Ambiente | L'acquisto dei 150 bus diesel del 2013 (e probabili prossimi venturi) come esempio di incoerenza della politica provinciale

Mobilità sostenibile: come avere una strategia completa e poi buttarla dalla finestra

Quanto sia incoerente la politica della mobilità sostenibile tenuta negli ultimi anni dalla Provincia di Bolzano lo dimostra un “reperto archeologico” del web.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

È, infatti, ancora online il minisito web dedicato alla “Fiera Mondiale Autoveicoli a Gas Naturale e Idrogeno”, tenutasi a Bolzano a giugno 2005.

Mi sono soffermato più volte negli ultimi cinque anni sul tema evidenziando la non coerenza di talune scelte fatte in passato. La prova arriva proprio da quelle pagine web. E’ davvero interessante cosa disse allora l’ex Landsehauptmann Luis Durnwalder in occasione dell'inaugurazione (cioè chi gli ha scritto il discorso):

(...) E il futuro attuale e prevedibile dell'approvvigionamento energetico per i veicoli è il gas metano. Tra l'altro, causando il gas naturale il 20% in meno di emissioni rispetto alla benzina. Gli esperti concordano sul fatto che a breve e medio termine il gas metano sarà probabilmente l'alternativa più comune rispetto a benzina o gasolio. (...)

Il nostro obiettivo è ora quello di convincere la gente della utilità e dei benefici delle auto a gas metano. Allo stesso tempo, dobbiamo offrire una corrispondente offerta di strutture - cioè una fitta rete di stazioni di rifornimento di gas metano al fine di rispondere alle esigenze sul lato lato della domanda. (...)

Per quanto riguarda il trasporto pubblico, vogliamo convertire l'intera flotta di autobus urbani a metano entro i prossimi cinque anni. (...)

Il nostro obiettivo, quindi, è che l’Alto Adige deve già essere un esempio per una rete di gas metano esemplare, che contemporaneamente punta sul futuro dell'idrogeno come tecnologia propulsiva pulita e rivoluzionaria. Soluzione ideale in una Provincia che si basa fortemente sulla politica lungimirante e la legislazione, le energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica in tutti i settori e di nuove soluzioni di mobilità. (…)

(n.b. traduzioni dal testo originale in lingua tedesca)

Insomma, nel 2010 avremmo dovuto avere tutti bus a metano, invece… Quel che colpisce è che vi fosse un’idea chiara allora ma, soprattutto, integrata fra le varie soluzioni di mobilità sostenibile pensando alle soluzioni presenti e a quelle future.

Ma già nel Piano Clima Energia-Alto Adige-2050 di queste affermazioni si trova poco se non qualcosa di programmatico per il tpl (punto 3.5.5.2 Trasporto pubblico locale), che è stato ignorato dalla stessa Giunta Provinciale con il massiccio acquisto di bus a gasolio fra il 2011 e il 2013. Con la prospettiva di acquisti di altri bus a gasolio a breve ma su questo nessuno si è finora espresso. Tacendo dello sviluppo della mobilità a metano e relativa rete di rifonrimento, di fatto bloccata (in modo silenzioso) ormai da diversi anni.

Quindi la foto con i due ex assessori Laimer (ambiente) e Widmann (trasporti) davanti ad un bus a metano, oggi stride parecchio con quanto (non) è stato fatto rispetto a quanto si dichiarava nello stesso minisito, dove si legge nel paragarafo “Muoviamo il futuro: l'autobus a metano” (scritta che ancora oggi campeggia su diversi bus a metano della Sasa!) fra l’altro:

(…) Il gas a metano si propone come valida alternativa alla benzina e al gasolio. (…)

Con l’introduzione dei bus a metano nel trasporto pubblico locale nell’ambito urbano l’Alto Adige ha fatto un decisivo passo avanti verso una nuova qualità di vita. I nuovi mezzi sono tra gli elementi che caratterizzano il nuovo progetto di trasporto eco-compatibile. (…)

Questo progetto che fine ha fatto? Quindi cosa è successo dal 2005 ad oggi? Solo chi scrisse l’intervento di cui sopra assieme alle aziende di tpl coinvolte, possono dare una risposta. Che, per essere chiari, in questi anni non è mai arrivata, né ci si è mai impegnati a comunicare il “cambiamento di rotta” rispetto a quanto si voleva fare nel 2005.

In poche parole, perché si è cambiata rotta rispetto a quanto si era prospettato nel 2005? Il reale paradosso è che quei concetti espressi nel 2005 oggi sono applicati in alcuni paesi nordeuropei. In Alto Adige invece no. Davvero una prodezza in senso negativo, purtroppo. Anche perché non vi è mai stato dibattito su questi temi. In sintesi: trasparenza zero, comunicazione e dibattito inesistenti. E poi si blatera di partecipazione...