Ambiente | Dolomiti

“Perchè bocciammo l’albergo dei Meister”

L’ex giunta comunale di Auronzo rinnova l’opposizione al progetto della famiglia meranese che vorrebbe costruire in Veneto un villaggio di lusso su terreni incontaminati.
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Foto: Salto.bz

Lo scorso 15 marzo l’ex presidente dell’Azienda di soggiorno di Merano nonché proprietario dell’hotel extra lusso San Luis di Avelengo, Alex Meister, presentava, tra critiche ed acclamazioni, il progetto di costruzione di un villaggio resort a 5 stelle in località Collalto, nel comune di Auronzo, nel cuore delle Dolomiti bellunesi. 
Con un costo stimato di 38 milioni di euro, il villaggio-albergo ospiterebbe fino a 142 clienti in 38 alloggi separati, tra chalet esclusivi e case sull’albero a due piani, con stanze da letto e spa personale. All’interno del corpo principale sono previsti un ristorante, un bar, una palestra, una sala relax, una piscina coperta e diverse saune, assieme a tutti i servizi collegati. Il costo minimo per una notte si aggirerebbe attorno ai 550 euro.

 

Le mire oltreconfine della famiglia Meister non sono nuove. Da anni, l’imprenditore meranese sta acquistando a poco prezzo edifici e terreni forestali e boschivi nella zona, per un totale di circa 100 mila metri quadri. Il progetto alberghiero cova nel cassetto già da tempo e andrebbe a riproporre il modello degli chalet sospesi già sperimentati al San Luis su una zona incontaminata a oltre 1600 metri di altitudine. Un’area di grande pregio ecosistemico e paesaggistico, con boschi e torbiere, collocata nella splendida cornice delle Dolomiti bellunesi e della val d’Ansiei.
 

 

Tuttavia, non sono pochi gli ostacoli trovati da Meister lungo il cammino: nel 2021 la Sopraintendenza del Veneto ha respinto parte del progetto presentato a causa delle importanti ripercussioni che avrebbe avuto sul territorio, in contrasto con i vincoli paesaggistici allora vigenti in Regione, considerando che il progetto dovrebbe sorgere su terreni appartenenti alle Regole. Due lettere della Regione Veneto, a firma del responsabile della Direzione Enti Locali Enrico Specchio e datate rispettivamente 19/10/2021 e 23/11/2021, affermavano inoltre che la permuta dei beni proposta dall'imprenditore “non è ammissibile, in quanto prevede il trasferimento della proprietà dei beni collettivi a un soggetto terzo”, che era “necessario individuare aree alternative di intervento, non afferenti a terre collettive” e che “i beni collettivi sono sottoposti a un rigido vincolo di inalienabilità, indivisibilità, inusucapibilità e destinazione agro-silvo pastorale”.

 

Anche l’ex amministrazione comunale aveva accolto freddamente la famiglia sudtirolese. La precedente giunta, guidata da Tatiana Pais Becher, aveva proposto a Meister di sviluppare il proprio progetto in un’area abbandonata del paese, un’idea presto rifiutata in quanto non corrispondente alle esigenze di espansione dell'albergatore, in cerca di un’area vergine. Dopo alcuni incontri e una discussione in Consiglio comunale, la sindaca Becher aveva deciso di chiudere ogni interlocuzione con l’imprenditore: troppi i dubbi e i timori per un progetto di quella portata.

Con l’insediamento del nuovo sindaco Dario Vecellio Galeno, ben più accomodante rispetto la sua predecessora, Meister vede la possibilità di svolta. Il 16 marzo, il giorno successivo la famigerata assemblea cittadina, la Giunta Municipale emana un’apposita delibera di impegno, includendo numerose valutazioni positive sulla proposta di albergo e  sostenendo che le motivazioni dell’imprenditore sarebbero “pienamente rispondenti al perseguimento degli interessi pubblici cui il Comune è preposto”, dichiarando “il rilevante interesse pubblico avuto riguardo all’intervento turistico/ricettivo proposto dall Meister S.r.l. in località Collalto”. 

 

Mentre la magnifica Regola di Villagrande, sulle cui particelle dovrebbe sorgere da progetto il corpo principale del villaggio, si prepara a discutere proprio del progetto Meister, l’ex Giunta (oggi minoranza in Consiglio comunale con la lista "Insieme per Auronzo"), prende una dura e articolata posizione. Attraverso un’interrogazione, vengono ripercorsi i motivi che hanno portato a sostenere con convinzione il fronte del “no”. Il pericolo speculazione rimane innanzitutto molto alto, con terreni in origine inedificabili, acquisiti a pochi centesimi al metro quadro, che improvvisamente potrebbero venire rivalutati in prospettiva del cambio di destinazione urbanistico: “Reputiamo che l’Amministrazione Comunale in carica non sia stata del tutto trasparente nei confronti dei cittadini sulla questione che riguarda il progetto, che prevede la realizzazione di una quarantina di case “sviluppate sugli alberi” destinate a divenire appartamenti di lusso in una zona vergine del nostro territorio comunale, sottoposta a vincoli e di grande pregio paesaggistico e naturalistico – è quanto riassume la minoranza in una nota –. Un progetto che prevede la realizzazione del corpo centrale dell’hotel a 5 stelle lusso su un terreno che non rientra tra le proprietà della famiglia Meister, ma che ricade tra i terreni collettivi appartenenti alla comunità auronzana, in particolare della partita 402, cioè i terreni rivendicati dalle Regole di Villagrande e Villapiccola e attualmente gestiti dal Comune di Auronzo. Consideriamo alquanto riprovevole che Sindaco e Giunta abbiano deciso con tale delibera di dare la priorità a un progetto presentato da soggetti privati, oltretutto non cittadini auronzani [...]. Riteniamo che non siano inoltre documentate nella delibera di Giunta le motivazioni addotte dal Comune a fronte della scelta di trasformare urbanisticamente un’area boschiva destinata “a verde” dal PRG, praticamente inedificabile, del modesto valore non superiore ad un euro al metro quadro, in un’area edificabile di valore centinaia di volte maggiore, vista la straordinaria ubicazione nel cuore delle Dolomiti Unesco della zona di pregio ambientale che i vecchi auronzani hanno saputo conservare intatta per le future generazioni. Ricordiamo che già nel 1973 era stata ventilata la proposta di costruzione del villaggio di Federavecchia che la popolazione auronzana allora aveva ritenuto dannoso per l'economia del paese. Oggi la storia si ripete, come allora; le promesse sembravano allettanti ma anche quella volta è prevalso il buon senso di non agevolare una speculazione edilizia di tali proporzioni, senza reali vantaggi per la popolazione auronzana”.

 

Le critiche delle minoranze comprendono anche le presunte ricadute economiche del progetto: "L’albergo di lusso destinato ad una clientela di élite – prosegue il documento – secondo la famiglia Meister, dovrebbe dare nuovo impulso all’attività turistica auronzana, porterebbe all’assunzione di circa 60 unità a sostegno dell’occupazione e comporterebbe un investimento di oltre 50 milioni di, di cui parte destinata ad opere di urbanizzazione risultandone l’area ora totalmente sprovvista. L’impegno ad assumere 60 persone non appare di grande valenza per la zona in quanto gli operatori turistici locali hanno già loro difficoltà a trovare persone disponibili; ciò naturalmente ove non si voglia ricorrere a persone provenienti dall’estero, a cui dover poi trovare soluzione per il loro alloggiamento e sostenere i costi dei servizi, e che quindi certamente non comporterebbe un vantaggio per il Comune, difficilmente interpretabile come giusto rimedio al progressivo spopolamento della montagna. Inoltre realizzare le opere di urbanizzazione, come pure portato come vantaggio dalla Meister Srl, è un obbligo per chiunque intenda costruire in aree totalmente sprovviste impiegando gli oneri che andrebbero altrimenti versati al Comune, restando poi a carico di questo, ad intervento avvenuto, l’onere della manutenzione di fognatura, depuratore, acquedotto, strada, pulizie, raccolta rifiuti, sgombero neve, ecc. , compensati da tariffe che a malapena coprono i costi”.

Qualcuno di voi ha mai visitato la struttura di Avelengo? Avete visto che tutta la proprietà è inaccessibile al pubblico poiché recintata?

I vantaggi, secondo la precedente Giunta di Auronzo, sarebbero dunque del tutto assenti per la comunità: “Qualcuno di voi ha mai visitato la struttura di Avelengo? Avete visto che tutta la proprietà è inaccessibile al pubblico poiché recintata? Vogliamo sacrificare una parte del nostro territorio, conservato con cura dai nostri antenati, per permettere a dei privati di creare un resort di lusso per soli ricchi? Noi siamo convinti – dice la minoranza – che non solo nessun auronzano ne trarrà vantaggio, ma che difficilmente l’utenza di “Collalto” graverebbe positivamente sul centro di Auronzo, ma più facilmente su quello di Cortina oppure della Val Pusteria, essendo il target di clientela quello tipico degli hotel extra-lusso di queste località”.

Meglio riflettere bene prima, che piangere dopo

Accanto agli ex amministratori, anche un’assemblea cittadina composta da ambientalisti e regolieri annuncia di volersi mobilitare contro il progetto. “In quali mani il nostro futuro? – è quanto scritto in un volantino –. A chi, non potendo espandersi nella propria regione, dove tutto il suolo disponibile è stato consumato, esporta i capitali in grandi aree di prestigio naturalistico al solo fine speculativo? O piuttosto alla gente del posto, che ha saputo mantenere nei secoli intatto un ruolo di così rara bellezza per consegnarlo inviolato alle nuove generazioni? Meglio riflettere bene prima, che piangere dopo”.
 

 

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kurt duschek Mar, 04/25/2023 - 13:01

....kann den Widerstand der Bevölkerung von Auronzo verstehen! In Hafling, das "San Luis", ist abgesperrt und man muß ,"Beziehungen" oder eine "Bekannschaft" haben um dieses Gebiet betreten zu dürfen.

Mar, 04/25/2023 - 13:01 Collegamento permanente