Politica | L'intervista

“Un sospetto che avvelena la scuola”

Riccardo Dello Sbarba, esponente dei Verdi ed ex insegnante, sul caso dei “voti ritoccati per il figlio” del sovrintendente Gullotta. “Anche l’Istituto deve chiarire”.
Riccardo Dello Sbarba
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salto.bz: Dello Sbarba, non solo il Pd ma anche voi dei Verdi avete presentato un’interrogazione sulla presunta interferenza del sovrintendente scolastico Vincenzo Gullotta riguardo i voti in pagella del figlio. Lei, da ex insegnante oltre che da politico, come commenta la vicenda, posto che i fatti debbano ancora essere verificati?

Riccardo Dello Sbarba: Va appunto innanzitutto accertata la verità in tutti i suoi aspetti, e questo è un dovere che spetta all’assessore Giuliano Vettorato e alla giunta provinciale. In casi come questo il diavolo è nei dettagli. C’è una prima domanda a cui bisogna rispondere presto: è vero che c’è stata questa telefonata con la richiesta di rivedere i voti del figlio del Sovrintendente? Il tema è delicatissimo e riguarda anche l’autonomia e l’indipendenza degli insegnanti.

Più specificamente?

È scritto in tutte le leggi istitutive della scuola italiana che gli insegnanti esercitano la propria funzione didattica ed educativa in autonomia. Se il caso finito alla ribalta delle cronache risultasse vero questa autonomia sarebbe stata compromessa. Capisco una famiglia qualunque che prende il telefono e parla con il preside ma se lo fa un alto funzionario della scuola allora si tratta di una intromissione non solo nell’autonomia delle scuole, ma anche dei consigli di classe, degli insegnanti e della valutazione stessa dell'alunno, e questo sarebbe inaccettabile.

Se da una parte c’è un potere che mette in discussione l’autonomia della scuola, dall’altra parte la scuola stessa e i singoli insegnanti dovrebbero avere anche il coraggio civile di ribellarsi

E sul ruolo della scuola in questione?

Penso che anche l’Istituto debba fare un chiarimento. A partire dal preside e dai coordinatori dei consigli di classe, perché se da una parte c’è un potere che mette in discussione l’autonomia della scuola, dall’altra parte la scuola stessa e i singoli insegnanti dovrebbero avere anche il coraggio civile di ribellarsi. Mi ha colpito il fatto che la maggioranza degli insegnanti non si sia opposta a questa revisione della pagella, se motivata dall’intervento del Sovrintendente. L’autonomia della scuola la deve tutelare in primis il dirigente scolastico e poi ciascun insegnante. Se è vero che un professore si è rifiutato di cambiare il voto ed è stato messo in minoranza dal consiglio di classe ecco, credo che qualche riflessione il mondo della scuola la dovrebbe fare. Anche quindi gli insegnanti, che ovviamente sono le prime vittime di questo possibile intervento anomalo.

Per contestare eventualmente i voti in pagella ci sono i ricorsi.

E si sa benissimo che i genitori ci pensano cento volte prima di farlo, anche per paura che successivamente il figlio possa essere preso di mira.

Questo rischio per il minore però ci sarebbe anche nel caso che ha investito il sovrintendente Gullotta.

Certamente. Torniamo al concetto cardine: se la scuola difende la propria autonomia e la propria dignità verso l’esterno, allora deve farlo verso tutti. Perché la scuola quando vuole si auto-tutela. Non si può essere forti con i deboli e deboli con i forti. È un dovere difenderla in ogni momento questa autonomia, soprattutto nei casi concreti.

Ogni minuto che un sospetto del genere resta tale avvelena il clima della scuola, un ambiente che si regge su equilibri delicatissimi

Da questa polemica come ne esce la scuola?

Il sospetto qui è che il potere abbia esercitato una pressione indebita sul proprio spazio di amministrazione, uno spazio che dovrebbe essere contrassegnato dall’imparzialità assoluta. Ogni minuto che un sospetto del genere resta tale avvelena il clima della scuola, un ambiente che si regge su equilibri delicatissimi. Ci sono insegnanti che giudicano gli studenti, ci sono i rapporti con le famiglie da considerare. E se l’incertezza perdura si fa inquinante. La scuola peraltro ha la funzione dell’educazione civica e deve essere la prima a dare in questo senso l’esempio.

Cosa si aspetta dalla giunta provinciale se l'episodio dovesse essere confermato?

Una reazione rigorosa. La giunta provinciale dovrà in quel caso prendere delle decisioni drastiche, per sostenere fermamente che cose del genere non possono accadere. Parafrasando una celebre espressione ricordiamoci cosa si dice spesso delle alte gerarchie istituzionali, nonché di quei funzionari scelti per inciso anche dalla politica, e cioè che Cesare non solo deve essere onesto ma deve anche apparire onesto.