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“Siamo allo sfascio”

Pronto soccorso dell'ospedale di Bolzano. Il responsabile del sindacato dei medici ospedalieri Claudio Volanti lancia l’allarme: “Situazione quasi irrecuperabile”.
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Foto: Suedtirolfoto.com / Othmar Seehauser

Quello del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Bolzano non è un problema ordinario, ma una vera e propria catastrofe. Una punta d’iceberg di un problema che viene molto da lontano e che viene vissuto dai medici quasi come fosse una malattia ormai incurabile. Il sentimento che prevale è quello della rassegnazione, un sentimento condiviso anche dal responsabile del sindacato dei medici ospedalieri Claudio Volanti
Normalmente i sindacalisti mantengono sempre un atteggiamento battagliero e propositivo, anche nelle situazioni di più forte contrapposizione. Ma dalle parole di Volanti traspare tutta l’amarezza di chi ormai dopo anni di battaglie vede quasi come un miraggio la soluzione del problema, di fronte alla fuga di medici e infermieri che ormai non ci credono più.

Volanti ricorda anche come già nel 1990, cioè 27 anni fa, al Pronto Soccorso di Bolzzano venissero precettati 6 medici secondo un classico meccanismo d’urgenza. Ebbene: da allora molto è stato chiesto e molto poco è stato ottenuto in termini di ampliamento delle risorse del Pronto Soccorso per affrontare il problema dei ricoveri in Astanteria e Medicina

salto.bz : Cos’è successo poi?
Claudio Volanti - La nostra idea era quella di aumentare i letti in astanteria e spostare ricoveri da Medicina, ormai affollata, ad altri reparti. Ma da allora la situazione con il tempo è peggiorata: le Medicine si sono viste restringere il numero di letti a causa della spending review e la Provincia non ha ritenuto di incrementare i posti i letto in ospedale come quello di Bolzano, gravato dalla maggior parte del carico da parte del territorio. Va ricordato infatti che oltre ad avere il carico locale l’Ospedale di Bolzano deve farsi carico anche di tutto il servizio che riguarda le patologie più complesse (politraumi e interventi specialistici). E’ noto infatti che quando c’è la situazione pericolosa tutti arrivano a Bolzano, com’è logico che sia. 
Insomma: a Bolzano avrebbero dovuto aumentare i posti letto mentre nell’ultimo piano sanitario provinciale è previsto che questi verranno spostati verso la periferia. Ma non è stato neppure deciso in quali reparti verranno inseriti, perché non esiste ancora una pianta organica. 
Nessuno è turbato dal fatto che si vogliano mettere più letti in periferia, ma questo non deve pregiudicare il necessario aumento dei posti letto a Bolzano. 

“I medici del Pronto Soccorso sono in uno stato di rassegnazione rispetto ad un carico ormai vissuto come ineliminabile. Non c’è più nemmeno da arrabbiarsi e combattere. Chi può se ne va.”

Com’è possibile che questo avvenga in una Provincia come quella di Bolzano che fino a ieri anche per quanto riguarda la sanità si riteneva tra le più avanzate in Italia? Di chi sono le responsabilità?
Chiaramente si è manifesta una incapacità organizzativa da parte dell’assessorato e della ASL. E la colpa non può essere scaricata sul comprensorio di Bolzano, quando per anni non si è fatto nulla. L’ultimo piccolo accordo risale a più di 10 anni fa. E a quel tempo c’era già il problema dei troppi contratti d’opera, un problema sfociato nel 2007 con il nuovo contratto e la  possibilità che il personale fosse assunto con un’agenzia interinale, per poter essere stabilizzato. Il problema però non è stato risolto ed è rimasto ancora un numero elevatissimo di contratti d’opera, persone che poi naturalmente tendevano ad andarsene via. 
La stabilità del personale è strettamente collegata con la stabilità organizzativa. Questo non è un lavoro che si può fare mordi e fuggi. Ci possono possono essere eccezioni, ma la maggior parte dell’organico non può che essere stabile, lo capiscono tutti.  
Tant’è che in tutte le regioni d’Italia ci sono norme molto stringenti sul persole precario, stabilendo che nel giro di 3 anni esso va stabilizzato. Non è un problema solo della provincia di Bolzano ma negli ultimi 20 anni non è stato fatto nulla di concreto per trovare delle soluzioni in merito.  

Per quale motivo non si è fatto nulla?
Con i suoi 7 ospedali la sanità altoatesina non è concretamente gestibile. Dopo la spending review sono anche arrivate le leggi sull’orario di lavoro che hanno ristretto l’orario a 48 ore. A suo tempo come Anaao facemmo una causa dal giudice del lavoro per il rispetto delle 48 ore perché Il precedente direttore sanitario Oswald Mayr aveva infatti fatto firmare dei contratti individuali di 56 ore, andando contro tutta la normativa italiana ed europea sull’orario di lavoro. Si pensi ai fattori di rischio: per noi era normale fare dei turni di 36 ore di seguito. 

“Non tutti sanno poi che in periferia ci sono un sacco di contratti per reperire anestesisti e ginecologi a Mantova, Padova, ed a prezzi altissimi in libera professione intramoenia. Li cercano in giro per cercare di sostenere un sistema che non regge.”

Insomma: vengono spesi molti soldi per far stare in piedi gli ospedali periferici e invece non si investe in un nodo cruciale di tutto il sistema come quelle del Pronto soccorso di Bolzano. 
Il Pronto Soccorso di Bolzano si prende carico delle situazioni più complesse e quindi deve avere un sistema più attrezzato. Dovrebbe anche essere alleggerito da tutte le situazioni che possono essere gestite in altra sedi. Che sarebbe il territorio. 

Quello di spostare una serie di servizi nel territorio e di convincere le persone a non correre per ogni cosa in Pronto Soccorso è un bel progetto, ma per realizzarlo ci vogliono degli anni…
In realtà non c’è nessun progetto. Il dottor Mayr aveva già garantito un progetto 10 anni fa e non l’ha mai fatto. Nelle altre regioni hanno fatto le case della salute, collaborazioni con i medici di famiglia, ecc. 
Ha fatto bene il sindaco di Bolzano ad andare a vedere di persona. Ha potuto constatare che i tempi di attesa sono elevati perché i personale è oberato e ovviamente l’imbuto ormai è diventato troppo stretto. 
Il carico di lavoro deve essere equamente gestito da tutta la sanità e questo vale anche per l’ambulatoriale. Il centro prenotazioni deve essere per tutta la provincia e le persone vanno distribuite in tutta la Provincia. Non si può sovraccaricare solo Bolzano. Gli ospedali periferici non hanno mai voluto mettere a disposizione le loro agende perché questo avrebbe spostato il caos ambulatoriale anche dalle loro parti. 
Ripeto la pianta organica non c’è ancora. Non si sa qual è la dotazione effettiva che devono avere i singoli reparti. 

“La situazione è allo sfascio e ora bisogna almeno provare a tamponare”

Quando è stato approvato l’ultimo piano sanitario?
Nello scorso mese di dicembre. L’assessora ha detto che è stato lasciato appositamente senza i riferimenti ai reparti e ai servizi. Il direttore generale poi ha comprato un software che si chiama Abaco (Metodo Moirano). Si tratta di un sistema per la quantificazione del personale. Io ho chiesto: perché avete comprato uno strumento che serve di fatto per tagliare il personale se non avete le piante organiche? 

Insomma: da quello che lei dice siamo ancora in alto mare.
No, è sempre peggio. La situazione è sempre più allo sfascio perché nonostante loro incarichino agenzie per il reclutamento di medici e facciano propaganda dicendo che da noi si vede il Rosengarten, in realtà la qualità sta scadendo sempre più. 
Tenga presente il fatto che, oltre al rischio professionale, noi abbiamo un’assicurazione sulla tutela legale. Ebbene: ci hanno appena disdettato il contratto perché sono sempre più gli eventi penali che si verificano. Gli avvisi di garanzia a Bolzano sono aumentati tantissimo. E ce ne sono molti anche in periferia. Come quelli dei punti nascita, numerosi e milionari. 

Ma non esiste un dialogo in merito ra di voi, ASL e l’assessorato provinciale?
Abbiamo chiesto un tavolo paritetico per Pronto Soccorso e Medicine dove doveva arrivare una proposta di cui non vi è ancora traccia. Poi c’è un tavolo con il Comune che mi vede coinvolto anche in qualità di Consigliere Comunale del PD, volto a identificare possibili soluzioni urgenti. 
Insomma, un tavolo con la Provincia e l’Asl non c’è. Loro tendono a negare e a scaricare la responsabilità sul Comprensorio di Bolzano, accusandolo di cattiva gestione. Ma è evidente che si tratta di una falsa accusa. Basta farsi un giro per capire le cose come stanno. 
Non si può tenere tutto, bisogna decidere cosa va incentivato e cosa no. 7 ospedali saranno  difficili da garantire, non c’è il personale, non si riesce a fare. 

Per il Pronto Soccorso quali potrebbero essere eventuali soluzioni rapide per cercare di arginare la crisi?
Assumere immediatamente medici sia per il Pronto Soccorso che per le Medicine. Vanno poi aumentati i letti: hanno fatto delle convenzioni per avere letti a disposizione nelle case di cura private, ma finora non li hanno mai usarti. Poi si possono spostare le persone in altri ospedali. In tutte le regioni ci sono ‘percorsi clinici organizzativi’ per le patologie. Entri in un servizio ed esci dopo un anno magari 6 servizi più avanti, in base ad un percorso programmato. Se altre regioni queste cose le fanno, noi le potremmo per lo meno copiare. 

Si tratta di proposte realizzabili?
Sarebbero realizzabili se ci fosse un minimo di collaborazione. Non vogliono parlarne, tengono tutto per loro, ma hanno fatto fatica persino a nominare il direttore sanitario. Siamo al punto tale che le nomine in Azienda non seguono nemmeno un percorso di normalità. 

Chi è maggiormente responsabile della situazione? Il direttore generale o l’assessorato?
La responsabilità a questo punto non può che essere condivisa. L’assessorato negli ultimi anni non ha fatto nulla, mentre il direttore generale con una sorta di attivismo tecnocratico in realtà ha messo in piedi un sacco di commissioni composte soprattutto da esterni. Ma come si fa a dare consigli stando fuori? 

Gli esperti esterni, già.
Sì, esperti di sanità austriaca e germanica e uno solo di sanità italiana. Per fare un’esempio banale basterebbe guardare all’organizzazione della sanità a Trento, che dista soli 50 chilometri. E’ 100 volte meglio della nostra.

Beh, quello è quasi un tabù in realtà per la SVP.
Sì, ma è noto che i servizi vanno dimensionati in base alla popolazione. Ad esempio un reparto di cardiochirurgia già nel 2015 si è detto che deve essere dimensionato su una popolazione di 1 milione e 200 persone. Questo sia in un’ottica di risorse che di qualità del servizio. 

Insomma per molti servizi occorrerebbe finalmente ragionare non solo in prospettiva provinciale non gravando solo su Bolzano, ma addirittura in prospettiva regionale…
Sì ci vogliono degli accordi strutturati. A Bressanone faranno una cosa e a Brunico un’altra: ci vuole un concreto progetto di eccellenze da spartire, del quale però purtroppo al momento non vi è traccia. 

Vista la gravità della situazione nei prossimi giorni i medici potrebbero anche scendere in sciopero per lanciare in maniera definitiva il loro grido d’allarme?
E’ possibile. Tenga presente un’ultima cosa davvero beffarda: nell’ultima fase della contrattazione ci hanno addirittura chiesto che l’aggiornamento del personale venga fatto al di fuori dell’orario di lavoro. 

Ma come, non lavorate già 48 ore alla settimana?
Bisogna tenere presente che dappertutto l’aggiornamento in sanità è parte del lavoro delle  persone. Ed esistono altri modi per incentivare, che non siano il ’depistare’ dall’aggiornamento. L’aggiornamento è necessario per la qualità e per arginare gli avvisi di garanzia e le eccellenze vanno raggiunte. Le nuove linee guida e le buone pratiche cliniche insomma uno deve potersele studiare e in merito ci vuole tempo e impegno. In ogni caso la cosa peggiore è che il clima di fiducia nell’azienda è completamente crollato. Soprattutto da parte di medici e infermieri si tratta di un vero e proprio sbando. Chi può ed ha una specializzazione se ne va. E sarà difficile riuscire ad invertire questa tendenza.

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stefano Corra Sab, 04/01/2017 - 22:07

Dopo aver lavorato per circa 17 anni in qualita' di medico al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Bolzano (medico di ruolo, quindi bilingue e negli ultimi anni con incarico dirigenziale) e dopo essermi licenziato qualche mese fa ed espatriato (Svizzera) proprio perche' non riuscivo a vedere piu' alcun futuro professionale a Bolzano, mi sento in dovere di raccontare un po' la cronistoria di questo ormai "maledetto" Pronto Soccorso.

Io arrivai dal Veneto nel 2000 al Pronto Soccorso di Bolzano. Avevo gia' lavorato alcuni anni di ruolo in Veneto in vari PS e l'arrivo a Bolzano mi fece scoprire una realta' che allora sembrava molto privilegiata rispetto al Veneto: reparto ben attrezzato, nessuna difficolta' di posti letto per i ricoveri, tempi di attesa per le visite assolutamente ragionevoli.

Nel giro di pochi anni la situazione e' gradualmente peggiorata. I posti letto hanno cominciato a ridursi, i pazienti dovevano essere sottoposti a sempre piu' accertamenti prima di poter disporre il ricovero, per molti anni abbiamo lavorato senza un sistema informatico (arrivando dal Veneto dove erano gia' in uso sistemi informatici, la cosa inizialmente non mi impressiono' particolarmente, visto che molti altri aspetti dell' ospedale di Bolzano erano sicuramente migliori, ma con il tempo il vedere che il nostro reparto era ormai praticamente l'ultimo rimasto in Italia senza sistema informatico metteva un po' di tristezza), i tempi di attesa hanno cominciato a dilatarsi, lo stress lavorativo per medici ed infermieri e' andato via via aumentando.

Intorno al 2005 si e' cominciato a parlare di evoluzione del PS con l'attivazione di un reparto di medicina di urgenza. Ricordo che in tale occasione diedi una mano all'allora primario Dr. De Giorgi a calcolare quali sarebbero state le risorse di personale necessarie per tale progetto. Un tale progetto, anche se estremamente impegnativo dal punto di vista organizzativo e professionale avrebbe sicuramente evitato di arrivare al punto di oggi. Il tutto fini' in una bolla di sapone e non se ne parlo' piu'.

Successivamente la situazione e' andata progressivamente in peggioramento, con un costante aumento dei tempi di attesa, sempre piu' lamentele da parte dell'utenza, sempre piu' denuncie e sempre maggio stress per il personale.
Quindi lentamente medici ed infermieri hanno cominciato ad andarsene dal PS. A questo fatto non e' mai stato dato un gran peso, un po' perche' inizialmente si riuscivano a trovare le sostituzioni, un po' perche' il tutto veniva attribuito al normale turnover e non ad una situazione di disagio del personale.

I problemi del Pronto Soccorso di Bolzano non sono mai stati presi in considerazione con serieta' e determinazione, neanche a fronte dei dati forniti dal progetto Lean Management (progetto voluto e finanziato dall'Azienda Sanitaria), dove si vedeva chiaramente che il carico di lavoro del PS di Bolzano era enormemente piu' grande degli altri PS della Provincia, ma soprattutto che in alcune fasce orarie tale carico era praticamente ingestibile (se ricordo bene in alcuni casi un medico aveva in carico 25 pazienti contemporaneamente!) con evidenti rischi sia per il personale, ma soprattutto per il paziente. Questi rilevamenti sono stati fatti piu' di due anni fa!

Quando leggo sul giornale che con il 2018 la Dr.ssa Stocker fara' lavorare la guardia medica nei locali del PS, e non ora perche' attualmente non ci sono gli spazi, mi viene da sorridere. Vorrei ricordare alla Dr.ssa Stocker che di notte i locali dell'area verde (4 ambulatori!) sono chiusi e quindi inutilizzati e nel fine settimana (salvo cambiamenti successivi alla mia dipartita) ne viene utilizzato uno su quattro!). Volendo le soluzioni ci sono, e forse anche piu' semplici di quanto possa sembrare...

Concludo dicendo che la scelta di andarmene dal Pronto Soccorso di Bolzano, dopo 17 anni di lavoro, non e' stata una scelta facile e mi e' anche molto dispiaciuto, ma la frustrazione e l'assenza di prospettive di miglioramento lavorativo e professionale hanno avuto il sopravvento.

Sab, 04/01/2017 - 22:07 Collegamento permanente