, i ricorsi vanno alla commissione di garanzia locale e nazionale. Si vedrà cosa accadrà, tutt'al più dopo il rinvio a gennaio.

Come risponde alle dure critiche espresse su salto.bz da Carlo Bassetti, il quale non rinnoverà la tessera del PD?

Le critiche non erano novità per me, le aveva già espresse internamente. Detto questo, pur facendo tesoro delle critiche e usandole come un'occasione di analisi e riflessione, le posizioni sono distanti. Ho accolto invece le critiche molto costruttive e circostanziate di Tommasini espresse nel documento che avete pubblicato, perché non hanno nulla di personale e sono diventate la base per proseguire insieme: con il gruppo di Christian ci siamo incontrati, abbiamo ragionato. Le altre critiche non erano per proseguire, bensì una presa di distanza, un distacco. Se uno dice “io me ne vado”, va bene, ma la decisione di andarsene denota una chiusura e di fronte a esse è sempre difficile riaprire. Dispiace, però uno lavora con chi c'è. Io ho analizzato il mio operato degli ultimi quattro anni, anche per decidere se ricandidarmi – nessuno ha mai fatto due volte il segretario PD dell'Alto Adige: Tommasini, Frena, Di Fede hanno fatto un solo mandato.

Entrando nel merito, il denominatore comune tra la critica più dura e quella più conciliante è l'osservare come negli ultimi anni il PD, di cui è segretario, ha subìto dei contraccolpi non indifferenti - il principale dei quali è l'uscita dalla Giunta provinciale. Bassetti ha citato anche il mancato assessorato all'urbanistica per Stefano Fattor o il risultato di Merano.

Su Merano rivendico la scelta fatta dal partito provinciale insieme al circolo. La decisione di legarsi ai Verdi è corretta e prospettica, di questo sono convinto. Se vogliamo far parte di un'alternativa al governo della Lega-SVP, siamo consapevoli che il PD non sia autosufficiente nell'ambito del centrosinistra e di conseguenza per noi il percorso strategico più naturale è sicuramente un avvicinamento al mondo verde. Condividiamo valori, siamo nella stesso campo e facciamo parte di quella “casa comune del centrosinistra” che a Bolzano città è risultata vittoriosa ed è al governo.

Mentre in Provincia sedete per la prima volta all'opposizione.

Certo, la sconfitta alle provinciali porta ancora degli strascichi pesanti per tutti noi, è un sassolino dalla scarpa che non mi sono tolto. Avvenne nel 2018 e io diventai segretario nel novembre 2017. All'epoca Salvini andava a bersi la birra con i Kastelruther Spatzen e aveva le folle a osannarlo. La sconfitta ha complicato tutto e comportato dal punto di vista economico una grave crisi del PD. Non essendoci il finanziamento pubblico e basando tutto sulla contribuzione degli eletti, con la sconfitta alle elezioni provinciali e l'uscita di Maria Elena Boschi la gestione dell'ordinario è diventata complessa. Non abbiamo dipendenti e fondiamo tutto sul lavoro volontario di poche persone.

Si sente di aver commesso degli errori?

Avrei potuto fare meglio, però quando ci si trova a prendere decisioni anche dolorose, ci si ritrova spesso soli. Gli ultimi quattro anni non sono stati i migliori nella storia del socialismo mondiale, oltre alla pandemia che ha ostacolato gli incontri in presenza. Questi non vogliono essere alibi, ma le carte con cui ci si trova a giocare sono queste. Adesso la situazione europea e globale è cambiata molto, tra l'elezione di Biden, quella di Scholz, la crisi dei popolari in Austria. I partiti socialdemocratici e quelli verdi ora possono essere il futuro di questa terra, ma non succederà da un giorno all'altro. Inoltre siamo molto legati alle dinamiche nazionali e – come unico partito strutturato di centrosinistra in Alto Adige – paghiamo le conseguenze della crisi del PD. Le liste andate meglio alle elezioni di Merano, invece, sono tutte legate al territorio.

La strategia per affrontare questa crisi di identità, in vista delle elezioni del 2023, è dunque portare il PD nell'alveo di un'alleanza con i Verdi?

Nel 2018 abbiamo già fatto le trattative per la Giunta con i Verdi: penso che per noi sia lo schieramento da riproporre come alternativa a SVP e Lega. Ben venga che socialdemocrazia e verdi in Germania governino insieme. È un segnale positivo anche per noi.

A Bolzano lei è consigliere comunale. Tutto in ordine nella città capoluogo?

Sono molto contento del percorso inclusivo che abbiamo costruito, dalla Sinistra alla lista Gennaccaro. È un modello che dimostra di poter vincere e funzionare, alternativo all'alleanza Lega-SVP che non ha portato a un bel niente.

Sono cresciuto con Tommasini-Costa-Repetto e ho sempre cercato di fare sintesi tra le diverse anime. Venuto a mancare il contributo di Christian, ciò ha disorientato tutti.

Lei ha parlato molto delle alleanze, ma le critiche erano attinenti soprattutto alla vita interna del partito.

C'è molto da lavorare. Operiamo in una condizione emergenziale, come detto, con gravi mancanze di risorse. Occorre strutturare la partecipazione, nell'assemblea, con i tavoli di lavoro, col confronto laddove possibile in presenza. Da candidato segretario sento di dovermi impegnare di più perché sento che avrei potuto fare meglio. Alla critica ho risposto dicendo “avete ragione, non cerco giustificazioni”. Se andiamo avanti insieme potremo partecipare di più: lasciamoci alle spalle la sconfitta che brucia ancora e costruiamo insieme la prossima vittoria.

Abbiamo citato moltissime volte Christian Tommasini. Lui è tornato?

Sono davvero molto contento di aver ritrovato compattezza con lui, perché è una figura di riferimento che mi ha cresciuto politicamente. Sono cresciuto con Tommasini-Costa-Repetto e ho sempre cercato di fare sintesi tra le diverse anime. Venuto a mancare il contributo di Christian, ciò ha disorientato tutti. Se ha voglia di rimettersi in gioco, per me è una grande ricchezza ritrovata.

Cosa ne pensa dell'emendamento Bressa sul finanziamento pubblico all'Athesia?

È una vicenda curiosa. Una proposta che viene dal Gruppo delle Autonomie, cui Gianclaudio Bressa è iscritto e la cui capogruppo è Julia Unterberger: ci sono dinamiche che a me e al PD dell'Alto Adige ogni tanto sfuggono, perché hanno a che fare con equilibri non del PD. Non penso fossero tutti all'oscuro della sua iniziativa. Detto ciò, la condizione di predominio sul mercato locale del gruppo Athesia è quella di un monopolista, con tutto ciò che ne consegue per l'informazione. Le cifre sul finanziamento pubblico parlano molto chiaro.

Bild
Profile picture for user Massimo Mollica
Massimo Mollica Mer, 12/15/2021 - 12:43

Con tutto il rispetto l'appoggiare o meno un progetto di Signa non riguarda esclusivamente un aspetto politico. La politica, in primis, è dare risposte e proporre visioni alla comunità e ai suoi problemi. Poi, purtoppo, si devlina in poltrone e incarichi a persone che difficilmente devono rendere conto del loro operato. Non sottostanno a degli esami di valutazione. M;a questo è un altro discorso.
Quali sono i bisogni primari di una comunità? La casa, il lavoro, il proprio tenore di vita, la salute. In primis. E già qui ci sono dei problemi non da poco in Alto Adige, ma in particolare a Bolzano Bozen. E' notizia di oggi che la mia città è la più cara d' Italia. E' ridsaputo che per acquistare casa e farsi una famiglia o erediti da parenti morti oppure devi legarsi a vita con le banche, sempre che tu riesca. gli affitti sono assurdi. Questi sono i problemi principali! Poi vengono, sempre in relazione alla mia città, il lavoro e subito dopo il traffico, lo spaccio di droga (inteso non solo come spaccio ma anche come consumo, ovvero figli che si drogano) e l'integrazione con persone che hanno storie diverse. Perché l'integrazione è fondamentale! Io quindi ci aggiungo la burocrazia (e ho già dato una soluzione in passato qui su SALTO) e come declinare in chiave ecologica la mia terra. Tradotto come mordenizzare il territorio in modo che diventi a impatto ambientale zero. Il tutto con la constante questione di integrazione (integrazione necessaria e fondamentale) con il mondo tedesco. Che ora pare una cosa scontata (e questo grazie ai padri di questo partito che hanno creto in essa) ma presenta delle fragilità. Soprattutto in un mondo che non è tanto tranquillo (lo stesso Trump potrebbe ritornare sotto altre forme).
Ecco, dopo tutto questo, rivendico la necessità di ricreare il partito in chiave prettamente autonomista (basta Roma!) e in una sorta di Ulivo moderno (basta destra sinistra). E dopo aver fatto questo dialogare in primis con i Verdi.
p.s. nell'ottica sopra descritta io nella riqualificazione del Vrigolo proposta da Sigma ci vedo del positivo, perché porta riqualificazione con soldi privati, porta posti di lavoro, porta opportunità. Se ci sono alternative economicamente valide vanno valutate ma devono essere presentate, senza argomentazioni olistiche. Chi vogliono numeri alla mano, soldi investiti.
p.s.2 invece che fare le guerre di religione perché io, che ho scelto di comprare un alto elettrica, ancora oggi ho difficoltà a ricaricarla pubblicamente e pre in un parcheggio affittato? Perché dovrei scalare una montagna se volessi installare, a mia spese, pannelli solari nel mio balcone? Tra amministratore, comune, belle arti e compagnia bella?

Mer, 12/15/2021 - 12:43 Collegamento permanente