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Gesellschaft | Maltrattamenti

Operazione simpatia

Se gli altri ci vedono con scarsa benevolenza sarà forse perché anche noi proviamo scarsa benevolenza verso di loro?

Qualche mese fa fui invitato ad una trasmissione televisiva per discutere di un tema che, a quanto vedo, si ripresenta ciclicamente. Già allora provai molta perplessità, sentendo piuttosto la necessità di invertire i termini della questione proposta: possibile che se il Sudtirolo e i sudtirolesi suscitano, in Italia, diffidenza e antipatia ciò dipenda (anche) dalla diffidenza e dall'antipatia che l'Italia e gli italiani suscitano in Sudtirolo? A giudicare da molte delle reazioni espresse in rete, in particolare sulle pagine Facebook dei nostri patrioti, tale reciprocità è del tutto ovvia e viene addirittura esibita con orgoglio. Ecco per esempio cosa scrive un certo Reinhard Holzeisen, intervenendo sul profilo di Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit): “Wenn mir sou weitermochen nocher werfen sie ins vi den Stoot aussi”. Come dire: non preoccupiamoci, facciamo tranquillamente gli stronzi, così ci buttano fuori dallo Stato. Il povero Holzeisen non brilla per acume. Se qualcuno mi sta sulle balle perché lo considero arrogante e privilegiato, farò di tutto per colpirlo proprio in questa sua smania di rendersi indipendente, sfruttando ogni argomentazione utile a farlo marcire nell'impossibilità di realizzare il suo intento. Il nazionalismo serve per sprofondare in una spirale di reciproco fastidio e risentimento. Spiegare queste cose ai patrioti sarebbe però una perdita di tempo. Di altro avviso sembra per fortuna essere chi interpreta il Sudtirolo istituzionale, giustamente preoccupato che dalla percezione negativa emergano più problemi che soddisfazioni. Ecco così il progetto di restaurare l'immagine del Land nel resto del Paese mediante una cosiddetta “operazione simpatia”, anche se francamente non si capisce bene cosa significhi. Se ci lasciamo guidare nella ricerca dai menzionati termini “arroganza” e “privilegio” (cioè dai principali capi di accusa) bisognerebbe puntare forse al loro contrario? Dovremmo insomma produrre l'immagine di un Sudtirolo “modesto” e “normale”? Aiuterebbe magari cambiare la dizione “autonomia speciale” in quella di “autonomia relativa”? Sarebbe un esperimento interessante. Immaginiamolo. Cari italiani, non preoccupatevi, anche qui da noi non è tutto oro quel che luccica e comunque anche da voi, ne siamo convinti, ci sono cose buonissime e bellissime che noi ammiriamo tantissimo. E soprattutto: non pensate che noi siamo qualcosa di troppo diverso da voi, facciamo parte a pieno titolo dell'Italia, ne condividiamo molti meriti e molti difetti, dobbiamo solo lavorare tutti insieme per migliorarci. Udiremo mai frasi del genere dalle nostre parti? Viene quasi da sorridere. Inoltre, quando si affrontano discorsi come questi (in verità molto oziosi), si parte sempre dal presupposto che per Sudtirolo e sudtirolesi s'intenda una terra meramente “tedesca” e abitata solo da “tedeschi”. Dalla scena spariscono completamente invece gli altoatesini di lingua italiana che – secondo la profezia di Sebastiano Vassalli – sono da tempo diventati completamente trasparenti. E pensare che, invece, i più “arroganti”, i più “rancorosi”, i più “antipatici” potrebbero apparire proprio loro, sempre lì a protestare per tutto, a lagnarsi di tutto, a secernere bile e scontento pur vivendo in media meglio dei loro compatrioti che risiedono a sud di Salorno.

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Mensch Ärgerdi… Mo., 16.04.2018 - 13:07

"non pensate che noi siamo qualcosa di troppo diverso da voi, facciamo parte a pieno titolo dell'Italia, ne condividiamo molti meriti e molti difetti, dobbiamo solo lavorare tutti insieme per migliorarci."
Così l'italiano medio risponderebbe "bene, se non siete diversi perché avete una sfilza di privilegi che noi non abbiamo?"
Un'obiezione che porterebbe a trovare la soluzione dei problemi di tutti nel federalismo, che però è troppo di "destra" per essere accettabile, specie a sud della pianura padana.

Mo., 16.04.2018 - 13:07 Permalink