Politik | La Lettera

"A udienza solo chi sa il tedesco"

La dirigente Niederkofler, già protagonista del caso Stifter, ha inviato una missiva ai genitori della Grundschule Gries. Achammer: "Ha il mio pieno sostegno"
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Foto: Bild: Wikimedia

Dopo lo scoop del Corriere dell’Alto Adige della settimana scorsa la dirigente Liselotte Niederkofler, al centro di una polemica perché ha rifiutato l’iscrizione alla media Stifter di un ragazzo con background migratorio non sufficientemente preparato linguisticamente, ha ricevuto un "richiamo ufficiale verbale" da parte dell’intendenza. Ma a conferma che è in corso una vera e propria offensiva etnico-identitaria di stampo pre-elettorale, la stessa dirigente - ma in questo caso per il grado scolastico inferiore, la Grundschule Gries - ha mandato una lettera di convocazione alle udienze generali che ha fatto sgranare gli occhi a più di qualche genitore, anche di madrelingua tedesca.

Mercoledì 29 marzo 2023 – vi si legge - si svolgerà la seconda giornata di udienze generali per le classi quarte e quinte della scuola primaria, nel pomeriggio dalle ore 14:00 alle ore 17:00. In allegato trovate l'elenco degli insegnanti con gli orari e il luogo dell'incontro.  Per evitare lunghi tempi di attesa, vi chiediamo di avere solo brevi colloqui con i singoli insegnanti. Per colloqui più lunghi, gli insegnanti sono a disposizione negli orari di consultazione individuali”.  E fin qui tutto normale. “Vorrei sottolineare – è però la chiusa - che i colloqui con gli insegnanti si terranno in tedesco. Se lei non parla tedesco, può portare una persona di supporto. Altrimenti può chiedere un mediatore linguistico in segreteria”.            

L’obiettivo è senza dubbio quello di mettere in imbarazzo i genitori che non sono di madrelingua tedesca o mistilingui, e cioè i genitori italiani con scarse conoscenze linguistiche o gli stranieri. Ma, per fare un esempio, potrebbe non essere a proprio agio neppure il coniuge pugliese o ligure di una coppia mistilingue, che si trovasse ad essere l'unico dei due libero per le udienze. Dopo una missiva del genere è garantito che quel genitore, se non ha intenzione di sollevare polemiche come accadde qualche anno fa alle von Aufschnaiter, quel giorno se ne resterà a casa propria. Obiettivo centrato. Ma è giusto così? (ndr: a riguardo nell’infobox in fondo un breve commento personale).

L’assessore/Obmann Svp Philipp Achammer - il quale ha evidentemente deciso che il suo partito, per recuperare punti percentuali in vista delle elezioni di ottobre, deve puntare anche sulle questioni etnico-identitarie – non ha dubbi. “Io non so se è la prima volta che viene mandata una comunicazione come questa, ma devo dire che il suo contenuto e questo modo di lavorare li sostengo assolutamente. Ci deve essere chiarezza: siamo una scuola tedesca e la lingua di comunicazione, proprio perché siamo una scuola tedesca, è il tedesco. Perché lo dico in questo modo? Perché i genitori hanno una responsabilità e il dovere accompagnare il loro figlio nella lingua della scuola, aiutarli nei compiti se è necessario … . Questa sarà una delle mie proposte la prossima settimana, perché si devono muovere anche i genitori. Era già capitato in passato che un genitore chiedesse le comunicazioni in lingua italiana, ma noi abbiamo sempre detto che la nostra scuola è una scuola tedesca e le comunicazioni le fa in lingua tedesca. Questa è una posizione anche nell'interesse dei ragazzi che hanno il diritto di essere seguiti dalla famiglia. Per questo io non trovo niente di problematico nella comunicazione, anzi".

Sulla Tageszeitung di ieri (23 marzo) Achammer ha negato che si tratti di un tema tirato fuori ad hoc per le elezioni ed ha spiegato il suo "piano" in vista di una riunione con i dirigenti in programma lunedì. Tra le novità che ha preannunciato vi è "un colloquio con i genitori per scoprire se ha veramente senso per il bimbo l’iscrizione nella scuola tedesca. Se il bimbo non conosce bene il tedesco - ha detto l'assessore - lo mettiamo in una situazione degradante per lui stesso. In secondo luogo "l’obiettivo è creare le condizioni affinché I genitori siano in grado di aiutare i figli nello studio, con corsi di lingua". Come terzo punto del proprio "piano" Achammer indica la divisione delle classi a seconda del livello linguistico degli studenti.

 

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Josef Fulterer Fr., 24.03.2023 - 05:29

Die Eltern könnten zwar von den Kindern die deutsche / italienische Sprache erlernen.
Das gelingt aber nur sehr begrenzt, weil in der täglichen Begegnung auf die Sprache gewechselt wird, in der man sich schnell und sicher verständigen kann.

Fr., 24.03.2023 - 05:29 Permalink
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pérvasion Fr., 24.03.2023 - 06:28

In welcher Sprache finden die Gespräche in den italienischen Schulen statt? Da steht doch, dass ein:e Sprachmediator:in angefragt werden kann.

Fr., 24.03.2023 - 06:28 Permalink
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Cornelia Brugger Fr., 24.03.2023 - 06:36

Wo bleibt die Inklusion? Wo bleibt die pädagogische Grundhaltung?
Wo bleibt die Zusammenarbeit zwischen Eltern und Bildungseinrichtung, die in unseren Rahmenrichtlinien so einen wichtigen Stellenwert hat? Wo bleibt das Recht des Kindes, sich angenommen und wohl zu fühlen, in einer Struktur, die es auf das Leben mit seinen Werten vorbereiten soll, wenn es schon von klein auf Diskriminierung erfährt?
im Artikel 34 der italienischen Verfassung steht:
Die Schule steht jedermann offen.
Was läuft denn da schief?

Fr., 24.03.2023 - 06:36 Permalink
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Rosina Ruatti Fr., 24.03.2023 - 07:56

E che dire della discriminazione verso i bambini stranieri che inevitabilmente finiranno nelle classi ghetto ? Qui si fa campagna elettorale sulla pelle di famiglie e bambini senza prendere in considerazione le esigenze delle famiglie . Invece di investire di più nella scuola , preparare gli insegnanti per classi plurilingui, magari con meno alunni ed applicare nuovi metodi ed interventi pedagogici, si sceglie la strada meno costosa e più facile : quella della chiusura e della discriminazione.

Fr., 24.03.2023 - 07:56 Permalink
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rotaderga Fr., 24.03.2023 - 08:43

Antwort auf von Rosina Ruatti

Diese Argumentation vergisst die Bedürfnisse der einheimischen Gesellschaft welche auch aus Kindern und Familien besteht.
Die Schulen können nicht geradebiegen was die Politik schon seit Generationen vernachlässigt / verbockt hat und aktuell in einem Landesrat ohne Bildungsabschluss gipfelt.
Auch sozialer Altruismus darf seine Grenzen haben und darf mich nicht dauernd für die Kinder anderer Kulturgemeinschaften in die Pflichten nehmen. Es muss Grenzen geben.

Fr., 24.03.2023 - 08:43 Permalink
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Corinna Lorenzi Fr., 24.03.2023 - 14:52

Antwort auf von rotaderga

Zur "einheimischen" Gesellschaft gehören alle Kinder und Jugendlichen, die hier geboren wurden oder hier leben. Wir teilen dieselben Räume und leben in derselben Welt.
Wir gehören derselben Spezies an, unser Recht gilt für alle gleichermaßen. Das gilt auch für den Zugang zu Bildungseinrichtungen.
Es ist sehr schade, dass Menschen sich ausspielen lassen gegen andere und dass dazu Sprache verwendet wird. Sprache ist ja eigentlich ein Mittel der Kommunikation und der Verständigung.
Es gäbe dazu recht einfache Maßnahmen, die ein gutes Miteinander ermöglichen würden: Ressourcen.
In unserem ach so reichen Land sind Sanität und Bildung Schlusslichter bei den Investitionen (siehe die vielen Artikel auch hier auf salto.bz).
Es ist leichter und leider medienwirksamer, den "schwarzen Peter" einer Gruppe von Personen zuzuschieben, die als "störend" gebranntmarkt wird, als Geld locker zu machen für Schule und Lehrkräfte (adäquates Gehalt, mehr Stellen, mehrsprachige Ausbildung - verpflichtend in allen (!) anderen Fakultäten der UniBz außer bei den Bildungswissenschaften - Ausbildung zum Umgang mit Mehrsprachigkeit u Sprachförderung...).
Die Vorbilder gäbe es im deutschen (!) Sprachraum zuhauf, aber man will offensichtlich nicht hinschauen.
Lieber Konflikte hochschaukeln und auf Stimmenfang gehen als nachhaltige, sozial verträgliche Lösungen anzupeilen.
Wie schon andere an anderer Stelle schrieben: Schwieriges Land!

Fr., 24.03.2023 - 14:52 Permalink
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Dietmar Nußbaumer Fr., 24.03.2023 - 09:03

Frau Dir. Niederkofler hat sich keine mediale Treibjagd verdient, davon abgesehen, dass auch italienische Staatsschulen nicht immer alle Schüler aufnehmen. Das Thema ist zu heikel, um daraus politisches Kapital zu schlagen oder missionarisch irgendwelche Ideologien zu verbreiten. Fakt ist, dass das Schulsystem staatlicher Art nicht unbedingt zeitgemäß ist. Wenn sich die Gesellschaft ändert (durch den Wunsch nach echter Mehrsprachigkeit aber auch durch Migration), so kann Unterricht nur gelingen, wenn die Schule sich ändert, und zwar so, dass das nicht zu Lasten der Qualität der schulischen Ausbildung geht. Damit muss Schule ein Stück weit neu organisiert werden.

Fr., 24.03.2023 - 09:03 Permalink
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Martin Sitzmann Fr., 24.03.2023 - 10:02

Antwort auf von Dietmar Nußbaumer

Absolut richtig. Qualität kostet eben, da führt kein Weg daran vorbei.
Kleinere Klassen, attraktive Zusatzausbildungen für Sprachlehrkräfte, ökonomische Wertschätzung des Lehrberufes, damit gute Leute diesen Weg einschlagen und die Motivation nicht verschwindet. Der Trend geht leider in die andere Richtung, was will man sich da dann erwarten?
Für Tourismuswerbung und private Seilbahnprojekte sind zig Millionen im Landeshaushalt zu finden, für die Schule leider viel zu wenig.
Wenn eine sprachlich-kulturelle Minderheit Schule und Kultur nicht als höchste Priorität ansieht, dann gute Nacht.

Fr., 24.03.2023 - 10:02 Permalink
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Martin Sitzmann Fr., 24.03.2023 - 09:37

Ich schicke voraus, dass ich den Artikel nicht gelesen habe, da ich kein salto+ Abo besitze. Mir reicht allerdings der Titel Ihres Artikels, Herr Gobbato!
Dieser Titel ist irreführend und verleitet zu falschen Schlüssen und billiger Polemik. Von salto bin ich qualitätsvolleren Journalismus gewohnt.
Wo steht denn bitte in der Mitteilung der Schuldirektorin, dass nur zum Elternsprechtag kommen dürfe, wer des Deutschen mächtig sei?
Heute in der Früh hatten Sie als Titelbild ein Foto der Mitteilung, diese haben Sie jetzt mit einem Bild des Schulgebäudes ersetzt. Warum wohl?
Ich kann mir die falsche Überschrift nur so erklären:
1. Sie haben die Mitteilung nicht gelesen.
2. Sie haben die Mitteilung nicht verstanden.
3. Sie haben die Mittelung gelesen und verstanden, schreiben aber absichtlich eine komplett falsche Titelzeile, aus welchem Grund auch immer.
Alle drei Erklärungen sind kein Ruhmesblatt für Sie bzw. salto.
Ich kenne und schätze die Kollegin Niederkofler als aufgeschlossene, besonnene und korrekte Schulführungskraft, die sich diese mediale Hetze nicht verdient hat.
Bitte lesen Sie die absolut korrekte und ausgewogene Mitteilung an die Eltern noch einmal aufmerksam durch. Es sind sogar Hilfestellungen und Hinweise zur sprachlichen Inklusion enthalten, altrochè "A udienza solo chi sa il tedesco"...

Martin Sitzmann, Vorsitzender ASSA
(Verband der autonomen Schulen Südtirols)

Fr., 24.03.2023 - 09:37 Permalink
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Christoph Moar Fr., 24.03.2023 - 10:15

Antwort auf von Martin Sitzmann

"Dieser Titel ist irreführend und verleitet zu falschen Schlüssen und billiger Polemik. Von salto bin ich qualitätsvolleren Journalismus gewohnt."

Ich bin kein Journalist, Herr Sitzmann, weiß aber von ausreichend Lektüre und Lebenserfahrung, dass Titelschreiben eine eigene Disziplin/Textform ist. Sehr häufig sogar werden Titel nicht von dem Journalisten geschrieben, der den Text verfasst hat. Fragen Sie gerne bei einigen Qualitätsmedien nach, Sie werden feststellen, dass es mittlerweile sogar den Beruf des Titelschreibers gibt: In den letzten Jahrzehnten - mit Einzug von Social Media - hat sich diese Textform nämlich noch extrem zugespitzt.

Ich persönlich würde es nicht übers Herz bringen, einen Artikel eines x-beliebigen Mediums *nicht* zu lesen (wie es bei Ihnen, laut Ihrer Darstellung, der Fall ist) und mir allein aus der Überschrift eine Meinung zu Text, Inhalt, Redakteur zu bilden. Ein kleines Experiment: kaufen wir uns eine "Dolomiten", schneiden wir alle Artikel weg und lesen nur die Überschriften. Das wird ein lustiges Weltbild des heutigen Tages. ;)

Präzisierungen, zusätzliche Meinungen wie die Ihre, oder gar Richtigstellungen seitens der Community machen für mich das Medium Salto so interessant. Ich selbst kommentiere aber tatsächlich erst, nachdem ich einen Artikel - zumal er mit einem ausführlichen Meinungskommentar eines Chefredakteurs versehen ist - durchgelesen habe. Der Titel allein würde mir nicht reichen, um mir eine Meinung zu bilden.

Fr., 24.03.2023 - 10:15 Permalink
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Profil für Benutzer Martin Sitzmann
Martin Sitzmann Fr., 24.03.2023 - 11:53

Antwort auf von Christoph Moar

Ich gebe Ihnen bei einigen Überlegungen Recht.
Aber nur weil die Praxis des Titelschreibens heute nun mal leider so ist, wie sie ist, muss man das nicht gutheißen, oder?! Ein Titel soll die Leserschaft "einfangen", kann gerne - und muss wohl auch - verkürzen oder humorvoll überhöhen. Aber er sollte nicht das genaue Gegenteil von dem vermitteln, was eigentlich Fakt ist. Und da bleibe ich bei meiner Meinung: Was im Titel unterstellt wird, entspricht nicht den Tatsachen.
Zudem schließe ich von den Artikeln, wo ich mich inhaltlich zufällig auskenne und krasse Fehler entdecke, auf andere Artikel, wo mir die Expertise fehlt. Was wird da denn wohl alles geschrieben, was nicht den Tatsachen entspricht?

Fr., 24.03.2023 - 11:53 Permalink
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Rosina Ruatti Fr., 24.03.2023 - 09:38

La società si evolve e così deve fare il sistema educativo ! La chiusura ed i confini non favoriscono l’adattamento della scuola alla società , rallentano solo un percorso inevitabile.
Bisogna investire nella scuola , favorire nuove strade e proposte pedagogiche , sostenere gli insegnanti sia economicamente che nella formazione : la nuova società che si forma giorno per giorno lo chiede.
Il sistema educativo finlandese , quello che da i migliori risultati, valorizza al massimo gli insegnanti e si evolve continuamente !

Fr., 24.03.2023 - 09:38 Permalink
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Alberto Stenico Fr., 24.03.2023 - 11:37

...,ma se una famiglia di lingua tedesca iscrive i figli nella scuola italiana, si aspetta poi le udienze con gli insegnanti in lingua tedesca?

Fr., 24.03.2023 - 11:37 Permalink
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Corinna Lorenzi Fr., 24.03.2023 - 14:31

Antwort auf von Alberto Stenico

Si comunica in tutte le lingue possibili, a volte anche con mani e piedi, carta e matita, pur di capirsi. Quando genitori e insegnanti si incontrano, lo fanno per il bene delle:dei ragazze:i, creando relazioni e alleanze.
Se si potesse, molte:i insegnanti parlerebbero pure il clingoniano, pur di instaurare rapporti costruttivi con i genitori.

Fr., 24.03.2023 - 14:31 Permalink
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Paola Cason Sa., 25.03.2023 - 11:45

Antwort auf von Sepp.Bacher

Molti. Tutti quelli che hanno a cuore anzitutto la comunicazione fra gli adulti per il bene degli alunni: questo, ricordiamocelo, è lo scopo dei colloqui, e non l'affermazione di una identità etnico-linguistica. Tutti gli adulti (insegnanti e genitori) che hanno avuto la fortuna e la possibilità di imparare anche altre lingue oltre alla propria, e che desiderano comunicare, le usano in quelle occasioni, lo so per esperienza. Non tutti gli adulti però hanno avuto queste opportunità, dipende anche da dove provengono; così ad esempio moltissimi insegnanti che lavorano nelle scuole di lingua italiana in questa provincia, provengono da altre regioni del Paese, aree non bilingui.

Sa., 25.03.2023 - 11:45 Permalink
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Arcangelo De S… So., 26.03.2023 - 21:00

Antwort auf von Corinna Lorenzi

Aber sich mit Händen und Füßen auszutauschen, ist wohl nicht ein Idealzustand, um auf Deutsch (in der deutschen Schule) oder Italienisch (in der italienischen Schule) inhaltlich in den vorgesehenen Fächern einen gewissen Standard zu erreichen. Ich rede jetzt von den Schülerinnen und Schülern (jenen, die die Sprache beherrschen und jenen, die sie nicht beherrschen), weil beide Gruppen die Leidtragenden sind.

So., 26.03.2023 - 21:00 Permalink
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M A Fr., 24.03.2023 - 13:33

Ich finde in dem gelb gekennzeichneten Text nichts was die Bezeichnung "imbarazzo" verdienen würde.
In meinen Augen ist es einzig und alleine eine Information für Eltern, die der deutschen Sprache nicht mächtig sind.

Fr., 24.03.2023 - 13:33 Permalink
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Walter Zöggeler Fr., 24.03.2023 - 15:18

Habe meine beiden Kinder in italienischen Kindergarten geschickt. Und dort wurde, wie auch von mir erwartet und nie kritisiert, stets italienisch gesprochen. Alle Sitzungen, Mitteilungen, persönlichen Gespräche waren immer italienisch, und das war auch gut so. Und es tat auch mir und meiner Partnerin gut, wir konnten dadurch unser italienisch verbessern und ein wenig in die "italienische Welt" eintauchen. Denn auch wenn uns alle immer wieder eintrichtern wir wären alle gleich, stimmt das nicht jede Gruppe hat ihre Eigenheiten und Besonderheiten und es ist spannend diese kennenzulernen. Zu verlangen, das in der deutschen Schule italienisch gesprochen wird, das kann nur von Menschen kommen die gegenüber der deutschen Sprache keinen Respekt zeigen und immer nur verlangen und niemals selbst bereit sind zu liefern. Der Eingang des deutschen Kindergarten, war neben unseren Kindergarten und ich habe immer wieder erlebt wie italienische Eltern die ihre Kinder im deutschen Kindergarten abgeben haben mit den Lehrerinnen italienisch gesprochen haben, welches Bild bekommen die Kindern von den eigenen Eltern die von den Kindern verlangen deutsch zu lernen und selbst nicht einmal bereit sind mit den Lehrerinnen deutsch zu sprechen... Das Wichtigste ist es den Kindern beizubringen, dass jede Sprache zu respektieren ist und eine Bereicherung im Leben ist... den nur wenn man die Sprache beherrscht kann man mit den anderen reden... und miteinander reden schweißt uns als Gesellschaft auch zusammen.

Fr., 24.03.2023 - 15:18 Permalink
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Paolo Scavino Fr., 24.03.2023 - 17:49

Se io, italiano, voglio che mio figlio non si senta straniero, di sicuro lo mando in una scuola tedesca, così imparerà e parlerà tedesco (e spero non dialetto!) e si sentirà perfettamente integrato. A me non serve parlare tedesco perché magari lavoro in Trentino... e poi sono comunque in Italia..

Fr., 24.03.2023 - 17:49 Permalink
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Julia Pircher Fr., 24.03.2023 - 23:31

Ich glaube Herr Achammer, wie so viele andere, hat noch nie seine Nase in die Welt hinaus gestreckt und sich in einer anderen Sprache zurecht finden müssen. Nur so erklärt sich mir seine Haltung. Viele Südtiroler, sei es Italiener, sei es Deutsche, sind nach 12 Jahren Unterricht und Matura der zweiten Sprache noch nicht mächtig. Und neben Familie und Beruf soll man dieses Defizit mit Abendkursen ausgleichen, bzw. von null auf lernen, im Fall von Migranten oder zugezogenen Italienern aus anderen Provinzen? Auch muss man immer bedenken: nicht alle haben die gleiche Auffassungsgabe, wenn es ums Erlernen einer Fremdsprache geht. Und um eine andere Sprache zu erlernen und üben zu können, braucht es auch immer ein geduldiges Gegenüber das zuhört und erklärt… und auch mal warten kann, bis man das richtige Wort mit Google Translator gefunden hat. Solche Briefe, bzw. Aussagen von Achammer sind der Sache nicht dienlich und fördern nur die Spaltung der Gesellschaft. Um die sprachliche Apartheid zu überwinden braucht es andere Lösungsansätze…

Fr., 24.03.2023 - 23:31 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Sa., 25.03.2023 - 07:28

Ein Beispiel: ein bundesdeutsches Ehepaar entscheidet das Kind auf eine italienische Volksschule zu schicken. Beim ersten Elternsprechtag wird natürlich italienisch geredet, was diese Eltern leider weder sprechen noch verstehen. Natürlich wird von der Schule eine Vermittlungsperson gestellt.

Würde so ein Fall irgendjemanden interessieren?

Sa., 25.03.2023 - 07:28 Permalink
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Profil für Benutzer Elisabeth Garber
Elisabeth Garber Sa., 25.03.2023 - 08:25

Bitte schließen Sie nicht vom plumpen Einzelfall auf die allgemeinen Manieren der Lehrpersonen deutscher/dialektaler Muttersprache in Schulen....@L. Marcon
Dieses Ihr persönliches Erlebnis ist nicht die Regel, Sie bringen dieses Beispiel aber immer ...

Sa., 25.03.2023 - 08:25 Permalink
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Profil für Benutzer Josef Perkmann
Josef Perkmann Sa., 25.03.2023 - 08:44

Ich frage mich, wo bei dieser teils heftig geführten Debatte das Kindeswohl bleibt. Wer sein Kind in eine Schule schickt, deren Sprache es nicht spricht, muss wissen, dass er sein Kind kulturell in kaltes Wasser wirft. Wenn das Kind bei einem solchen Gewaltakt keine Hilfe bekommt, kann es ertrinken oder Schäden davontragen, die ein Leben lang anhalten.
Wir Südtiroler klagen heute noch lautstark, dass unsere Eltern oder Großeltern von den Faschisten in italienische Schulen eingeschrieben wurden, obwohl sie kein Italienisch sprachen. Die Folgen waren verheerend.
Heute erleiden Tausende Kinder dasselbe Schicksal mit dem Unterschied, dass es die Eltern sind, die aus objektiven oder opportunistischen Gründen ihre Kinder in Schulen einschreiben, deren Sprache sie nicht sprechen.
Warum wird in diesem Fall nur darüber diskutiert, ob die Eltern das dürfen, oder die Schulen die Einschreibung ablehnen können?
Warum redet man nicht darüber, wie die Eltern und die Schule diesen Kindern helfen können, den Gewaltakt halbwegs unbeschadet zu überstehen, damit sie in die Schulbildung mit gleichen Chancen eingebunden werden können und nicht von Anfang an als Versager emarginiert werden?

Sa., 25.03.2023 - 08:44 Permalink
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Profil für Benutzer Evelin Grenier
Evelin Grenier Sa., 25.03.2023 - 12:31

Ritengo che in Alto Adige debbano valere condizioni eque per tutti.

Quindi udienze in italiano nella scuola italiana e udienze in tedesco nella scuola tedesca.

Il genitore, in teoria, dovrebbe essere il primo a mostrare autentico interesse verso la lingua della scuola in cui iscrive il figlio. Google translate funziona perfettamente anche in modalità vocale, in caso di acuto bisogno.

Sa., 25.03.2023 - 12:31 Permalink
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Profil für Benutzer Josef Perkmann
Josef Perkmann Sa., 25.03.2023 - 19:47

Rispondo volentieri al Signor Luca Marcon: per "objektive Gründe" intendo nel caso specifico genitori che non parlano ne il tedesco, ne l'italiano, ma devono e vogliono mandare un loro figlio minore a scuola. Non hanno gran scelta. La scelta è già fatta da altri, che mettono a disposizione una scuola, dove si parla o il tedesco, o l'italiano e nelle valli ladine anche il ladino. Non si trova di sicuro una scuola cinese. Quindi i genitori cinesi non possono fare una scelta soggettiva, ma devono accettare l'oggettivitá della situazione con tutte le conseguenze per il loro figlio, che forse si troverebbe molto meglio in una scuola cinese. La mia domanda è: vogliamo punire i genitori cinesi e rifiutare l'iscrizione a scuola al loro figlio? O vogliamo aiutarli per superare una situazione non piacevole inanzitutto per il bambino? Io sono per la 2 via, anche perché solo nella nostra piccola provincia ci sono già migliaia di bambini, che si trovano in questa situazione.
Cosa intendo per "opportunistische Gründe"? Penso a quei fratelli italiani, che sono convinti, che il loro figli nelle scuole italiane non impareranno mai il tedesco. Io non ci credo. Ma molti ci credono. E' quindi smetto di insistere. Anche i miei fratelli e figli tirolesi mandano il loro figli negli asili italiani per motivi analoghi. Per me queste sono scelte individuali e di "opportunità" che non voglio recriminare, ma personalmente non ho mai fatto una scelta del genere.
Un padre italiano, che a casa sua non parla una parola di tedesco, ma manda il figlio in una scuola tedesca, deve sapere, che fa una scelta problematica, un scelta che puo' creare seri guai a suo figlio. Io manderei prima il padre in una scuola tedesca, per fargli capire, cosa vuol dire, non capire una parola, non saper rispondere a nessuna domanda, e essere guardato dagli altri, che dicono: poveretto, stupidone, chi ti ha mandato qui? perché non vai in una scuola italiana?... In questo caso il padre forse capirebbe e potrebbe dire a suo figlio: guarda saranno alcuni giorni, forse settimane, forse mesi brutti. Ti aiuteremo in tutti i modi, e per male che vada, puoi tornare sempre nella scuola italiana. Ma se resisti e ti fai valere, alla fine parlerai il tedesco come i tedeschi. Se ci tieni, proviamo. Proviamo? Si tratta, appunto, di una opportunità.
E quindi non capisco perchè un genitore a caccia di "opportunità" vere o immaginarie dovesse fare il difficile, quando deve andare alle "Sprechstunden" in tedesco. Gli opportunisti di solito si fanno capire in tutti i paesi e in tutte le lingue.

Sa., 25.03.2023 - 19:47 Permalink
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Profil für Benutzer Dietmar Nußbaumer
Dietmar Nußbaumer Sa., 25.03.2023 - 20:33

Wenn zu Hause nicht Deutsch gesprochen wird, sind italienische Kinder im Normalfall überfordert in einer deutschen Schule. Diese haben oft selbst nicht wirklich Lust, eine deutsche Schule zu besuchen. Es bräuchte also neue Schultypen für Eltern, die das wünschen und für Kinder mit Migrationshintergrund bräuchte es am Anfang Sprachenkurse, um ein Mindestmaß an Sprachkenntnis zu erwerben.

Sa., 25.03.2023 - 20:33 Permalink
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Profil für Benutzer Arcangelo De Santis Innocenti
Arcangelo De S… So., 26.03.2023 - 15:55

Alles, was Herr Gobbato und seine Unterstützer*innen schreiben, ist falsch.
Darüber hinaus: Wenn die italienische Schule nicht in der Lage ist, den eigenen Schülern ausreichend Deutsch zu vermitteln, dann müssen sie sich eigentlich v.a. selbst in Frage stellen.

So., 26.03.2023 - 15:55 Permalink
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Profil für Benutzer Faber Simplicius
Faber Simplicius Di., 28.03.2023 - 08:38

Credo si del tutto naturale che nell'attuale sistema scolastico alto-atesino, in una scuola di lingua tedesca alle udienze i professori parlino con i genitori in tedesco, incluso direi pure l'insegnate di seconda lingua/italiano. ma la vera domanda è un'altra: perché genitori di famiglie monolingui, che non parlano il tedesco, decidono di iscrivere i loro figli alle scuole tedesche, ben sapendo che non potranno supportare i figli durante il ciclo scolastico? Mi si dice per fare imparare il tedesco ai figli. Bene, se così è allora il problema non è causato dalla scuola tedesca, che giustamente vuole tutelare la qualità dell'insegnamento nella sua lingua principale, bensì nell'incapacità della scuola italiana di garantire, nonostante l'incredibile mole di ore dedicate all'insegnamento della seconda lingua, un buon apprendimento della lingua tedesca.

Di., 28.03.2023 - 08:38 Permalink
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Salto User
Manfred Gasser Di., 28.03.2023 - 09:23

Antwort auf von Faber Simplicius

Sie haben nichts verstanden.;-)
Es geht nicht darum dass die Italiener zu schlecht Deutsch sprechen, es geht darum, dass wir Südtiroler, andere nennen uns auch Aborigines oder Primitivlinge, anscheinend immer und überall Dialekt sprechen.
Und da dies die italienischen Mitbürger nicht verstehen können, und viele es anscheinend auch nicht lernen wollen, fühlen sie sich von der Südtiroler Gesellschaft diskriminiert. Also wird die nächste Generation auf die deutsche Schule geschickt, in der Hoffnung, dass sich was ändert, was aber nicht passieren wird, da Schule allein nie Sprache lehren kann.

Di., 28.03.2023 - 09:23 Permalink
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Profil für Benutzer Peter Gasser
Peter Gasser Di., 28.03.2023 - 10:35

Antwort auf von Manfred Gasser

Mir nährt sich in diesem offensichtlich politischem Kreuzzug hier auf Salto seit einigen Monaten mit periodischen sich untereinander selbst referenzierenden und zitierenden Artikeln und Kommentaren der leise Verdacht, dass die Mundart, Umgangssprache, der Dialekt nur Mittel zum Zweck eines anderen Zieles sind:
der eigentliche Angriffspunkt ist meiner Ansicht nach
die gleichberechtigte deutsche Sprache,
das die sprachliche und kulturelle Minderheit schützende Schulsystem;
das Ziel liegt wohl in einem gewünschten neuen staatlichen Nationalismus,
frei nach dem Motto:
nicht in Südtirol sind wir hier, sondern in Italien.
Basta.

Di., 28.03.2023 - 10:35 Permalink