Società | L'intervista

"Saremo 44 milioni di partigiani"

Lyudmyla Solomon, rappresentante ucraina a Bolzano: "Putin come Hitler, ha attaccato di notte esattamente come i nazisti nel 1941, ma nessuno di noi si arrenderà"
Kiev, palazzo colpito
Foto: Nexta

Ore drammatiche, l'eroica resistenza di Kiev che non si ferma. Il popolo ucraino è, certo, quello che in patria difende la propria terra; eppure esiste un vasto vasto popolo ucraino che vive all'estero, in tanti Paesi europei, inclusa l'Italia e inclusa Bolzano.

Lyudmyla Solomon lavora in una gelateria ed esercita al contempo anche l'attività di consulenza finanziaria con clienti ucraini e russi. E' rappresentante della Consulta per gli immigrati del Comune. Segue le fasi drammatiche dello scontro.

Domenica, la comunità ucraina chiamerà a raccolta la popolazione, alle 14, in piazza Mazzini per una preghiera per la pace e per condannare l'aggressione della Russia di Putin. Ma non c'è solo desiderio di pace, nelle sue parole. C'è anche orgoglio, coraggio e determinazione contro questo brutale atto di guerra.

 

 

Salto.bz: Signora Solomon, lei ha contatti con gli ucraini in patria? Ha ancora la famiglia lì?

Lyudmyla Solomon: Sì, ho mio padre di 75 anni, e poi tante altre persone, familiari, amici.

Cosa dicono, cosa le raccontano sul campo?

Sono tutti determinati a resistere, l'Ucraina è un Paese con un popolo orgoglioso e coraggioso, abbiamo già subito l'invasione nazista nel 1941, me lo raccontava sempre mio nonno. Non ci siamo arresi allora, non ci arrenderemo adesso.

Non arrendersi cosa significherà, precisamente?

Che nel 1941 siamo diventati partigiani, e anche adesso diventeremo tutti partigiani contro Putin.

Come giudica il presidente russo?

Un uomo strano, né più né meno che come Hitler.

Partigiani, diceva: a suo avviso anche la popolazione civile prenderà le armi, se servirà?

Ma senza dubbio: quando i russi proveranno a invadere le città con truppe di terra, la gente combatterà casa per casa. I nostri eroi saranno i nostri martiri. Io anche darò una mano.

In che senso?

Nel senso che probabilmente andrò via da Bolzano, rientrerò in patria, sto valutando come fare.

Anche lei sparerà, se occorre?

Non so, non l'ho mai fatto, nemmeno mi ero mai posta il problema. Ma certamente darò una mano, lo devo al mio popolo, lo devo alla mia gente. Darò certamente una mano per aiutare la popolazione in difficoltà, farò ogni cosa che posso, fino all'ultimo respiro. E come me tutte e tutti. Putin è militarmente più forte, ma noi siamo un popolo unito di milioni di 44 milioni di persone. Non sarà facile, non sarà una passeggiata per il dittatore.

Come le hanno raccontato l'attacco i suoi familiari?

Come nel 1941 i nazisti, Putin ha attaccato di notte, da vigliacco, a tradimento. Non ci hanno domato allora, non ci domeranno oggi.

I diritti negati delle minoranze russofone in Ucraina: è un'accusa basata su fatti?

Una assoluta invenzione. E poi, cosa vuol dire russofone? Anche io parlo e scrivo russo, anche io sono russofona, e allora? Solo pretesti, cose inventate dalla propaganda di un dittatore, che adesso è anche un dittatore sanguinario.

Putin ha enormi problemi in casa, aveva bisogno di distogliere l'attenzione da tutti i disastri che ha combinato. Gli serviva qualcosa da dare in pasto all'opinione pubblica. Ma le prime reazioni sono negative, in tante città russe la gente scende in piazza contro di lui. 

A suo avviso si è sbagliato qualcosa nella trattativa con Putin? Qualcosa poteva essere impostato a diversamente?

Se il diritto internazionale ha un senso, noi siamo un Paese libero, democratico e indipendente che ha tutto il diritto di autoregolamentarsi e di allearsi con chi ritiene più giusto e più utile. Se poi non ha senso il diritto internazionale ma solo l'arroganza, allora lì nell'arroganza Putin può pensare quel che vuole.

Come giudica, invece, il Presidente Zelenski?

Un grande Presidente, coraggioso, pronto a rischiare la vita. A me è sempre piaciuto, ma oggi tutti gli ucraini sono con lui. Rischia la vita, è il nostro eroe nazionale.

Lei ha contatti con diversi russi, per la sua attività di consulente. Che cosa le dicono in queste ore?

Tutti mi dicono di essere dispiaciuti!

Se l'è fatta un'idea? Perché Putin ha attaccato?

Perché ha enormi problemi in casa, aveva bisogno di distogliere l'attenzione da tutti i disastri che ha combinato. Gli serviva qualcosa da dare in pasto all'opinione pubblica. Ma le prime reazioni sono negative, in tante città russe la gente scende in piazza contro di lui. E' quel che si merita!

Tra tutti i connazionali che sente, e che vivono in patria, qualcuno pensa di arrendersi?

No, nessuno si arrenderà, non esiste: gliel'ho detto, saremo 44 milioni di partigiani.