Politica | La lettera

"Gentile Michl, noi non ci saremo"

I giornalisti de L'Adige hanno disertato la cerimonia per i 70 anni del quotidiano trentino acquistato da Athesia nel 2018. Ecco la lettera inviata all'editore.
Michl Ebner 70 anni quotidiano L'Adige
Foto: Screenshot/RAI Alto Adige

"La storia del quotidiano l'Adige è la storia di centinaia di migliaia di trentini e la storia di questo territorio". Lo ha detto, riferisce l'agenzia ANSA, l'editore Michl Ebner nel corso di una cerimonia che si è tenuta ieri sera nella sede dello storico quotidiano a Trento. Mancava, però, la redazione del quotidiano di via Missioni Africane. Il perché lo hanno spiegato gli stessi giornalisti con una lettera all'editore, firmata da 27 giornalisti su 34, che pubblichiamo integralmente in calce all'articolo. Non si tratta di un documento sindacale, ma di una sorta di "dichiarazione identitaria".

Come si ricorderà il quotidiano trentino l'Adige è passato al gruppo Athesia di Bolzano a fine luglio 2018. Il gruppo guidato dalla famiglia Ebner ha acquistato il 100 per cento della INIT Holding srl, che a sua volta aveva il 100 per cento della Società Iniziative Editoriali Spa (l'Adige), di Radio Dolomiti e dell' Agenzia Media Alpi Pubblicità srl. Quest'ultima a propria volta detiene anche il 50% della società che vende la pubblicità del Corriere del Trentino e del Corriere dell'Alto Adige. Lo shopping editoriale di Michl Ebner era partito nel 2016 quando Athesia aveva acquistato dal gruppo Finegil i quotidiani Alto Adige e Trentino. Ironia della sorte, il gruppo Finegil era stato costretto a vendere perché la fusione tra i gruppi l’Espresso e Itedi, l’editore de La Stampa, aveva fatto sì che il nuovo gruppo sforasse il tetto massimo di tiratura nazionale, ovvero il 20% delle copie, mentre in regione si creava un monopolio del 100%. Athesia aveva cioè acquistato entrambi i giornali concorrenti nel mercato trentino, l'Adige e il Trentino, chiudendo poi quest'ultimo letteralmente dall'oggi al domani nel gennaio di quest'anno. Qui riferimmo della condanna per comportamento antisindacale dello stesso n.1 di Athesia.

Nel corso della cerimonia dell'altra sera Ebner ha anche ricordato la figura del fondatore del giornale Flaminio Piccoli, poi anche parlamentare e segretario della Dc, a vent'anni dalla sua scomparsa. La figlia Flavia e il nipote Paolo hanno scoperto un bronzo che d'ora in poi ricorderà Piccoli davanti all'ingresso del giornale accanto a un altro bronzo già esistente di Alcide De Gasperi. Ha preso la parola anche l'attuale direttore Alberto Faustini, figlio dello storico direttore Gianni ed attuale direttore anche dell'Alto Adige, che un tempo, appunto, era in acerrima concorrenza con il quotidiano trentino. Faustini ha evidenziato l'importanza di dare a un giornale il nome di un fiume, che dà l'acqua alla comunità e collega nord e sud". Come detto, mancava però quasi l'intera redazione di Faustini, che ha scritto questo documento.

Gentile Editore,

dopo attenta riflessione, abbiamo deciso di inviarle alcune considerazioni in merito alla cerimonia prevista per oggi, lunedì 15 novembre, presso la sede del giornale l’Adige. Cerimonia che si svolgerà per lo più senza la nostra presenza.

Ciò non avverrà per mancanza di senso di appartenenza a questo giornale e a questa azienda, dimostrati anzi tutti i giorni da un senso di abnegazione che neppure le ultime vertenze aziendali – con i sacrifici a noi chiesti - hanno fatto venire meno. Ciò avverrà, invece, proprio perché il senso di appartenenza è così profondo che non ci convince l’idea di legare il 20° anniversario della morte dell’onorevole Flaminio Piccoli (che per altro cadeva nel 2020) con il 70° anniversario della fondazione del giornale.

Riteniamo infatti che, più che un accostamento simbolico, quello che si mette in atto rappresenti un  accostamento politico che - se rispecchia indubbiamente la prima parte della storia dell’Adige e del Trentino tutto – dimentica completamente la seconda parte di questa storia e sicuramente quella di tutti i redattori che ancora lavorano qui.

Molti di noi, entrati giovani o giovanissimi  quando il giornale fu salvato dal fallimento dall’avvocato Gelmi di Caporiacco e ripartì con grande fatica ma anche con grande slancio sotto la direzione di un direttore laico illuminato come Piero Agostini, hanno operato sempre e ogni giorno per far sì che l’aggettivo “indipendente” sulla testata non fosse solo una parola, ma un modo di operare,  di presentarci ai lettori, di riempire i contenuti del giornale, riconosciuto per anni come fonte autorevole e completa di notizie. Un lascito che pensiamo e speriamo oggi sia di tutti perché ci ricordiamo bene di quando, anche in maniera gratuita, il nome dell’Adige veniva accostato a un simbolo e a un sistema politico che erano già profondamente in crisi, e ogni articolo veniva automaticamente bollato come “suggerito” o “di parte”.

Abbiamo combattuto decenni per scrollarci di dosso questo e qualunque altro “marchio” e crediamo - senza falsa modestia - che sia stato anche questo sforzo collettivo, a cui hanno partecipato senza dubbio i nostri passati editori, a segnare le fortune dell’Adige da metà anni Ottanta in poi.

In definitiva, crediamo che l’indipendenza vantata ogni giorno in prima pagina debba essere ogni giorno perseguita, attuata e salvaguardata. Crediamo che sia questo l’unico modo per continuare a esistere, oggi e domani. Per questo non possiamo pensare di vedere di nuovo accostare una testata che per noi è patrimonio collettivo a una sola parte e visione politica.

Pronti comunque a confrontarci in ogni momento sul presente e sul futuro del giornale, le porgiamo i nostri più distinti saluti

I giornalisti dell’Adige

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Karl Trojer Mer, 11/17/2021 - 10:06

Wer nie satt wird, erstickt irgendwann am eigenen Fett... Eine rechtzeitige Rückbesinnung auf fairen Umgang mit der Vielgestalt der Meinungen, auf deren Wertschätzung, käme letztlich und langfristig auch den Eigentümern der Zeitung zugute...

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