Politica | L'intervista

"Un fulmine a ciel sereno"

Caterina Foti espulsa da CasaPound: "Non ho obbedito a certi loro diktat". E protesta: "Io cacciata mentre Davide Brancaglion è stato solo sospeso".
Caterina Foti
Foto: Facebook/Caterina Foti

salto.bz: Cerchiamo di riassumere. Lei a suo tempo è stata eletta in Circoscrizione con la lista di Alessandro Urzì, che però poi ha scelto di lasciare per aderire a Casapound. In seguito a questa decisione è stata espulsa dalla UIL, per la quale svolgeva attività sindacale all’interno dell’Azienda Servizi sociali, approdando successivamente al sindacato UGL. L’ultimo colpo di scena riguarda la sua espulsione da Casapound, decretata nelle ultime ore per “presunte divergenze politiche”. Ci spiega cos’è successo?
Caterina Foti - Nella ricostruzione manca un elemento. Recentemente sono diventata segretario regionale di Confintesa.

Un altro sindacato ancora?
Sì, composto da persone che si sono staccate da UGL per motivi politici legati al fatto che i leader Renata Polverini e Paolo Capone sono sotto indagine e in guerra tra loro.

E l’espulsione da Casapound?
Anche per me è stato un fulmine a ciel sereno. Tutti possono testimoniare come io abbia sempre sempre lavorato per il sociale e per le persone che hanno bisogno, come disabili e lavoratori. Insomma: ho sempre messo la faccia nelle battaglie rivendicate da Casapound. I miei ideali non sono cambiati, la decisione di espellermi è stata loro.

Cos’è successo di così grave?
Loro dicono che si è trattato di divergenze politiche. Ma io penso che il tutto sia legato alla mia libertà intellettuale. Io ho sempre detto che avrei collaborato con tutti, già a suo tempo ma soprattutto ora che ho messo in piedi questo sindacato. Collaboro con tutti a prescindere dall’appartenenza politica.

Nella divergenza emersa con Casapound c’entra il fatto che lei nella sua attività sindacale rivendica anche i diritti dei lavoratori di origine straniera?
Io non sono razzista e ho sempre detto che se una persona è straniera ma si mantiene come fa un italiano e si fa il mazzo dalla mattina alla sera, lavorando e pagando le tasse, perché io non la devo aiutare? Io non so per quale motivo a Roma hanno deciso di espellermi. I motivi che mi sono stati comunicati sono estremamente futili, soprattutto anche perché fino al giorno prima venivo portata su un palmo della mano.

Ma recentemente lei ha avuto delle discussioni o degli scontri con Casapound a livello locale?
E’ accaduto che io non me la sia sentita di obbedire a dei diktat che loro imponevano. All’interno del movimento c’è da rispettare una sorta di gerarchia ed invece io ho sempre espresso la mia opinione. Ho sempre detto loro: ci professiamo persone libere, ribelli e non conformi, giusto? Quello di agire in modo non conforme di per sé è uno dei motti di Casapound. Ebbene: io ho messo in pratica quello che mi hanno insegnato e quello che mi dice la mia indole, ma per questo sono stata punita e messa alla porta.

Ma c’è stato anche un qualche tema politico sul quale lei non si è ritrovata d’accordo con le posizioni locali di Casapound?
Assolutamente no.

Però qualche discussione l’avrete fatta…
Beh, il mio carattere è venuto fuori senz’altro. Io non sono una persona che china la testa. Spesso ho detto la mia e questo forse ha potuto creare qualche squilibrio all’interno del movimento.

La possibilità di essere espulsa da Casapound non era stata in qualche modo minacciata?
No. L’ho saputo venerdì scorso a decisione presa.

L’espulsione magari è legata al fatto che lei è donna mentre la dirigenza locale del movimento attualmente è prettamente maschile?
Le ho pensate tutte anch’io, ma non lo so. Posso solo dire che un fattore scatenante non c’è stato.

Uno scontro con Bonazza?
No.

Nei prossimi giorni come intende muoversi? Si dimetterà dalla Circoscrizione Europa Novella dove è attualmente consigliera?
La notizia mi è stata comunicata da Andrea Bonazza che mi ha detto: “guarda che tu sei fuori”. Ma a dire la verità a me di ufficiale in mano non è arrivato ancora nulla. Mi è stato anche chiesto di dimettermi dalla Circoscrizione ed io ho subito risposto che non ci penso minimamente. Anche perché nelle circoscrizioni sono stata la donna più votata di tutti i partiti in città.

Resterà in Circoscrizione come indipendente?
Sì, ho ricevuto i voti dei miei elettori e i miei ideali sono sempre quelli. Le mie battaglie continuerò a portarle avanti come sindacato e anzi forse potrà esserci più apertura nei miei confronti da parte di certe forze politiche. Non è escluso che in occasione nelle prossime comunali lavorando come io sempre fatto io non mi possa anche autonomamente candidare attraverso il movimento del sindacato.

Lei esclude di tornare a questo punto nella formazione politica guidata da Alessandro Urzì con la quale a suo tempo aveva iniziato il suo percorso politico a Bolzano?
Lo escludo categoricamente. Io mi ritengo una cittadina che per caso si è ritrovata a fare quello che fa un politico. Ma di fatto non dispongo dei paletti mentali che obbligano a seguire la disciplina di partito. Tendenzialmente io guardo sempre prima ai problemi che all’appartenenza politica delle persone.

Delle scelte politiche operate da Casapound a Bolzano negli ultimi mesi c’è qualcosa che lei non condivide?
Qualcosa ci sarebbe ma non voglio gettare benzina sul fuoco. C’è però una cosa che mi ha dato veramente fastidio.

Di cosa si tratta?
Io sono stata espulsa senza se e senza ma, quando invece il signor Davide Brancaglion (accusato dell’aggressione ad uno studente, ndr) è stato solo sospeso. Si tratta di due pesi e due misure. Quali sono le divergenze politiche? Avere un cervello con una testa pensante ed esprimere un’opinione?

Beh, in un apparato militare le opinioni divergenti di per sé non sono molto apprezzate. Ma in un movimento politico questo non dovrebbe avvenire, in un paese democratico.
Certo. Peraltro: se fossi stata una che ha sbagliato a fare qualcosa magari potrei capire. Ma io invece sono sempre stata in prima linea nelle battaglie sociali, come ad esempio l’occupazione della casa Ipes e lo sfratto della casa in cui viveva un disabile. La gente lo sa. E in ogni caso anche le dinamiche caratteriali possono avere effetti benefici, portando equilibrio anche all’interno di una comunità come quella di Casapound.

Di per sé l’allontanamento di Caterina Foti, attivista in prima linea ormai da anni, sembra una ferita profonda per Casapound.
Lo è senz’altro. E lo sto riscontrando in queste ore attraverso i numerosi attestati di solidarietà che mi stanno giungendo da parte dei cittadini.