Politik | Tram

Vigilanza privata per il referendum

Il Comune deve fare da sè e i costi salgono di 10.000 euro. Caramaschi corregge il tiro: “Se vince il no, ma di poco, possiamo andare avanti lo stesso”.
Caramaschi, Walcher
Foto: salto

Un referendum consultivo proposto dai cittadini, a totale carico del Comune di Bolzano. La consultazione popolare sul tram - questa la controversa opera in discussione - è sostenuta dall’amministrazione locale che non può contare sui rimborsi dello Stato garantiti per le “normali” elezioni - dalle europee alle comunali - e neanche sull’apporto di polizia e carabinieri per la sorveglianza dei seggi. Fare da sè dunque: per questo la giunta ha approvato un ulteriore stanziamento per garantire la presenza dei vigilantes nelle 23 scuole cittadine dove si vota domenica 24 novembre, dalle 7 alle 22, per dire sì o no al progetto. Inoltre, il sindaco Renzo Caramaschi ridimensiona le conseguenze di un eventuale no, rispetto alla presa di posizione iniziale.

 

Il “costo” della partecipazione

 

“Il referendum è uno strumento democratico, in questo caso a totale carico del municipio” è la precisazione di Renzo Caramaschi, affiancato dal vice Luis Walcher. L’esecutivo di buon grado ha avallato l’aumento delle spese per la security privata. Sono 10.000 euro che serviranno a garantire la presenza fissa e mobile delle guardie giurate presso i seggi, al posto di polizia, carabinieri e guardia di finanza che normalmente fanno servizio nelle elezioni consuete. 

 

L’opera discussa: il video sul tram a Bolzano pubblicato da Sta, che promuove il progetto d’intesa con Provincia e Comune. Qui l’informativa inviata ai cittadini per un voto consapevole.

 

Abbiamo già fatto tutto per preparare il voto: allestito i tabelloni, i seggi, chiamato gli scrutatori e stampato le schede, oltre all’invio delle informative nelle case degli elettori”. Ognuno dei passaggi è anche una voce di costo, sembra dire il primo cittadino che assieme alla giunta fa buon gioco di fronte ad una consultazione che non ha proposto e sta in qualche modo subendo. Un verdetto che può avere effetti sia sulla maggioranza che sulle prossime comunali del 2020.

Vedremo quanti cittadini voteranno, naturalmente se ci sarà il quorum, e quindi un possibile no da quanti elettori sarà espresso. Nell’ipotesi valuteremo con la Provincia cosa fare, se andare avanti o meno (Renzo Caramaschi)

 

Un no ridimensionato

 

Se in un primo momento Caramaschi aveva parlato di uno stop certo all’opera nel caso della vittoria del no, questa volta si fa possibilista. Dipenderà, dice, dalla partecipazione di domenica. La speranza tacita è che un eventuale risultato negativo possa uscire depotenziato. “Vedremo quanti cittadini voteranno, naturalmente se ci sarà il quorum (al 25%, ndr), e quindi un possibile no da quanti elettori sarà espresso. Nell’ipotesi valuteremo con la Provincia cosa fare, se quindi andare avanti o meno”.

Lo scenario è quanto mai aperto. Per i bolzanini non resta che prepararsi al voto a cui possono partecipare i sedicenni. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 22 (qui tutte le informazioni e la scheda informativa inviata agli elettori). Lo scrutinio inizierà subito dopo la chiusura dei seggi, mentre l’esito sarà reso noto presumibilmente verso la mezzanotte. Ed ecco il quesito: “Volete voi che sia introdotto nel tessuto urbano della città di Bolzano il mezzo di trasporto pubblico costituito dal tram su rotaia da Ponte Adige a viale Stazione?”. Parola ai cittadini.

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Profil für Benutzer Heinrich Zanon
Heinrich Zanon Di., 19.11.2019 - 14:37

Sehr sehr komisch, dies alles.
In der ersten Zeit nach der Ansetzung der (als nicht bindend vorgesehenen) Volksbefragung zum Trambahnprojekt für Bozen hatte Bürgermeister Caramaschi fast etwas feierlich erklärt, die Gemeindeverwaltung würde - unter der Voraussetzung des Zustandekommens des Quorums und also einer Beteiligung von mindestens 25% der Stimmberechtigten - die Entscheidung der Bürger jedenfalls respektieren.
War das jetzt das Geschwätz von gestern? Zumindest ist seit den jüngsten Klarstellungen der Stadtväter gar nichts mehr klar. Will die Stadt möglicherweise doch bauen, auch wenn das Quorum erreicht wird und die Bürger mehrheitlich Nein zu einer Staßenbahn sagen, sofern die Nein-Stimmen die Ja-Stimmen nur geringfügig übersteigen? Oder gilt der Diskurs nur für den Fall, dass das Quorum nicht erreicht worden ist und nur wenig mehr Nein-Stimmen als Ja-Stimmen abgegeben worden sind?
Es wäre jetzt höchst an der Zeit, dass offen gespielt wird.
Wieviele Nein-Prozente müssen es werden, damit sie als ein Nein gewertet werden sollen?

Di., 19.11.2019 - 14:37 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Di., 19.11.2019 - 15:57

Also will Herr Bürgermeister einen wirklich grossen Haufen Geld ausgeben, um das Volk zu befragen, und gleichzeitig will er das Resultat dieser Befragung unter Umständen ignorieren.
Wer soll da noch durchblicken, und solche Politiker Ernst nehmen.
Ich weiss grad nicht, ob ich lachen oder weinen soll.

Di., 19.11.2019 - 15:57 Permalink