Economia | Lotta al virus

Professione: sanificatore

È la figura più richiesta dopo i sanitari. Luca Sacchet mette in sicurezza caserme, tribunale, aziende. “Un aumento enorme del lavoro. I disinfettanti sono come l’oro”.
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Foto: Luxor sanificazioni

Il lavoro negli ultimi giorni è aumentato in modo esponenziale”. Come - purtroppo - la curva dei contagi. A raccontare il boom che il settore delle disinfestazioni sta conoscendo anche in Alto Adige, per via dell’epidemia di coronavirus (qui i nuovi divieti), è Luca Sacchet, titolare assieme al figlio Gioele della Luxor sanificazioni di Bolzano, attiva dal 2003 e specializzata nei trattamenti di risanamento degli ambienti. La sua azienda, assieme ad altre più note - vedi la Markas, che con il suo personale negli ospedali del Nord Italia “sta affrontando un’emergenza senza precedenti” - fa fronte ad un incremento notevole delle richieste. Una mole di incarichi “più che raddoppiati rispetto ai tempi normali”, racconta Sacchet, che precisa: “In questo mestiere, voglio sottolineare, non ci si improvvisa, noi seguiamo corsi di aggiornamento e abbiamo le certificazioni”. Altro fenomeno rilevante è l’aumento vertiginoso dei prezzi dei disinfettanti. “Valgono come l’oro”, aggiunge.

 

Dalle caserme dei carabinieri all’aeroporto

 

Lunga la lista di siti che hanno conosciuto o stanno per conoscere il trattamento offerto dalla ditta. Dalle caserme dei carabinieri dell’Alto Adige e del Trentino al tribunale di Bolzano e all’aeroporto. Il cellulare dei Sacchet continua a suonare e Luca risponde mentre in auto sta andando a Cles, per mettere al sicuro la locale stazione dell’Arma. 

Il lavoro è più che raddoppiato

Occorre prima fare una distinzione: mentre la disinfestazione riguarda gli insetti, gli organismi visibili a occhio umano, la sanificazione o decontaminazione colpisce al di sotto di quella dimensione: il bersaglio sono batteri, muffe, germi e ovviamente i virus. 

 

 

L’arma contro il virus

 

È proprio uno dei trattamenti specifici contro gli agenti patogeni che viene richiesto in questi giorni alla Luxor. La procedura utilizzata è a base di perossido di idrogeno, sostanza allo stato liquido che con la termonebulizzazione viene trasformata in una nebbia secca. “Le particelle con una dimensione di 5 micron si attaccano su tutte le superfici - spiega Sacchet - uccidendo i microorganismi”. Anche se, come confessa lui stesso, ancora non ci sono prove di laboratorio sul fatto che i trattamenti disponibili sul mercato siano efficaci al 100% sul coronavirus.“Noi utilizziamo solo prodotti Pmc, presidi medico-chirurgici avallati dal ministero della salute. Sono testati su virus simili ma non propriamente sul coronavirus”. Tant’è. Bisogna fare il possibile per rendere sicuri gli ambienti dove ci può essere contagio. 

 

 

Boom delle richieste 

 

Il lavoro è aumentato anche per le misure governative utili a tutelare gli ambienti di lavoro. “Le commesse sono aumentate, tanto che fatichiamo a starci dietro, per via del Dpcm, il decreto di Conte che ha introdotto la detassazione al 50% dei costi di sanificazione per le imprese”.

Noi corriamo. Abbiamo fatto la caserma dell’Arma di viale Druso in mezza giornata

Al momento la Luxor sta intervenendo con i due titolari e i dipendenti, fra cui quelli interinali. Ogni giorno in media ci sono 3-4 interventi e si corre. “Siamo abbastanza rapidi, vista la potenza dei nostri cannoni nebulizzatori - continua l’imprenditore -. In un’ora riescono a coprire 15.000 metri cubi. Abbiamo fatto tutta la caserma dei carabinieri in viale Druso a Bolzano (la sede del comando regionale, ndr), completa, con due persone in mezza giornata. Dipende dalla dimensione: per i magazzini Bartolini a Bolzano e Bressanone, ad esempio, che sono piuttosto grandi, 5.000 o 8.000 metri quadrati, serve più tempo rispetto a locali contenuti”.

 

 

Quella chiamata dalla Markas

 

La Luxor, che l’anno scorso ha chiuso con un fatturato nell’ordine dei 3-400.000 euro, è molto richiesta in questo momento. Perfino dalla Markas, leader negli appalti per le strutture pubbliche: “Ci hanno chiamato per chiederci di aiutarli, visto che tutti i loro dipendenti sono molto impegnati negli ospedali”.

Dalla Markas ci hanno chiamato per chiederci di aiutarli

 

 

C’è poi il capitolo dei costi. L’intervento non è così economico (“Dai 200-300 euro in su, ma per un capannone di mille metri quadri sono circa 1.000 euro”, spiega Sacchet) e incide il prezzo dei prodotti. “I disinfettanti stanno costando come l’oro, sono saliti di prezzo, introvabili, capita di ordinare 100 e ottenere dai fornitori 10. Le fabbriche sono precettate dalla Protezione civile per le esigenze sanitarie e di sicurezza, ed è giusto, ma questo incide sui costi per le aziende”.

In questo lavoro non ci si improvvisa. Non è solo spruzzare in giro: vanno protetti gli animali no target, in primo luogo le api

 

Un mestiere alla ribalta

 

Una postilla infine per la professionalità degli operatori, in un settore che è salito alla ribalta in modo inaspettato. “Siamo in pochi a Bolzano a fornire questi trattamenti specifici. Continuiamo a fare corsi con crediti per la formazione e siamo certificati per il pet control. Ora stanno a livello nazionale portando avanti una qualifica, un passo che condividiamo perché in questo mestiere si usano prodotti che non è che il primo che arriva può maneggiare. Il disinfestatore non è solo prendere la pompetta e spruzzare in giro. Occorre tutelare la salute degli animali no target, prima di tutto le api”.