Politica | editoria

Athesia prepara la battaglia

Tensioni per il possibile Kompatscher-tris e per la guerra dell'informazione in Trentino. A breve il nuovo giornale e il "valzer di direttori". Fallita la scalata ad ISA.
Athesia
Foto: Athesia AG
Il bilancio di Athesia continua ad avere cifre da capogiro (ricavi netti per 22 milioni solo della società madre) ma per il centro di potere che influenza la gran parte delle decisioni politico-amministrative dell’Alto Adige-Südtirol quella che sta per chiudersi non è un’estate delle più tranquille. Molte, comunque, le novità in arrivo.
 

Il fronte sudtirolese

 
Al grande sospiro di sollievo tirato con la caduta del governo Draghi, che dopo l'aiutino leghista in commissione legislativa, ha indirettamente determinato l'affossamento definitivo dell'annunciata e impossibile  "ultima battaglia" di Gianclaudio Bressa per reintrodurre un limite regionale alle concentrazioni editoriali (oggi il gruppo Athesia controlla oltre l'80% dei media e incassa più del 60% della pubblicità istituzionale), sta seguendo un periodo con qualche incertezza. Sul fronte “interno” in via del Vigneto c’è apprensione per quanto annuncerà Arno Kompatscher nei prossimi giorni. Come anche i più accaniti difensori di casa Athesia hanno potuto appurare, il tentativo di killeraggio politico ai suoi danni ha conosciuto l’apice tra fine 2021 e primi mesi del 2022, fino alla pubblicazione del libro Freunde im Edelweiss di Christoph Franceschini e Artur Oberhofer. Un’inattesa tregua forzata è sopraggiunta quando l’Obmann SVP Philipp Achammer, fino a quel punto schierato apertamente contro di lui, ha siglato la pace con Kompatscher un millimetro prima che l’intera Stella alpina finisse nel baratro. A quel punto sembrava che i fratelli Ebner - pur molto delusi - se la fossero messa via anche in vista della elezioni provinciali del 2023. I colpi di mortaio, però, nelle ultime settimane hanno ricominciato a sibilare nei dintorni di piazza Magnago con l’inaspettata apertura della campagna elettorale per le Politiche del 25 settembre e il tentativo, poi fallito, di fare fuori i candidati al Parlamento vicini al Landeshauptmann (e con Schullian in realtà ci è mancato poco). L’ennesima esibizione di muscoli "atesini" - con colpi davvero bassi in particolare contro Schullian - pare abbia ulteriormente creato dubbi nella testa del presidente della Provincia, che sta decidendo se riproporre la propria candidatura per un’altra legislatura e sottoporsi, quindi, per altri sei anni, allo stillicidio di attacchi più o meno diretti contro di lui o le persone a lui vicine.

In Alto Adige, comunque, dal punto di vista editoriale, per Athesia le cose vanno relativamente bene (ed anche dal punto di vista politico, visto il peso debordante assunto dall'asse di ferro contadini-albergatori solo leggermente incrinato dalla querelle sul Bettenstopp). Il Dolomiten ha una leggera flessione nelle vendite, pur tenendo numeri che fanno invidia alla gran parte dei quotidiani nazionali (nell’ultimo anno - dati di giugno -  è passato da 37.393 a 35.237 copie, abbonamenti e copie digitali incluse). Anno su anno l’Alto Adige perde invece 700 copie, passando da 8.886 a 8.168. E pure tutti gli altri mezzi di informazione - che viene il mal di testa a tentare di ricordare anche se suddivisi per aree geografiche e tipologie (radio, siti internet, i vari "Qui", i fogli di valle ...) - sembrano godere di buona salute.

Tensioni a sud

Più complicata la situazione sul fronte meridionale. Da un lato, a livello politico, vista la totale sintonia ideologica con la Lega, è tutto più tranquillo. Ma, oltre Salorno, Athesia non prova neppure a condizionare le scelte strategiche facendo più editoria che politica, mentre a Bolzano, da sempre, fa soprattutto politica attraverso l'editoria. L’Adige è tra i giornali che, stando alle cifre ufficiali, perde meno (da 21.685 a 20.152 copie tutto compreso) in Italia. Da mesi, però, incombe la minaccia derivante dalla nascita de “Il T” che sarà in edicola dal primo novembre. Un giornale, quello della cordata Manzana, che farà leva sulla “trentinità” della proprietà e che sembra fare molto sul serio quanto a qualità dell’informazione. Se i conti non sono stati fatti male - dubbio legittimo, vista la totale inesperienza nel settore editoriale della proprietà - il nuovo quotidiano dovrebbe stare in piedi con 5.000 copie, un obiettivo che, visto il bacino di utenza, non sembra irraggiungibile.

Se queste copie "il T" dovesse venderle veramente e allo stesso tempo "rubarle" all'Adige, qualche grattacapo al giornale di via Missioni africane potrebbe effettivamente crearlo. Per questo motivo, come noto, facendo questo semplice ragionamento, nei primi mesi del 2022 Michl Ebner ha provato a cedere l’Adige alla cordata che poi ha deciso di far nascere "Il T". Il no secco – con annessa dichiarazione di guerra – ha fatto perdere al presidente della Camera di Commercio il proverbiale aplomb. Da lì l’idea – che lascia dubbi anche a diversi uomini di vertice società editoriale sudtirolese – di fare un secondo quotidiano “leggero” (24 pagine), ad un anno e mezza dalla drammatica chiusura del Trentino. Avviene infatti in quel momento - si era a fine aprile - la già documentata corsa in Tribunale per registrare tre testate (Nuovo Trentino, Il nuovo Trentino e Trentino nuovo) virtualmente dirette dall’ex giornalista di punta dell’Alto Adige e del Trentino, Orfeo Donatini, nel frattempo divenuto presidente di SIE spa, la società del Gruppo Athesia che pubblica tutti i quotidiani in lingua italiana dopo la fusione per incorporazione di SETA Spa (editrice a suo tempo delle testate “Alto Adige” e “Trentino”). L’operazione che potrebbe essere denominata “finta spruzzata di pluralismo”, nata "di pancia", veniva data per certa ad inizio estate con avvio delle pubblicazioni ai primi di settembre. E' poi divenuta "improbabile e quasi archiviata" ai primi di agosto. Ma ora all'improvviso sembra tornare di attualità. Voci insistenti (non smentite da SIE ai comitati di redazione dell’Adige, e, la scorsa settimana,anche dell’Alto Adige) danno per imminente l'annuncio che il giornale “Il nuovo Trentino”  andrà in edicola il 18 (e non il 17 come scritto inizialmente, ndr) ottobre, due settimane prima de “Il T”.

Se si tratta di fanta-editoria come parrebbe osservando le cose razionalmente, bisogna attendere qualche settimana per capirlo. Diversi personaggi di peso nella galassia Athesia in questi mesi hanno tentato di far cambiare idea a Michl Ebner, ma il lìder màximo, tornato dalle ferie, sembra abbia confermato l'intenzione di  andare avanti all'insegna del motto rigolettiano “vendetta, tremenda vendetta”. A differenza di quanto avvenne in primavera Salto.bz non ha però avuto conferme in questo senso. Una parte degli addetti ai lavori si dice ancora pronta a scommettere che SIE non editerà un nuovo quotidiano e che la voce sia stata messa in giro ad arte per creare un po’ di confusione. Perché mai Athesia dovrebbe editare un quotidiano che potrebbe indebolire oltre che il T anche l’Adige? Che senso avrebbe farlo dalle ceneri di un quotidiano chiuso un anno prima perché sembrava non ci fosse mercato, se non per riassumere parte dei giornalisti senza le anzianità maturate in precedenza? E’ plausibile che editori esperti come gli Ebner ritengano i trentini così ingenui da bersi la balla del “pluralismo” in base al numero di testate in edicola e non in base al numero di editori sul mercato? La risposta sta forse nella domanda. Ebner è un editore super esperto e quindi, se effettivamente farà questo passo apparentemente illogico, avrà fatto le necessarie indagini di mercato.

Rivoluzione dei direttori?

Secondo le voci che danno per certa l'uscita del nuovo quotidiano SIE- Athesia questa sarà anche accompagnata da una piccola rivoluzione ai vertici delle testate del gruppo. Alberto Faustini, dopo 3 anni perderebbe la guida de L’Adige e terrebbe “solo” – si fa per dire – l’Alto Adige, giornale che dirige dal 2011 (modifica delle 17:40. Faustini dovrebbe ottenere anche la direzione editoriale delle tre testate italiane). L’Adige, nave ammiraglia a sud di Salorno, dall’autunno dovrebbe essere invece timonata da Pierluigi Depentori, direttore del Quotidiano online giornaletrentino.it, sopravvissuto alla chiusura del Trentino. Il secondo giornale “agile” di Athesia in Trentino, dovrebbe infine essere guidato da Paolo Mantovan, già direttore del Trentino fino alla sua chiusura. Ma, va ribadito, le voci - pur da fonti autorevoli - non hanno per ora ricevuto conferme da Athesia.

Operazione Isa

Ma non è finita. Come si è visto nel dicembre 2021 con la mai sufficientemente tematizzata operazione Retelit che fruttò alla società della famiglia Ebner una plusvalenza di parecchie decine di milioni di euro sulle azioni Brennercom avute a prezzo stracciato dalla Provincia, o come si è visto poi con l’acquisto di maxi alberghi sul Garda, fra i problemi di Athesia non vi è certo quello della liquidità.

 

Presa la mazzata della mancata vendita dell’Adige alla cordata Manzana (vale la pena di ricordare che questa è composta da Confindustria Trento, Federazione Trentina della Cooperazione, Associazione Artigiani, Associazione Albergatori, ANCE Trento e mancano i commercianti guidati dall’omologo di Michl Ebner alla Camera di Commercio, Giovanni Bort, che siede pure nel cda di SIE spa), Michl Ebner, come nel suo stile, non è stato con le mani in mano. Vistosi accerchiato in "terra straniera" da tutte le principali forze economiche che sono collegate pure alle più importanti realità finanziarie del Trentino, il leader Athesia, conscio di quanto sia importante gestire capitali per controllare un territorio, e di quanto sia ancora importante l’influenza della Chiesa in Trentino, avrebbe tentato la scalata ad Isa Spa (Istituto di sviluppo atesino), la finanziaria della Diocesi, guidata da Ilaria Vescovi, già presidente di SETA spa (la società che editava Alto Adige e Trentino). La voce, raccolta da più fonti, necessita dell'uso del condizionale in quanto, non essendo andato in porto l'affare, non è nell'interesse di nessuno parlarne ufficialmente. Detto per inciso, va ricordato che ancora oggi la partecipazione di Isa nel capitale sociale di SIE (Athesia) è pari al 6%, a seguito della fusione per incorporazione di SETA, di cui ISA deteneva una partecipazione del 16%. Per acquisire la holding di partecipazioni Ebner pare abbia messo sul tavolo 200 milioni “cash”. Al di là delle ragioni industriali del "no" che non è dato conoscere, quanto accaduto è comunque un segno che in Trentino oggi non c'è la "prateria" che qualche anno fa consentì ad Athesia di impadronirsi del quotidiano l'Adige mentre i gruppi di potere trentini erano tranquillamente affacciati alla finestra.

Bilancio florido

C'è, come normale, qualche fibrillazione ma Athesia resta un vero colosso che gode di sempre maggiore solidità e che è in grado di diversificare gli investimenti in molti settori diversi, dall'energia al turismo, dall'editoria alla pubblicità "pura". Il gruppo ha sedi in Alto Adige, Trentino e in altre 9 regioni italiane, in Austria, Germania e in Svizzera ed ha complessivamente più di 1.500 dipendenti sparsi in 4 paesi e 33 città. Qualche giorno fa è stato pubblicato il bilancio 2021 della sola società madre, Athesia Spa. Come si può vedere nella tabella pubblicata di seguito rispetto all’anno precedente il volume complessivo del bilancio aumenta da 334 a 359 milioni di euro, crescono i ricavi da 186 a 200 milioni, ma il risultato netto scende da 32 a 22 milioni – comunque cifra ragguardevole  - per un maggior peso degli oneri finanziari. Insomma, i depositi di via del Vigneto restano pieni zeppi di munizioni a corto e lungo raggio. Si salvi chi può.

 

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Günther Alois … Mar, 08/30/2022 - 17:24

Es bräuchte dringenst auch eine neue UNABHÄNGIGE Südtiroler Tageszeitung! Die "Dolomiten" bieten dies leider nicht bestes Beispiel momentan:Fall Valazza und Co.Svp. Armes uninformiertes Südtirol,was neue Tageszeitung betrifft! SCHADE!!!

Mar, 08/30/2022 - 17:24 Collegamento permanente