Politik | Bolzano

La corsa agli studentati privati

La Giunta provinciale approva oggi la “convenzione tipo” per gli studentati in Zona produttiva. Mathà (unibz): “Calmierare i canoni”. Gli studenti chiedono più diritto allo studio.
Studentato tosolini
Foto: Salto.bz Fabio Gobbato

La “convenzione tipo” per poter avviare la costruzione degli studentati privati in Zona produttiva verrà approvata nella seduta di oggi dalla Giunta provinciale. È questa la notizia che attendevano gli imprenditori che si dicono pronti a investire sui posti letto per chi studia all’Università di Bolzano, nonostante la previsione di legge del vincolo tavolare sulla destinazione d’uso per vent’anni. Ed è una “buona notizia” anche per unibz. “L’abbiamo attesa a lungo” conferma a salto.bz il direttore della Libera Università Günther Mathà, “gli strumenti giuridici che consentono al Comune di Bolzano di attivare le consultazioni con i privati disposti a mettersi nel campo della costruzione di studentati possono essere avviati”.

 

 

È una questione di tempistiche, entro un anno sarà consegnato l’edificio della nuova Facoltà di ingegneria, a due passi dal Noi Techpark: “Nel nuovo contratto programmatico ci siamo impegnati di una crescita del corpo studentesco soprattuto in ambito tecnico-scientifico e agroalimentare tra il 10 e il 15% nei prossimi due anni. In Italia cala il numero degli studenti, molti rinunciano agli studi, perciò dobbiamo costruire un pacchetto interessante e lo studentato è decisivo”, spiega Mathà, perciò “ci auguriamo i progetti si attivino entro brevissimo e a questo punto auspichiamo che il Comune, una volta creati i presupposti dalla Provincia, sia celere e non s’assista alla stessa lentezza del passato. Entro 5-6 anni sarebbe troppo tardi. Motivo per cui costruire uno studentato pubblico richiederebbe troppo tempo.”

 

La Provincia si affida al mercato

 

Già, perché è sul privato che la Provincia di Bolzano ha scelto di puntare per risolvere l’annosa sete di posti letto per studenti universitari. “Da diversi anni il numero di posti nei convitti non corrisponde alla domanda effettiva. 1200 studenti e studentesse hanno fatto domanda per i 719 posti letto in Alto Adige. I posti letto messi a disposizione a Bolzano sono 602, quelli a Bressanone 117. Attualmente non ci sono posti letto a canone provinciale a Brunico” si legge in una risposta dell’assessore al diritto allo studio Philipp Achammer a un’interrogazione del Team K. Nella stessa risposta, la Giunta provinciale conferma inoltre di non avere intenzione di costruire studentati pubblici né al momento è previsto l’avvio di nuove convenzioni per ulteriori posti letto, preferendo affidarsi al mercato ovvero demandando tutto ad iniziative private. “Se costruiamo uno studentato per mano pubblica, lo avremo tra sei, sette anni e questo è troppo tardi”, ha aggiunto lo stesso Achammer alla recente Podiumsdiskussion promossa dalla sh.asus, l’associazione degli universitari sudtirolesi, “e dato che siamo lenti, dobbiamo favorire l'iniziativa privata. Ecco perché sono favorevole allo stanziamento di fondi pubblici per i privati: perché sono più veloci di noi”.

 

 

Sinora, la politica delle convenzioni stipulate tra Provincia e proprietari degli studentati, strutture già finanziate con fondi pubblici fino al 90% come stabilito dalla Legge provinciale sul diritto allo studio del 2004, ha visto l’integrazione con fondi pubblici per i costi di gestione. Il canone d’affitto stabilito dal convenzionamento (300 euro per una singola e 230 euro per un posto in doppia) infatti non basta a coprire i costi delle strutture, e così la Provincia copre la differenza: il prezzo ‘vero’ della stanza è dunque di circa 450/500 euro per camera. “Una singola di Univercity invece ha un costo di 380 euro complessivi per la Provincia, a dimostrazione che gli studentati pubblici costano di meno” sostiene il Team K. Per Philipp Achammer invece ci sarebbe un’ulteriore opzione: “Negli ultimi anni la domanda di posti per studenti delle scuole superiori è in calo, il che significa che i posti letto nei convitti per le scuole di Bolzano potrebbero essere convertiti in studentati universitari”.

 

“Chi prima clicca, meglio alloggia”

 

Per gli studenti dell’unibz, quella degli studentati privati non sembra essere la soluzione. Lo hanno ribadito anche alla recente due giorni “Abitare stanca” a Bolzano: “La Provincia deve cambiare i criteri di accesso al posto letto dello studentato. Attualmente è un click day: chi prima fa domanda, meglio alloggia senza tenere conto della condizione economica della famiglia di origine”, raccontano. La proposta è quella di creare un’Opera universitaria, ovvero un ente provinciale per il diritto allo studio, sulla falsa riga di Trento, perché “diritto alla casa equivale a diritto allo studio”. “Per il clickday possiamo discutere di nuovi criteri. Abbiamo già le borse di studio legate al reddito, magari si potrebbe introdurre il criterio del merito” aveva suggerito l'assessore Achammer durante il dibattito dell’sh.

Per Günther Mathà la questione è più complessa: “Il problema non è se ci sia o meno un’opera universitaria, gli uffici provinciali bastano allo scopo” ma “creare posti letto pubblici per studenti che non hanno le capacità finanziarie è una questione di interesse pubblico. Perciò Provincia e Comune devono gestire questa operazione”. All’unibz “vanno bene sia gli studentati realizzati per mano pubblica, sia quelli gestiti per conto di privati” ma, sottolinea Mathà, “il problema dei prezzi c’è, quando interviene il privato. Se un posto letto costa 8-900 euro, sarà accessibile a qualche ricercatore, ma non per gli studenti fuori sede. La Provincia, visto che è una questione di interesse pubblico, deve intervenire e calmierare i prezzi sul mercato libero. Non basta lasciar costruire studentati ai privati, bisogna gestire l’operazione perché altrimenti potrebbe non funzionare". Il meccanismo dell’introito familiare è sicuramente migliore del click-day, dove “chi prima arriva meglio alloggia”, conferma il direttore di unibz.

 

 

Riguardo la Zona industriale, il Comune dovrà scrivere il bando per individuare i nuovi studentati tra le proposte dei privati. “Di quali criteri terrà conto il bando?” chiede il Team K, secondo cui sarà importante che i criteri siano stabiliti assieme all’università e alle associazioni studentesche “che conoscono le esigenze degli studenti”. L’urgenza è “seguire criteri quali il fabbisogno e la programmazione a lungo termine”. “La stesura del bando dei criteri di valutazione delle offerte sarà concordata tra Comune, Provincia e ateneo. I tempi non sono ancora stati definiti, ma andremo a fare convenzioni a tre, Comune, Provincia e unibz” fa sapere il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi rispondendo al Team K. Il primo cittadino si spinge però oltre: “Nella pubblicazione del bando-avviso, si potrebbe prevedere un criterio premiante per chi sia disponibile ad utilizzare gli stessi canoni calmierati determinati dalla Provincia, ancorché non ci fosse convenzionamento tra privato ed ente pubblico”.

 

Sodalizio cattolico, nessuna novità

 

Intanto, per i progetti già in essere, non si conoscono i tempi. Per lo studentato del Sodalizio Cattolico in via Vintler e quello della Scuola Claudiana non è chiaro se verranno concessi i finanziamenti richiesti con fondi PNRR: le graduatorie non sono ancora state pubblicate. “Il Sodalizio Cattolico non conosce l’esito del bando e con quale importo” ha spiegato in Consiglio comunale il sindaco Caramaschi, “ma il Sodalizio sta valutando di partecipare al più recente bando con il medesimo progetto. È in contatto perciò con gli uffici competenti della Provincia”. I due studentati in costruzione ai Piani di Bolzano, invece, sono edificati secondo la vecchia legge urbanistica, prevedendo alberghi o mini-appartamenti. “Non vi è la certezza che diventeranno degli studentati né conosciamo la loro politica dei prezzi”, attacca il consigliere comunale Matthias Cologna (Team K), “i costruttori sostengono che il prezzo sarà sicuramente superiore ai 300 euro della convenzione provinciale”.

 

 

Il rischio, sottolinea ancora il Team K, è di sottovalutare il modello di business dei nuovi studentati privati, come dimostra il costo di gestione per camera delle strutture già esistenti, “con costi per camera che salirebbero a 400-500 euro, corrispondenti al prezzo di mercato degli appartamenti di Bolzano”. Occorrerebbe perciò “una cabina di regia pubblica tra Provincia, Comune e unibz, chiarendo a priori se conviene lasciare costruire ai privati - prima di accorgersi che i prezzi sono alti e si debba andare al convenzionamento con le integrazioni - e se sia necessario costruirli in zona industriale, nel caso il fabbisogno fosse già coperto da Claudiana e Sodalizio Cattolico”.

 

L'affare PNRR

 

Tornando al Sodalizio Cattolico e all’inseguimento dei fondi PNRR, se si guarda alla situazione nazionale ci si accorge che attingere ai contributi europei sta diventando un ghiotto affare per i privati. In risposta alla mobilitazione nazionale contro il caro affitti, la ministra dell’università Anna Maria Bernini ha annunciato di aver sbloccato 960 milioni di euro stanziati dal “Piano nazionale di ripresa e resilienza” per affidare ai gestori di studentati la creazione di 60mila nuovi posti letto entro il 2026. Con questi fondi i gestori possono acquistare o prendere in locazione immobili e appartamenti da destinare a studenti, con un vincolo d’uso che è stato ridotto da venticinque a dodici anni; gli immobili acquistati resteranno di loro proprietà. I canoni di locazione che saranno pagati dagli studenti non sono stati definiti dal ministero.

 

 

“È stata proprio la volontà politica di disinvestire e vendere il patrimonio pubblico a indebolire gli enti pubblici e a privarli di strumenti per garantire il diritto alla casa e allo studio” sostiene la ricercatrice Sarah Gainsforth in un articolo su L’Essenziale. A Pisa uno studentato pubblico con 317 camere è chiuso dal 2009 ed è in vendita sul portale istituzionale per la dismissione del patrimonio pubblico. Secondo Gainsforth “gli stessi enti pubblici hanno in parte assimilato l’ideologia del mercato diventandone un’estensione. All’Aquila l’ente per il diritto allo studio (Adsu) non ha partecipato ai bandi del Pnrr per nuovi posti letto, nonostante l’unica residenza pubblica stia per chiudere. A Padova i posti letto in residenze pubbliche sono solo 1.765 a fronte di 70mila studenti”. “L’università continua ad aumentare i corsi, ma le case non ci sono”, sostengono gli attivisti padovani. Sarà questo il futuro di Bolzano come città universitaria?

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Massimo Mollica Di., 13.06.2023 - 08:47

Premesso che in zona Aslago c'è l' ex scuola St. Josef abbandonata di via Castel Flavon che grida vendetta! Sicuramente c'è tanta burocrazia che ha bloccato tutto. E chissà quante altre realtà sono bloccate e nessuno se ne vergogna per questo.
Premesso tutto questo finchè non si disincentiverà la speculazione edilizia non si avrà mai una soluzione reale. Non bisogna premiare, come sostiene il Sindaco, chi affitta a prezzi calmierati (che tanto, conoscendo i Bolzanini, non affitteranno mai a studenti), semmai bisogna punirli il più possibile se lasciano sfitti i loro appartamenti. La copertina di questo articolo mostra una costruzione che in un paese moderno non è concepibile. Chiunque lo abbia costruito dovrebbe pagare non solo tasse altissime ma pure multe reiterate.
Breve chiusura: una nazione con un altissimo debito pubblico ma con altrettanti alti risparmi personali, che arrivano fino alla tomba, non può funzionare. Si uccide il futuro dei giovani e della nazione stessa.

Di., 13.06.2023 - 08:47 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Di., 13.06.2023 - 09:48

Nur einige Fragen. Wie kommt man zu diesen Preisen? Sind diese Preise "all inclusive"? Kann ich als privater Hausbesitzer 3 Zimmer an Studenten vermieten, 300€ von den Studenten kassieren, und dann von der Provinz den Rest um auf 480-500 € zu kommen?

Di., 13.06.2023 - 09:48 Permalink
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Walter Donegà Di., 13.06.2023 - 12:11

Se non ci si può espandere il larghezza per via di meleti, vigneti, montagne cosa ci resta? Andare in altezza, visto che in basso c'è la falda. Bolzano is the new Manhattan. Battute a parte forse è il caso di valutare le varie "cattedrali" non utilizzate e lasciate vuote. Demandare ai privati lo vedo bene come un metodo per far ingrassare questi ultimi con i soldi pubblici.

Di., 13.06.2023 - 12:11 Permalink