Politica | Bufera Pd

“Lasciamo, il Pd ha fallito”

L’ala bizziana annuncia le dimissioni dal partito. La miccia: le candidature di Bressa e Boschi. Bizzo ancora non pervenuto.
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Foto: Salto.bz

Niente facce lunghe, quello dipinto sui volti dei “ribelli” del Pd è un misto di sollievo e inevitabile amarezza dopo la decisione di lasciare il partito. Il senso di appartenenza che viene meno davanti al verticalismo personalista, a un palese distacco dal territorio da parte della dirigenza, alle scelte strategiche calate dall’alto, alla mancanza di una rappresentatività della comunità di lingua italiana trascurando in tal modo l’importanza della partecipazione di entrambi i gruppi linguistici allo sviluppo dell’autonomia. Così la cosiddetta “corrente bizziana”, segnata dai cronici attriti con la maggioranza interna targata Costa-Tommasini, spiega le ragioni dell'abbandono.

Dei 14 fuoriusciti dal Pd oggi (21 febbraio) in conferenza stampa, a Laives, c’erano l’assessore di Ora Luigi Tava, l’assessora di Bolzano Monica Franch, Debora Pasquazzo, consigliera comunale di Laives (che resterà nel consesso cittadino come indipendente), Mauro Randi e Claudio Volanti, consiglieri comunale di Bolzano, Miriam Canestrini, membro della segreteria provinciale del Pd e vicepresidente della Circoscrizione di Oltrisarco, Luca Bertolini, membro della segreteria del Circolo di Laives, Gastone Mussner e Pasquale Santillo, componenti dell'assemblea provinciale del Pd. 

“È stata una decisione sofferta - sottolinea Randi -, ma la partecipazione e il confronto, principi che mi avevano convinto a entrare nel Pd sono venuti progressivamente a mancare. I circoli del partito sono passati da 5 a 3 e le persone che davvero si sono impegnate per il partito, come la deputata uscente Luisa Gnecchi, sono state marginalizzate. Ho assistito all’allontanamento di persone competenti, penso al gruppo sanità le cui proposte migliorative nell’ambito della sanità provinciale sono rimaste inascoltate, e abbiamo perso in questo modo l’occasione di garantire qualità al sistema sanitario locale”.

Rincara la dose Volanti, membro del gruppo sanità del Pd: “La situazione dei Pronto soccorso, le lunghissime liste d’attesa, la carenza dei medici - problema per cui di fatto non si è trovata una soluzione -, la ripresa del lavoro precario, sono chiari segnali dello sfascio della sanità altoatesina”.

L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso sono, come ormai noto, le candidature di Maria Elena Boschi e Gianclaudio Bressa, al suo annunciato sesto mandato. “È una questione di metodo, il segretario provinciale Huber aveva promesso un candidato che fosse espressione del territorio e ci siamo ritrovati due paracadutati”, taglia corto Randi. In ogni caso il consigliere comunale promette, insieme a Volanti e Franch, che l’appoggio al sindaco Caramaschi e alla giunta non sarà intaccato. I tre fuoriusciti infatti costituiranno un nuovo gruppo consiliare che sarà chiamato “Alto Adige democratico”.

I 14 malpancisti affermano inoltre che non aderiranno ad alcun gruppo politico e mantengono ancora le riserve sul nuovo soggetto che con ogni probabilità si andrà a costituire. Tuttavia l’indicazione di voto agli elettori è quella di restare nell’alveo del centrosinistra - lista di Liberi e Uguali compresa, lasciano intendere - e di decidere “secondo coscienza”.

Se il presidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo seguirà la via aperta dai “discepoli” non è ancora chiaro. “Bizzo è il nostro mentore - dice l’assessora Franch -, è una risorsa per la Provincia oltre a essere una persona che non scende a compromessi, basti guardare al caso della toponomastica. Se volesse seguirci in questa nostra scelta di lasciare il partito lo aspetteremo a braccia aperte, questa, del resto, è la sua famiglia politica”.

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alfred frei Mer, 02/21/2018 - 15:30

Il PD locale è un partito di governo (per l’autonomia) e di lotta (più per interessi che per idee) e come tale ha trovato una collocazione importante nell’equilibrio politico complessivo della ns. provincia. Con il passare del tempo ha perso la sua anima di sinistra ed è diventato in buona parte un strumento di manovra per pochi “eletti o da eleggere”. Urge capovolgere la situazione, con un’ opera di rifondazione (nessun riferimento a esperienze passate) che dovrebbe partire da una base che ha ancora voglia di
impegnarsi senza intenzioni di self service.

Mer, 02/21/2018 - 15:30 Collegamento permanente
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Paolo Zanandrea Mer, 02/21/2018 - 16:51

Aber bitte, 10 Tage vor wichtigen/wichtigsten Wahlen aus der Partei auszutreten, was hat das mit der "anima di sinistra" zu tun? Es ist vor lauter Anmaßung geradezu lustig, wenn diese Leute auch noch einen lokalen Vertreter im Parlament beanspruchen. Als ob bei diesem Wahlgang nicht schon genug Figuren mit zweifelhaftem Format sicher in die Kammer und den Senat gewählt würden, angefangen bei den Überweisungsschwindlern von Beppe Grillo.

Mer, 02/21/2018 - 16:51 Collegamento permanente