Ambiente | Tante domande e tanti dubbi: dove va veramente il trasporto pubblico locale con l'attuale politica provinciale? Nell'assenza di interesse della politica, delle associazioni ambientaliste e dei media

Green Mobility: domande aperte e molti dubbi sulla politica provinciale per un trasporto pubblico davvero ecologico (2)

Torno sul "Klimamobility Congress" che si è tenuto di recente e questa volta l'intervento lo dedico all’aspetto dei bus che ho più volte affrontato negli ultimi anni.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

Mi devo scusare subito, ma anche in questo caso non potrò essere breve.

Al congresso in questione se si è parlato molto di trasporto pubblico, non ci si è per nulla soffermati, però, sull’aspetto ambientale tranne il consueto accenno ai bus a idrogeno, tema su cui si sta andando avanti con i paraocchi visto che in tal modo si è esclusa ogni altra forma di trazione alternativa e così, anche nel tpl, il rischio di “schiantarsi diritti contro un muro” non è poi così peregrino.

Bus a metano: odiati a Bolzano (da chi poi?) ma nessuno si sbilancia sul perché ma con dati su di una flotta vecchia ormai fra 8 e 16 anni.

In una delle slide dell’ing. Burger ha fatto la comparsa anche la foto di uno dei bus urbani – rigorosamente a gasolio ma non era indicato... - acquistati nel 2013 dopo che si è era annunciato nel 2011 che sarebbero stati a metano da parte dell’a.d. Maccioni di Sad che, bontà sua, non ha mai ritenuto di spiegare questa strana quanto singolare gaffe. Ritegno fosse un errore poi non tanto un errore, ma probabilmente non lo sapremo mai stante il silenzio della persona citata.

Sarà una mia fissa, non fosse altro che all’estero ma anche in Italia trovo esempi di città ed aziende che continuano ad acquistare bus a metano. Quindi c’è qualcosa che non va. Si dice che alla fine i bus a metano costino di più, ma poi non si forniscono dati precisi. Altrettanto che hanno problemi tecnici e maggiori costi, ma poi qualcosa non torna visto che gli attuali bus Euro VI non sono certo comparabili con bus di tre, quattro generazioni fa, intellettualmente è un insulto. Ma sempre questo viene detto. Che poi una flotta ormai invecchiata abbia costi maggiori di manutenzione lo sa anche uno sprovveduto. Curioso che invece di porsi il come risolvere questi problemi, si pongono come “scusante” per non acquistarne altri. Inutile chiedere al presidente Pagani il quale probabilmente non sa cavare un ragno dal buco da queste tematiche. E non dico altro perché una certa idea ormai me la sono fatta.

C’è qualcuno che si occupa di queste tematiche nelle aziende di trasporto pubblico locale?

Sarebbe interessante sapere chi è la persona o le persone che all’interno di Sasa, come pure di Sad e Libus, è responsabile per la strategia dei bus e delle trazioni da scegliere. Ho l’impressione che non ci sia nessuno nei piani alti di queste società. Cosa fanno poi gli enti proprietari di queste aziende? Stanno zitti. Perché sta bene così, perché non bisogna inimicarsi qualcuno in Provincia oppure per mera ignoranza o totale disinteresse?

Nuovi bus? Mistero…

Mi fu riferito che Sasa avrebbe acquistato di nuovo bus nuovi, solo che di recente ho avuto un’informazione contraria. Qualcosa non torna e quindi c’è qualcuno che sta fornendo informazioni errate. Ora la sibillina risposta che bisogna “bilanciare” gli acquisti e via discorrendo, mi fa pensare che per la seconda volta, probabilmente senza fanfare per non suscitare proteste da parte di qualcuno (io), ci sarà una nuova infornata di bus a gasolio. Forse addirittura a sostituire bus vecchi a metano. E questo sarebbe progresso?

Sarebbe ben da capire quale strategia venga perseguita da Sasa, ma non è dato di capire. Sad manco risponde alle domande, ma non è una novità. Libus mi ha risposto ma ovviamente anche la recente scelta di acquistare bus a gasolio, seppur plausibile nelle ragioni anche perché comunque nell’ultimo decennio non s’è fatto nulla a livello decentrato per eventuali punti di rifornimento (altro problema annoso di cui la Provincia si è totalmente disinteressata con una politica di contributi fallimentare) e così la scelta pro-diesel in quel caso diviene obbligata.

Che si possa fare anche in modo assai diverso lo dimostra il recente caso della cittadina ungherese di Miskolc. Lì hanno sostituito ben 75 vecchi bus a gasolio con altrettanti a metano e costruendo una stazione di rifornimento. Sono “fuori tempo” gli ungheresi o lo siamo qui a Bolzano dove ci si bea di essere sempre “Die Besten”?

Chi ha cambiato la politica provinciale in materia di trasporto pubblico ecologico?

Dal 2005, dal discorso dell’ex presidente Durnwalder, ad oggi le cose si sono ribaltate. Qualcuno ha imposto una svolta nella politica ambientale del tpl ma chi e perché rimangono domande tuttora senza risposta. Le risposte fornite in alcune risposte ad interrogazioni provinciali fanno capire, arrampicate sugli specchi comprese, che evidentemente ci si è fidati di qualcuno e che si è rimasti del tutto accecati dal concetto di CO2-free. Peccato che il panorama delle trazioni rimarrà ancora per anni molto variegato e che l’Alto Adige stia facendo dei pessimi passi indietro rispetto ad altre realtà italiane ed europee che compiono scelte più pragmatiche e pure complessivamente meno costose di andarsi ad impelagare in bus a idrogeno o a batteria. Continuare a predicare di staccarsi dai fornitori di prodotti petroliferi e poi, dall’altra, comprare solo bus a gasolio è un controsenso evidente.

Basta togliere la parola diesel e gasolio… e l’opera di “pulizia” è fatta

Interessante il fatto che ormai, giusto per non dare adito a qualche domanda scomoda, dalla comunicazione istituzionale si parla solo di “autobus rispettosi dell’ambiente”/”umweltfreundliche Busse” come è stato per i nuovi 35 mezzi di Libus. Avrei voluto leggere la delibera n. 289 del 15.3.2016 - Delibera per l'acquisto e sostituzione di 35 nuovi autobus del Consorzio dei concessionari di linea della Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige per il trasporto pubblico di linea (€ 4.686.210,37-U10052.0090-2160000363) che, però, non è ancora disponibile sul sito della Giunta Provinciale.

Peccato che poi qualche dubbio arrivi quando si vede questo video del WDR “Linienbusse - Saubere Fortbewegungsmittel?“ dove qualche dubbio arriva in merito ai presunti risparmi di CO2 nel trasporto pubblico e sul problema NOx (ossidi di azoto) di cui qui in Sudtirolo nessuno parla, chissà mai perché... forse perché si finirebbe di parlare anche di A22… fra utili e inquinamento da NOx?

A me è bastato di recente vedere delle nuvolette nere, in un caso un vero nuvolone, uscire non da vecchi bus ma proprio dai nuovi Solaris acquistati da Sasa solo tre anni fa. Chissà cosa ne potrebbe dire l’esimio ex-direttore di Sasa, Rampelotto, quando io parlavo di bus a metano/biometano e poi mi cacciò dalla conferenza stampa di presentazione proprio dei Solaris perché avevo osato contraddire la scelta pro-gasolio?

Idrogeno: bellissimo ma carissimo

Certo idrogeno, bellissimo, CO2- free anche se, per affermare questo bisognerebbe monitorare attentamente da dove arriva l’energia che si utilizza e in quale periodo dell’anno e su questo qualche dubbio serio ce l’avrei visto che non mi torna l’affermazione fatta a Klimamobility che l’Alto Adige produrrebbe il doppio di quello che consuma, in realtà parrebbe che, in termini quantiativi, consumiamo ciò che produciamo.

Poi i costi, tralasciando il discorso del finanziamento del progetto Chic (4,4 milioni di Euro per un costo totale di 13,5 milioni ma anche le informazioni sui 9 milioni a carico della Provincia non si sa nel dettaglio cosa vadano a coprire) su cui la comunicazione è stata enormemente carente. Ho fatto due conti sui costi di trazione, grazie anche ai dati che la direttrice di Sasa ha dato a Ecomondo a Rimini l’anno scorso sui bus H2. Ecco i costi per 100 km al netto dell’Iva:

- Bus a metano (0,95 €/kg *): 40 kg di metano a 0,78 € = € 31,2
- Bus a gasolio (1,2 €/l *): 40 litri di gasolio a 0,98 € = 39,2 €
- Bus H2 (9 €/kg): da 8 a 10 kg di idrogeno a 7,38 € = da € 59,04 a 73,80 €

(* prezzi di riferimento commerciali, quelli degli appalti non sono noti, ma potrebbero essere ancor più bassi)

Il progetto Chic sta per terminare fra quest’anno e il 2017. E poi? Il problema non è indifferente in quanto i costi sopra indicati parlano chiaro. Continuerà ad utilizzarli la Sasa? Ma con costi così alti? Un po’ di chiarezza dai vertici di Sasa e Sta, proprietaria dei cinque mezzi, non guasterebbe affatto.

Obiettivo: mezzi non più vecchi di 12 anni, un bel guaio per Sasa e pure per Sad

Questo quanto annunciato nella conferenza stampa della Giunta Provinciale del 15 marzo scorso ha un risvolto assai rilevante ad esempio per Sasa. Andando a spulciare il parco mezzi fino al 2004, risultano a disposizione ben 52 mezzi (di cui 18 a metano, come uno di quelli che la mia dashcam ha ripreso di recente) che hanno più dei 12 anni di età. Come la mettiamo? Ecco perché sono molto, ma molto preoccupato delle scelte che verranno fatte e che faranno fare, prima o poi, le “corse” all’acquisto e a scegliere disgraziamente la trazione più economica all’atto dell’acquisto. Fra l’altro siamo nel 2016 e gli ultimi acquisti risalgono ormai a 3 anni fa. Ricomincia la storiella del mancato rinnovo periodico della flotta? 52 mezzi significano costi di acquisto di oltre 10 milioni di Euro! Mica spiccioli.

Su Sad invece dalla pagina a disposizione non si riesce a capire quando sono stati comprati, ma si può ipotizzare anche qui una cinquantina di mezzi da sostituire e altrettanti denari da investire.

Nuova legge sulla mobilità pubblica: l’ambiente e le trazioni alternative non contano nulla nelle future gare? Con tanti saluti al Piano Clima Energia Alto Adige 2050!

C’è poco da fare. Se le gare previste per il 2018 per il tpl, come previsto dalla nuova legge provinciale sulla mobilità, non prevederanno dei punteggi specifici a favore di quegli offerenti che prevederanno di sostituire il parco circolante con trazioni alternative, come dice poi lo stesso Piano Clima 2050 nel punto 3.5.5.2 (pag. 40) dedicato al tpl e da me citato tante volte ma che negli uffici provinciali si fa finta che non esista, è chiaro, senza timore di smentite, che i bus a gasolio continueranno ad imperversare in Alto Adige. A dimostrazione che quando ho definito gli autobus a idrogeno delle foglie di fico non mi ero sbagliato.

Finanziamento: un tot a km con quota per l’acquisto oppure ci sono ancora i contributi per l’acquisto dei mezzi? Rischio aumenti dei biglietti?

Nel comunicato stampa del 15 marzo sopra citato si legge: "Ciò renderà possibile – prosegue Mussner – che i futuri concessionari, a partire dal 2019, possano sostenere finanziariamente l’acquisto dei bus senza contributi diretti da parte della Provincia. Inoltre questa misura rappresenterà un incentivo ad una manutenzione più efficiente del parco mezzi di ogni concessionario".

Altrettanto faccio fatica a comprendere come le aziende di tpl dovrebbero finanziare l’acquisto dei bus se verrà riconosciuto dalla provincia solo un rimborso chilometrico, seppur con il riconoscimento di una quota per l’acquisto. La nuova legge all’art. 31 parla esplicitamente di contributi per l’acquisto ma pare che si intenda fare altrimenti. Ma da dove prenderanno i soldi le aziende di tpl ossia i neoconcessionari? Non è che poi si arriverà anche ad un aumento del costo del biglietto?

Ma di tutto questo, a Klimamobility, non s’è parlato.

Da anni vado a ripetere che questi temi dovrebbero essere tema di dibattito nella politica, nella società civile e nelle organizzazioni ambientaliste. Ma tutti paiono disinteressarsene e c’è veramente da chiedersi il perché.