Sport | Hockey su ghiaccio

Nazionale hockey e tv, siamo alle solite

La nazionale di hockey gioca il mondiale di I divisione, gruppo A, nel Regno Unito ma nessuna emittente italiana ne trasmette le partite. Per fortuna c’è YouTube…
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Partita Romania-italia
Foto: YouTube/IIHF

Siamo alle solite. Circa quarant’anni fa mi ricordo che scrissi una lettera ad un giornale locale evidenziando come non si riuscisse mai a vedere le partite della nazionale di hockey su ghiaccio. Se andava bene, dopo mezzanotte, spesso dopo l’una di notte, veniva trasmessa non una sintesi ma solo il terzo tempo. Un rapporto quello fra hockey azzurro e tv da sempre contrastato, che peraltro condivide con altre discipline “minori”. L’avvento della tv digitale, che prometteva tutto per tutti, si è rivelato poi una bella esca per far transitare molto sport solo a pagamento. Rammento qualche anno fa che ci sono stati tornei mondiali con l'Italia e l'unica nazione nella quale non venivano trasmesse le partite era... l'Italia.

Per l’hockey su ghiaccio il destino è sempre stato quello di mancate coperture televisive per finire, se ricordo bene, alle partite a pagamento del (pessimo) campionato mondiale del 2022.

Quest’anno il comunicato della Fisg del 28 aprile già preannunciava quello che si poteva temere. Volete vedere le partite dell’Italia? Collegatevi al canale YouTube IIHF. Della serie “piuttosto che niente… piuttosto”: partite in diretta ma senza alcun commento.

Insomma, il solito copione da anni e anni che ripropone sempre le solite domande:

  • quali strategie di comunicazione ha la Fisg per le nazionali?
  • quali strategie per le squadre azzurre “minori” ha il Coni?
  • costano così tanto i diritti televisivi?
  • non c’è nessuna emittente in grado di pagare questi diritti?

Stasera (29 aprile) ho curiosato e ho constatato che l’unica emittente che ha dato il risultato del primo incontro giocato dagli azzurri è stata Rai Südtirol alla Tagesschau ma senza alcun contributo video, quindi pure gli “highlights” bisogna pagare i diritti? Non si sa quale siano i costi perché il “prezzo” per questi diritti saranno “cosa privata” fra chi produce e offre le immagini e le emittenti ma che nell’arco degli ultimi quarant’anni (!), salvo qualche eccezione, le cose non siano migliorate, insomma dà da pensare. Capisco che un mondiale di I divisione possa avere un “appeal” non propriamente eccezionale ma c’è in ballo la promozione nella massima divisione in un torneo dove ogni incontro conta. Poi i tifosi ci sono e fra l’altro non sono pochi i giocatori “nostrani” che indossano la maglia azzurra.

Un altro pensiero sovviene, in prospettiva Olimpiadi 2026. Come si pensa di invogliare a guardare l’hockey se poi sugli schermi italiani… non viene proposto nulla della squadra azzurra? La beffa è stata quando per alcuni anni le partite erano trasmesse a pagamento e manco si vedevano sul canale YouTube della IIHF in Italia per via dei diritti acquisiti dall’emittente. Un successone davvero, si potrebbe dire a posteriori, visto che non l’ha fatto più nessuno.

Prendo un solo esempio da cui probabilmente si dovrebbe imparare qualcosa. Le partite della Germania vengono sempre trasmesse in chiaro, assieme ad un altro pacchetto di incontri, su di un canale privato satellitare tedesco. La logica mi sembra più che ovvia. Se il campionato è cosa riservata alle emittenti a pagamento, la federghiaccio tedesca opta per far vedere la nazionale in chiaro. In Italia a questi ragionamenti non ci si è mai arrivati? Sorprendente e deludente al tempo stesso.

Certo, la preponderanza della prima disciplina sportiva italiana obnubila qualsiasi mente e fa scivolare in secondo piano tutte le altre discipline sportive, di cui comunque alcune di spazio in tv fra campionati e nazionali ce l’hanno. Ma è sempre e solo questione di soldi? Qualche dubbio sorge, diciamo, spontaneo.

A latere un altro aspetto, più curioso e localistico. Ho notato lo sponsor sul caschetto della squadra azzurra. Curioso che la scritta non sia in inglese (non fosse altro che magari South Tyrol è più internazionale ma non sono un “esperto turistico” né di “marketing”) ma… abbiamo in A.A. ancora la necessità di farci pubblicità con il tema attuale assai dell’overtourism? Come si suol dire, è ben altra questione e che esula dal tema di questo intervento.