Economia | Editoria

Prove di sgambetto

Definiti i dettagli del progetto Athesia per disturbare la nascita de "Il T": 12 pagine al costo di 1 euro. Ma una parte di SIE cerca ancora di far desistere "Michl".
Michl Ebner 70 anni quotidiano L'Adige
Foto: Screenshot/RAI Alto Adige

Athesia in Trentino farà lo sgambetto a “Il T” con un nuovo giornale, rischiando di creare qualche inciampo anche a L’Adige? La domanda, che aleggia da tempo, non ha ancora una risposta secca. Un giorno è più che sì che no e quello dopo più no che sì. Da mesi, infatti, è in corso un braccio di ferro tra Michl Ebner, presidente del gruppo, intenzionato a dare una “lezione” all'imprenditore Fausto Manzana (motore del progetto Il T) e alcuni esponenti del consiglio di amministrazione di SIE Spa contrari alla mossa sia per ragioni industriali che di immagine. La decisione sarà presa a giorni perché l’obiettivo sarebbe quello di uscire il 18 ottobre o al più tardi il 25 mentre il T sarà di sicuro in edicola all’inizio di novembre.

Nella fase di incertezza attuale il progetto Nuovo Trentino prevede una fogliazione di 12 pagine (inizialmente si diceva 24) al costo in edicola di 1 euro. Il primo numero dovrebbe essere distribuito gratis in una tiratura monstre (sì favoleggia oltre le 100.000 copie). L’idea è di fare un prodotto totalmente diverso da l’Adige (edito sempre da SIE) e da “Il T” con un taglio tipo “Il Domani”- l’ottimo quotidiano diretto da Stefano Feltri - e cioè un giornale light con approfondimenti ben fatti, senza la cronaca e senza le “valli”. Se il progetto andrà in porto al direttore designato Paolo Mantovan dovrebbe affiancarsi in qualità di vice, Gigi Zoppello, giornalista molto noto in Trentino e di grande esperienza, una delle colonne de L’Adige. Attualmente hanno dato l’ok ad un eventuale passaggio alla nuova testata altri 5 giornalisti di esperienza, ma alcuni cassintegrati ex Trentino hanno rifiutato l’offerta. Il T, invece- fatto vissuto come un grande smacco - ha già contrattualizzato quattro-cinque giornalisti ex Athesia, facendo capire di fare molto sul serio. Anche per questo un altro braccio di ferro è in corso tra Paolo Mantovan e il neo direttore de L’Adige Pierluigi Depentori. Quest’ultimo sta facendo il possibile per evitare altre partenze che poi di certo non verrebbero compensate da nuove assunzioni. La riluttanza dei giornalisti è dovuta principalmente al fatto che il progetto viene vissuto come una manovra di disturbo senza una vera “urgenza editoriale” e quindi il reclutamento non è opera delle più facili. Oltre ai 5 giornalisti che hanno dato l’ok il Trentino dovrebbe poi avvalersi di altri 7 collaboratori contrattualizzati.

In Athesia, comunque, l’aria che si respira è piuttosto pesante. Il Trentino era stato chiuso dall’oggi al domani nel gennaio 2021 dicendo che non poteva stare in piedi e che non c’era spazio per un secondo giornale (fino a quel momento il colosso sudtirolese editava sia l’Adige, diretto allora da Alberto Faustini, sia il concorrente Trentino, diretto da Mantovan, incidentalmente quotidiano gemello dell’Alto Adige, diretto sempre da Faustini). L’annuncio dato dal presidente di Confindustria Fausto Manzana, ad inizio 2022, che il mondo economico trentino si stava preparando a sfidare "lo straniero" ha creato una situazione inedita per la società editoriale abituata a fare il bello e il cattivo tempo in tutti gli ambiti in cui si muove. Il seguente eccesso di nervosismo ha quindi determinato un insolito calo di lucidità e una ancor meno frequente indecisione. Athesia, infatti, ha agito per decenni in regime di monopolio nel Sudtirolo di lingua tedesca e quando altri editori ci hanno provato nessun medium è riuscito ad oltrepassare il cosiddetto Wahrnehmungsgrenze (tradotto: nessuno è mai riuscito a fare neppure il solletico al Dolomiten). Il gruppo ha poi acquisito Alto Adige e Trentino, ottenendo il quasi monopolio a livello altoatesino e una presenza significativa a sud di Salorno. Infine ha barrato l’ultima casella che mancava per conseguire il (quasi)monopolio regionale acquisendo l’Adige: una dimostrazione di superomistica Wille zur Macht (volontà di potenza) che ha lasciato tutti ammirati a bocca aperta.

 

Da quel momento è sembrato che l’impero editoriale fosse in grado di tenere in eterno per il bavero l’intero mondo politico ed economico regionale. E in effetti per anni non è volata una mosca. Se qualcuno osava porre pubblicamente il problema del pluralismo veniva condannato alla morte civile. In Alto Adige la situazione è rimasta la stessa, continua a non volare una mosca. Anzi. E' a dir poco sintomatico del clima che regna qui, il fatto che ad agosto l’intero mondo economico abbia letteralmente supplicato Michl Ebner di restare alla guida della Camera di Commercio fino al 2028 per il quarto mandato. Ed è assai probabile che nel 2027 gli venga chiesto di restare fino al 2033 e così via, nei secoli dei secoli. In Trentino, invece, dopo aver a lungo masticato amaro, il mondo economico ha deciso di battere un colpo. Come è andata la prova di forza che ha portato alla nascita de “Il T” lo abbiamo raccontato a fine agosto e non ha senso tornarci su.

La novità, dunque, è che forse per la prima volta nella sua storia Athesia teme di avere un avversario capace di oltrepassare la soglia di attenzione. E avendo un'infinità di armi a disposizione è indecisa sul da farsi. La conferma dell’insolita mancanza di lucidità è data proprio dal mancato annuncio ufficiale del progetto Nuovo Trentino. Decine di persone nell’ambiente ne parlano, sono state avanzate anche le proposte ufficiali ai cassintegrati, sono stati fatti i colloqui, ma a tre settimane dalla presunta data di uscita in edicola, il direttore designato Paolo Mantovan non ha di fatto ancora la squadra definitiva, non c’è ancora un piano industriale preciso e nessuno ha ancora firmato un contratto. Il motivo, come detto, è che all’interno del cda di SIE da mesi ci sono persone che sconsigliano di condurre il progetto in porto. Riusciranno a fermare la "tremenda vendetta"?

Il clima è teso anche perché i giornalisti de L’Adige sono sul piede di guerra e pure quelli dell’Alto Adige temono che si possa trattare di una mossa controproducente per gli equilibri del gruppo (senza contare la preoccupazione per tutte le cause fatte dagli ex Trentino che al momento delle dimissioni non si sono visti corrispondere l'indennità di 9 mensilità prevista dal contratto giornalistico). Il timore è che l’operazione “finta spruzzata di pluralismo”  possa essere presa male – come una sorta di presa per i fondelli - anche da larghe fasce dei potenziali lettori trentini. Senza contare che se il prodotto rivolto alla fascia “medio-alta” avesse successo, oltre che zavorrare il decollo de Il T potrebbe anche indebolire L’Adige. E' vero che gli introiti pubblicitari e delle copie resterebbero nel gruppo e toglierebbero linfa a Il T, ma dal punto di vista industriale i dubbi sull'operazione sono più che legittimi. Allo stesso tempo, se Il T dovesse iniziare a fare breccia facendo leva anche sulla trentinità della proprietà, SIE, rinunciando all’operazione Nuovo Trentino, si esporrebbe al rischio di non avere strumenti per contrastarne la possibile crescita. In passato si è visto anche in regione come le fortune dei giornali non siano “per sempre”. Negli anni Novanta l’Adige, indovinando scelte giornalistiche, editoriali e commerciali, strappò una copia dopo l’altra all’Alto Adige (poi trasformato in Trentino) fino a superarlo, staccarlo e doppiarlo. Ora ci troviamo in un’altra era geologica, la carta è ovunque in grande difficoltà, ma L’Adige, stando alle cifre ufficiali, vende ancora tantissimo: 20.000 copie. E Il T ha deciso di sfidarlo proprio sullo stesso terreno. Ha senso rischiare di togliere all'ammiraglia anche solo centinaia di copie con una concorrenza "interna"? Per Michl Ebner, dunque, da qualunque prospettiva osservi la questione, la scelta è davvero molto complessa. E il suo inedito balbettio è più che mai giustificato. Andrà fino in fondo perché crede alla sensatezza industriale del progetto o perché la sfida lanciata da Manzana, l’ha vissuta, per varie ragioni, come un affronto personale? Oppure, andando contro la sua natura, ascolterà il consiglio di chi vuol far abortire il progetto prima che veda la luce? Se la querelle fosse quotabile, pure i bookmaker, probabilmente, non saprebbero che pesci pigliare.