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Politik | Italia

Qualcuno ha visto la Sinistra?

PD, Liberi e Uguali, Potere al Popolo: un bilancio impietoso.
Per chi guarda alla politica da una prospettiva di Sinistra, il governo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle è un condensato di liberismo e xenofobia di raro raccapriccio. Da una parte si chiudono i porti alle navi delle ONG cariche di migranti, si abolisce la protezione umanitaria e si tagliano i fondi per i centri SPRAR, dall’altra si approvano misure economiche iperliberiste come la flat tax e vecchi cavalli di battaglia della destra berlusconiana come il condono fiscale. In un simile contesto, si tenderebbe a pensare che non vi possa essere momento più favorevole alla riscossa della Sinistra, pur nel suo variopinto e multiforme frazionamento. Ebbene, non solo non se ne vede traccia, ma il declino dei partiti sopravvissuti all’ecatombe delle ultime elezioni sembra non avere fine.
Per chi guarda alla politica da una prospettiva di Sinistra, il governo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle è un condensato di liberismo e xenofobia di raro raccapriccio.
Per quanto riguarda il PD (chiedo scusa ai lettori se inserisco il PD in un articolo sulla Sinistra), lo sforzo titanico profuso da Renzi per cancellare anche le ultime tracce di socialdemocrazia presenti nel suo partito ha portato al rovinoso risultato del 18,7 % alle elezioni del 4 marzo. Il patto del Nazareno col pregiudicato Berlusconi per riformare legge elettorale e Costituzione, l’abolizione dell’IMU anche per i ceti più abbienti, la manomissione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, l’ulteriore precarizzazione dei contratti di lavoro con l’approvazione del Jobs Act e infine la riforma costituzionale più demenziale dell’antropocene hanno avuto l’effetto di uno tsunami.
Al che, invece di convocare un congresso per analizzare la serie interminabile di errori, fare tabula rasa della vecchia dirigenza, definire la linea programmatica per i prossimi cinque anni ed eleggere un nuovo segretario nazionale, gli esponenti delle 11 correnti del partito (l’obiettivo a medio termine è di crearne una per ogni elettore) hanno iniziato a scannarsi sull’opportunità di convocare o meno il congresso prima delle elezioni europee del 26 maggio 2019 e perfino sulla prospettiva di sciogliere il partito per confluire in un fronte europeista che abbracci cattolici centristi e liberali (i monarchici no?).
 
 
Lo sforzo titanico profuso da Renzi per cancellare anche le ultime tracce di socialdemocrazia presenti nel suo partito ha portato al rovinoso risultato del 18,7 % alle elezioni del 4 marzo.
Ma allora, si dirà, a colmare la voragine lasciata dal PD ci penseranno gli unici due partiti di Sinistra rimasti in Parlamento. Liberi e Uguali, secondo tutti i sondaggi, naviga appena sopra il 2 % delle intenzioni di voto ed è quindi a un passo dalla scomparsa (infatti Sinistra Italiana e Articolo 1-Movimento dei Progressisti, che insieme a Sinistra Ecologia e Libertà avevano dato vita al nuovo soggetto politico, hanno già annunciato la loro fuoriuscita). Sarà che la presenza del partito nel dibattito pubblico è pressoché inesistente, sarà che il suo leader Pietro Grasso è una gran brava persona ma ha il carisma e la forza retorica di un nonno appisolato in ciabatte, sarà che non si intravvede una plausibile strategia di uscita da decenni di liberismo che prospetti un mutamento radicale per le classi meno abbienti, fatto sta che l’elettorato di Sinistra, ammesso che ci sia ancora, non ritiene Liberi e Uguali un partito degno di rappresentarlo.
 
Il suo leader Pietro Grasso è una gran brava persona ma ha il carisma e la forza retorica di un nonno appisolato in ciabatte
Rimarrebbe Potere al Popolo. Che dire? Anch’esso tra il 2 e il 3 % dei consensi (alle elezioni di marzo aveva preso l’1,1 %), un mese fa il partito è riuscito a scindersi in due tronconi al momento di votare lo statuto. Corrado Guzzanti, nella sua imitazione di Fausto Bertinotti, teorizzava infinite scissioni fino a creare milioni di microscopici partiti comunisti che avrebbero attaccato la destra come sciami di particelle virali.
Naturalmente sappiamo che moltissimi ex elettori di Sinistra, disgustati dalla sequenza agghiacciante di scelte disastrose e interminabili lotte intestine, hanno votato M5S. Eppure, nonostante i grillini al potere stiano dando dimostrazioni di inettitudine che nemmeno il cabarettista più spregiudicato avrebbe mai osato immaginare (sono pure riprese le espulsioni, in questo caso di due senatori che si sono rifiutati di votare a favore del condono edilizio a Ischia), l’inevitabile calo dei consensi non sembra avvantaggiare i partiti di Sinistra nemmeno in minima parte.
Naturalmente sappiamo che moltissimi ex elettori di Sinistra, disgustati dalla sequenza agghiacciante di scelte disastrose e interminabili lotte intestine, hanno votato M5S.
Chi come il sottoscritto ulula nel deserto di diritti materiali e di implosione imminente dei mercati finanziari e di superamento del modello di sviluppo basato sul libero mercato, attorno a sé non vede che macerie. L’auspicio di assistere alla nascita di una Sinistra radicale di ispirazione marxista costituita da personalità di spessore morale e intellettuale all’altezza di accogliere le sfide del 3° millennio, non trova al momento riscontri oggettivi.
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Klaus Hartmann Mo., 19.11.2018 - 14:26

Concordo.
Gli elettori di sinistra ci sono ancora.
Non sono i partiti di sinistra che hanno perso i loro elettori, ma sono gli elettori di sinistra che hanno perso i/il loro partito.

Mo., 19.11.2018 - 14:26 Permalink
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Martin Daniel Mo., 19.11.2018 - 15:16

L'affermazione: "il governo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle è un condensato di liberismo e xenofobia di raro raccapriccio" non risponde al vero perchè trascura una parte essenziale del programma e dell'attuale manovra di governo e più esattamente i capisaldi più costosi: il reddito di cittadinanza, l'aumento della pensione minima e la riduzione dell'età pensionistica. Si tratta di misure tipiche di una politica di sinistra sia per quanto riguarda i destinatari che per quel che concerne il loro finanziamento tramite deficit, tutto il contrario dell'austerità liberista.

Mo., 19.11.2018 - 15:16 Permalink
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luigi spagnolli Mo., 19.11.2018 - 18:03

L'articolo mescola con sapienza considerazioni soggettive, condivisibili o meno che siano, sull'attuale governo e luoghi comuni spacciati per analisi oggettive sulla colorazione politica degli elettori italiani. Con sapienza mirata, direi, avendo l'obiettivo, che poi chiaramente si manifesta, e che è comune a molti, di sparare una volta di più sulla Croce Rossa PD. Lungi da me invischiarmi nell'inutile, ma foriera di godimento per un sacco di gente, polemica Renzi no/Renzi sì/Renzi chi ovvero PD/non PD: una considerazione di fondo sulla Sinistra però ci sta. Le elezioni degli ultimi tre decenni hanno progressivamente fatto sparire il voto d'opinione, per cui fino agli anni '90 c'erano elettori di destra e di sinistra fedeli per la vita, salvo qua e là cambiare sigla; in cambio sono arrivati gli elettori tifosi, che grazie alla capacità dei capipopolo candidati di toccarli nelle corde sensibili si sono schierati magari anche a destra o a sinistra, ma senza essere di destra o di sinistra. Cominciò in modo scientifico Berlusconi, che usò il termine Sinistra per stimolare reazioni in direzione sua propria nelle pance della piccola imprenditoria borghese del Centro Nord: gli eredi del PCI reagirono indispettiti, come sempre la Sinistra vera rispetto a quella che considera la Destra becera. Nacque così il bipolarismo recente, vero bipolarismo tra una falsa Destra e una falsa Sinistra: infatti è bastato un abile cabarettista supportato da abili manipolatori dei social, e di conseguenza dei media che ai social corrono dietro come cagnolini, per spostare milioni di voti presuntamente di destra e di sinistra in un piccolo firmamento di stelle, cinque in tutto, speriamo non cadenti (ma temo). Per tutto quanto sopra ritengo il cimentarsi in dotti dibattiti sulla Sinistra, oggi, un bello sforzo accademico del tutto inutile: perché il popolo elettore decide chi votare per tutt'altre ragioni rispetto alla Destra e alla Sinistra. Salvo che il capopopolo pro tempore non usi una delle due come Nemico, dandole, creduto, colpe universali: così gli elettori votano dall'altra parte, ovvero lui medesimo. Tutto il resto è poesia, o noia (direbbe Califano).

Mo., 19.11.2018 - 18:03 Permalink
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Massimo Mollica Di., 20.11.2018 - 10:10

Antwort auf von luigi spagnolli

Sottoscrivo in pieno! Soprattutto se si parla di concetti ben poco definiti. E non lo dico io ma Gaber parecchi anni fa. Sono più propenso a pensare che via siano due macro gruppi (con tante sfaccettature): Chi pensa per se stesso e chi pensa per gli altri. resta il fatto che mancano delle linee guida. Dove vogliamo andare? Chi vogliamo diventare? Per me la politica è fatta di valori, sentimenti e idee. I primi sono stati accantonati, i sentimenti spopolano ma in modo effimero. Le idee latitano!

Di., 20.11.2018 - 10:10 Permalink
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Klaus Hartmann Di., 20.11.2018 - 14:45

Dass die Linke (nicht nur die Sozialdemokraten) seit den 1990ern in Krise ist ist hinlänglich bekannt.

Da war der Zusammenbruch des “real existierenden Sozialismus” im Osten Europas und die damit einhergehende weltweite Diskreditierung marxistischen und sozialistischen Denkens. Marxismus und mit ihm der Sozialismus wurde schleunigst entsorgt – er war nicht mehr gesellschaftstauglich.

Blair und Schröder haben sich dann von der Sozialdemokratie verabschiedet indem sie die Begriffe der “Neuen Mitte” und des “Dritten Weges” prägten. Das sog. Blair-Schröder Papier ist ein Plädoyer für den Neoliberalismus ( http://www.glasnost.de/pol/schroederblair.html ). Die Konsequenzen dieses Papiers und der darauf aufbauenden „Agenda 2010“ in Deutschland https://de.wikipedia.org/wiki/Agenda_2010 – waren: Deregulierung der Arbeitsmärkte, Flexibilisierung der Beschäftigungsverhältnisse und der Arbeitszeitordnung, Abschaffung des Kündigungsschutzes in kleinen Betrieben, Senkung des Spitzensteuersatzes, Privatisierungen von öffentlichen Unternehmen und Dienstleistungen, Deregulierung des Sozial - und Umweltschutzrechtes, Ausbau des Niedriglohn- und Leiharbeitssektors (inzwischen 20% der Beschäftigten in Deutschland), Milliardenkürzungen im Sozialbereich.
Andere Sozialdemokratische Parteien folgten: darunter auch der PD in Italien.
Mit den Worten „Dimostreremo che non è vero che l’Italia e l’Europa sono state distrutte dal liberismo ma che al contrario il liberismo è un concetto di sinistra, e che le idee degli Zingales, degli Ichino e dei Blair non possono essere dei tratti marginali dell’identità del nostro partito, ma ne devono essere il cuore“ brachte Renzi seine Vision auf den Punkt.

So wurden linke Ideale, Werte und Wähler betrogen.

“Dove vogliamo andare? Chi vogliamo diventare?” - das sind fürwahr die wesentlichsten Fragen die wir uns stellen sollten, wobei die Frage “Da dove veniamo?” mit berücksicht werden muss.

Um sich aus der politischen Schockphase zu befreien muss sich die politische Elite und die Zivilgesellschaft wieder das demokratisch legitimierte Recht auf Gestaltung unserer Welt zu eigen machen. Die Freiheit zur Gestaltung und der hierfür notwendige Handlungsspielraum muss zurückgewonnen und das Diktat der Märkte zurückgedrängt werden.
Wir brauchen keine, wie von Angela Merkel gefordert, „marktkonforme Demokratie“, sondern eine „Demokratie“ die den Menschen (weltweit) und das Überleben unseres Planeten in den Mittelpunkt stellt.
Prof. Dr. Walter Ötsch sagt zur gegenwärtigen politischen Situation, dass die „Eliten keine positiven Zukunftsentwürfe hervorbringen, die begeistern“ weil sie „gleichsam auf ihre eigene Propaganda hereingefallen sind, die besagt, dass Politik angesichts des globalen Marktes nicht mehr handlungsfähig sei“.
Und er ruft dazu auf: „Wenn selbst die Eliten in Wirtschaft und Politik - so scheint es - dazu nicht mehr in der Lage sind, sollte jeder und jede an dieser Aufgabe arbeiten, im Großen wie in Kleinen. Wir sollten uns gegenseitig als schöpferische bildschaffende Wesen anerkennen und einen neuen kraftvollen Zukunftsdiskurs beginnen.“
Sollte dies gelingen, dann würde die derzeitige populistische Rechte „sehr schnell alt aussehen“.

Di., 20.11.2018 - 14:45 Permalink
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Massimo Mollica Di., 20.11.2018 - 17:28

Antwort auf von Klaus Hartmann

Mi piace quello che dice anche se non lo condivido del tutto! Per me Blair (adesione della guerra a parte) aveva una visione chiara e per certi versi corrispondente a quella che si chiamerebbe sinistra. E lo dico paragonando lui alla Tacher! Lo stesso Schröder, tanto bistrattato, ha fatto quelle riforme che hanno permesso alla Germania di stare bene! Dove lo stare bene lo paragono allo status dei cittadini greci! Sul fatto che bisogna mettere al centro di tutto l'essere umano non c'è discussione. Ma come? Qual'è il modello economico proposto? Perché è facile, facilissimo citare Marx, parlare di sinistra e tante belle ideologie seduti comodamente a casa propria connessi a internet tramite un computer frabbricato in Cina. E' il modello alternativo che manca! Oppure, come penso io, è il sistema che va "aggiustato". Ma per farlo si parte da dentro il sistema stesso!

Di., 20.11.2018 - 17:28 Permalink
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Klaus Hartmann Mi., 21.11.2018 - 18:31

Antwort auf von Massimo Mollica

Anche se lei lo ritiene facile, mi sono messo seduto comodamente sul mio divano, mi sono connesso a internet con il mio computer fabbricato in Cina, e cerco di risponderle:
“Blair aveva una visione chiara e per certi versi corrispondente a quella che si chiamerebbe sinistra”
Dass Blair (aber auch Schröder) eine klare Vision hatten könnte man noch durchgehen lassen, dass diese aber „per certi versi“ als „corrispondente a quella che si chiamerebbe sinistra“ bezeichnet werden ist schon sehr weit hergeholt. Zur Vermeidung von Missverständnissen sollte man es mit den “concetti non ben definiti” nicht übertreiben. Wenn man unbedingt möchte könnte man den „Blairismus“ bestenfalls eine etwas humanisierte Form des Neoliberalismus ausgeben. Ansonsten war die Politik Blairs eine konsequente Weiterführung des von Thatcher in Großbritanien etablierten Neoliberalismus. (ich verweise nochmals auf das Blair-Schröder-Papier oder die von Blair und Schröder umgesetzten Maßnahmen)

„Lo stesso Schröder, tanto bistrattato, ha fatto quelle riforme che hanno permesso alla Germania di stare bene!“
Diese Aussage könnte man unter Umständen so stehen lassen, gäbe es da nicht auch ein Heer von Verlierern, Billiglohnempfängern, Abgehängten und sozial Ausgegrenzten in Deutschland.

„Oppure, come penso io, è il sistema che va "aggiustato". Ma per farlo si parte da dentro il sistema stesso!“
Wenn wir uns darauf verständigen können, dass das System von dem wir sprechen der Kapitalismus, Neoliberalismus und der Finanzmarkt-Kapitalismus sind, und dass dieses System in einer epochalen Krise steckt, müssen wir uns Fragen was die Ursachen für diese Krise sind.
Dass Reperaturmaßnahmen (aggiustamenti), ohne grundlegende Veränderungen, ausreichen einen Weg aus dieser Krise zu bewerkstelligen bezweifle ich.
Krisen sind der kapitalistischen Dynamik inhärent. Was wir zur Zeit erleben ist eine seit Jahrzehnten existierende Überinvestitionskrise deren Crash durch ein stetiges aufblähen der Spekulations- und Kreditblase (Finanzmarkt) und immer gewaltigeren Interventionen seitens der Staaten und seiner Bürger verzögert wird.
Dieses “fiktive Kapital” dient also einerseits der Spekulation und ermöglicht andererseits die Aufrechterhaltung des kapitalistischen Normalbetriebes. Der Crash wird aber nur verzögert.
Die Verschuldungspolitik der westlichen Staaten haben diese kapitalistische Konsumspirale über Jahrzehnte am Laufen gehalten. Der Preis: ein wesentlicher Anteil der Staatshaushalte muss zum Begleichen der anfallenden Zinsen aufgewendet werden, Ausverkauf von Staatseigentum (Privatisierungen), massive Kürzungen in den Bereichen Bildung, Kultur, Umwelt, Gesundheit und Soziales, Präkarisierung sämtlicher Lebensbereiche.
Nicht minder dramatisch ist die Entdemokratisierung der Politik und die mit ihr einhergehende Legitimationskrise der repräsentativen Demokratie.
Schlimmer noch als die westlichen Staaten hat es bisher die sog. Entwicklungsländer getroffen. Die "Strukturpolitik für Entwicklungsländer", die Deregulierung des Finanzmarktes und internationale Handelsregime (zu Gunsten des Stärkeren) haben in diesen Ländern etablierte ökonomische, soziale und ökologische Strukturen zunehmend destabilisiert. Die Folgen: Sozial- und Umweltdumping und ein gewaltiger Anstieg der Flüchtenden (2017- weltweit 25,4 Millionen Menschen).

“È il modello alternativo che manca!”
Die Krise die auf uns zukommt wird katastrophale Folgen für die gesamte Weltbevölkerung haben – ihr Sog ist gewaltig. Zu lange wurde Alternativlosigkeit gepredigt. Es ist höchste Zeit Alternativen zu entwickeln und bereits existierende Ansätze zu Alternativen ernst zu nehmen. Diese Alternativen werden eine neue Lebens- und Wirtschaftsweise aufzeigen müssen, die weit über Kapitalismus und dem sozialdemokratischen Modell einer “Wohlfahrtsgesellschaft” hinausgeht. Ein Wert der all diesen Alternativen gemein sein muss ist Solidarität.

Mi., 21.11.2018 - 18:31 Permalink