Politik | Comparativa

L'Italia spiegata da un tedesco

Un amico giornalista mi spiega cosa manchi all'Italia per diventare come la Germania. Solo una qualità, ma fondamentale.
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Foto: upi

Stamane prendevo un caffè con un giornalista di Dortmund. Ama l'Italia, legge l'italiano e scrive correttamente in inglese. Segue quotidianamente la politica italiana per il giornale nel quale lavora.

Abbiamo parlato della situazione politica e gli ho chiesto l'autorizzazione a divulgare il suo pensiero. Lui ha acconsentito, a patto che non lo menzionassi, perché prima di concedere interviste ufficiali a colleghi dovrebbe chiedere l'autorizzazione, ma noi eravamo al bar e si stava chiacchierando. Ecco, in sintesi cosa mi ha detto.

“Vedi, Jimmy, voi italiani avete un problema primario che non è la Costituzione o il Senato che fa quello che fa la Camera o l'intrusione della Corte Costituzionale che vi smonta le leggi pezzo a pezzo (mi cita il caso del tetto alle indennità di mandato introdotto dal governo Monti, poi ammazzato dalla Corte). Anche da noi tra le diverse regioni le cose non vanno proprio benissimo, con la Baviera che finanzia l'inefficienza di altre regioni e con la nostra Alta Corte che spesso modifica il senso delle leggi approvate. Siamo abituati, ma reagiamo di fronte a tutto, anche all'invasione di immigrati: siamo a 1 milione e mezzo negli ultimi 16 mesi. Li inquadriamo e facciamo studiare e lavorare. Ora sono troppi, la Merkel prende parola al suo Congresso e dice 'Stop'. Una virata politica sul tema. Immagina cosa sarebbe successo in Italia. Invece, in Germania le polemiche sono poche e sterili, perché Merkel aveva un problema e lo ha risolto. Punto.

Quello che noi abbiamo nel DNA e che a voi manca è, appunto, la capacità di reazione ai problemi. Reazioni pragmatiche e non ideologiche, perché prima ci sentiamo tedeschi, poi socialisti o socialdemocratici. Quella reazione che ha permesso alla Germania di uscire da due guerre mondiali, una riunificazione e una crisi dei mercati, ma sempre più forte di prima. Noi reagiamo cambiando con comportamenti diversi tanto quanto nuove leggi, ma quelle vecchie spariscono e basta, non perché il nostro sistema legislativo è più efficace, credimi - potrei menzionarti mille casi simili ai vostri. Noi reagiamo perché il nostro DNA ci impone di dare apprezzamento, eleggere e confermare solo quei politici capaci di reagire ai problemi. Lo vedi in mille settori della società civile. Vai in una città, c'è un problema, ci torni dopo due settimane e quello stesso problema o lo hanno risolto o stanno decidendo come risolverlo. Accade ad ogni livello, dalle scuole, dove si insegna proprio a risolvere problemi di qualsiasi natura, fino al sistema universitario, molto pratico, pragmatico.

Io a Roma vado da due decenni per lavoro. Da ormai 7-8 anni alloggio in un Hotel. Molto bello, centrale e che offre tutti i comfort. Recentemente mi è capitata una stanza. Ora la richiedo espressamente, ha una bella vista su Roma - la vostra ineguagliabile forza che vi tiene a galla - ma la maniglia della porta del bagno, mi spiegano, era difettosa da ormai un paio di anni. Alla reception lo sapevano e non reagivano. Eppure, è una struttura piccola e agile, potevano farlo, ma non lo facevano.

A Roma - ma guarda che l'Italia io l'ho girata in lungo e largo - ci sono buche storiche nelle strade, cartelli divelti da secoli, muri imbrattati da sempre, credo. E nessuno reagisce. Tu mi dirai che il Movimento 5 Stelle, la Lega e i partiti di protesta, almeno loro, chiedono di reagire, ma io ti dico che non devono essere i partiti a proporre reazioni, devono essere i cittadini a pretenderle a chi li governa in quel momento. Stare lì alla finestra e dire: 'allora, lo fai o non lo fai, perché se non lo fai puoi essere anche mio fratello, ma ti mando a casa, subito'.

Io non so come fare a trasferire questa nostra qualità a voi italiani. Non credo sarà mai contenuta in nessuna riforma costituzionale o decreto legge, ma credo che questo sia il vostro grande problema. Non reagite, e non lo fate per mille ragioni che non voglio affrontare qui per un motivo semplice. Se lo facessi, sembrerei un italiano, invece, sono tedesco, e se la maniglia non va la cambio e basta. Esattamente quello che hanno dovuto fare in quell'Hotel a Roma, la seconda volta che mi hanno dato la stanza, perché altrimenti avrebbero perso un buon cliente”.