Politica | Immigrazione

Profughi, c’è l’accordo

50 comuni altoatesini aderiscono allo SPRAR, 30 annunciano l’intenzione di farlo. Intanto saranno create strutture temporanee nelle zone che finora non hanno accolto.
Profughi
Foto: upi

Si torna a parlare di richiedenti asilo, argomento di stringente priorità anche in Alto Adige, dopo l’incontro avvenuto ieri (22 maggio) fra il governatore Arno Kompatscher, l’assessora alle Politiche sociali Martha Stocker, il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer, i presidenti delle comunità comprensoriali e i sindaci dei Comuni che fino a questo momento non hanno ancora dato accoglienza ai profughi. Qualche dato: al momento in Provincia ci sono 27 strutture che ospitano 1.500 richiedenti asilo. “L’obiettivo - chiosa Kompatscher nella consueta conferenza stampa di giunta - è di ricollocare in maniera equilibrata sul territorio queste persone, alleggerendo di conseguenza il capoluogo dove è presente il maggior numero di migranti”. Circa il 50% dei 1.630 richiedenti asilo presenti in Alto Adige (a fronte dei 1.940 previsti dal sistema nazionale), infatti, si trova a Bolzano. 

L’intesa

Per garantire questo equilibrio sul territorio un’opzione è, come noto, il sistema statale dello SPRAR a cui hanno aderito finora 50 comuni altoatesini mentre altri 30 hanno annunciato la loro intenzione di farlo. Tale opzione, tuttavia, sarà effettivamente operativa non prima del 2018. È stata quindi stata raggiunta un’intesa con i Comuni che permetterà di creare, in tempi brevi, nuove strutture temporanee per i profughi. “La gestione, fino al momento di entrare nel sistema SPRAR, verrà affidata alle onlus e i costi saranno a carico della Provincia”, spiega Kompatscher. I posti verranno messi a disposizione in quei distretti che finora hanno ospitato meno persone, con priorità ai comuni di dimensioni più grandi. I distretti di Naturno, della Val Passiria, della Valle Aurina e della Val Badia, ad esempio, non hanno ancora dato accoglienza a nessun richiedente asilo, e una situazione simile riguarda anche alcuni Comuni con più di 5mila abitanti (Caldaro, Sarentino, Vipiteno, Egna e Laces). “Chi si rifiuta di accogliere richiedenti asilo oppure ha un atteggiamento troppo passivo – afferma il Landeshauptmann – danneggia gli altri Comuni più collaborativi, i quali devono farsi carico di un maggior numero di persone. Questo atteggiamento non può essere sostenuto dalla Provincia”.

Kompatscher, che domani e dopodomani sarà a Roma per alcuni impegni istituzionali, incontrerà insieme al capitano del Tirolo Günther Platter, oltre che il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, anche quello degli Esteri Angelino Alfano con il quale discuterà in particolar modo di flussi migratori. “È nostro compito gestire la situazione nel rispetto degli accordi internazionali - conclude Kompatscher -, ma le cose non possono andare avanti in questo modo, perché le persone continuano a morire in mare, la comunità internazionale deve cambiare metodo di approccio al fenomeno, individuare misure in grado di tenere sotto controllo i flussi verso l’Italia”.