Politica | Comunali 2020

“Il parco della vergogna”

La breve trasferta bolzanina di Giorgia Meloni al giardino della stazione. Dai servizi sociali “solo per chi li merita” all’utilizzo dei taser: ecco come è andata.
Meloni a Bolzano
Foto: Othmar Seehauser

Sono le 14 in punto ed è un parco che non ti aspetti: sul lato di via Laurino i 59 candidati della lista di Fratelli d’Italia - la più numerosa di queste elezioni comunali - attendono trepidante l’arrivo della propria leader.

Il cambio della location è arrivato all’ultimo minuto. Pochi giorni prima era stato annunciato un incontro con la popolazione in piazza Municipio ma, probabilmente a causa dell’impossibilità di poter rispettare le norme anti-covid, è stato optato un cambio, del quale però solo la stampa è stata avvisata. Il luogo scelto è emblematico perchè si trova accanto a quello che il partito definisce “il parco della vergogna”, nientemeno che il simbolo di una Bolzano da riscattare.

 

Una Bolzano “da riscattare”

 

Mentre aspettiamo, compare il volto di Massimo Trigolo, consigliere circoscrizionale di CasaPound, lista ufficialmente “nemica” della coalizione di Zanin a causa della sudditanza - come la definiscono - nei confronti della Svp. Ma la realtà dimostra tutt’altro che un atteggiamento ostile con alcuni dei presenti (tanto da farci scappare qualche selfie). Dopo un’amichevole chiacchierata, con annessa pacca sulla spalla con le forze dell’ordine presenti, il consigliere si allontana ancora prima dell’arrivo della Meloni, accolta dai militanti (dopo essere stati ripresi sull’utilizzo corretto della mascherina e sul distanziamento) in festa con sventolii di bandiere e posizionati in fila dietro uno striscione “antidegrado” firmato Fdi.

Ed è proprio inerente la questione securitaria che la leader di Fdi apre le dichiarazioni alla stampa, lamentando che la città di Bolzano, da sempre un simbolo di qualità, stia sprofondando nel baratro, in balia di un’amministrazione debole e incapace che giustifica il proprio immobilismo facendosi scudo delle normative nazionali. Ma Giorgia Meloni non ci sta perché i sindaci possono e devono fare qualcosa. Quest’inversione di rotta, sostiene, la può fare solo un sindaco di centrodestra ed è talmente sicura che Zanin possa essere la persona più adatta al gravoso compito che ne sbaglia il nome. Ma quali sarebbero le azioni ideali che il neo battezzato Zonnin, spalleggiato da un altrettanto forte governo nazionale, dovrebbe mettere in campo per rendere “Bolzano capoluogo”? Alcune delle gemme che andrebbero a impreziosire il famoso pugno di ferro comprendono un daspo urbano “serio e non diluito”, l’utilizzo dei taser e l’accesso ai servizi sociali su base “meritocratica” (e dalla dubbia legittimità costituzionale) punendo, anche in questo frangente, chi incorre in qualche problema con la legge.

 

Anche Kompatscher sul parco della stazione

 

Nel frattempo, il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha reso noto di aver incontrato la ministra dell’interno Luciana Lamorgese per chiedere misure straordinarie proprio per il parco della stazione, lamentando “una situazione inaccettabile”. L’incontro verteva sulla garanzia della sicurezza pubblica, sull’evitare situazioni di degrado degli spazi pubblici e sulle diverse ipotesi di intervento delle forze dell'ordine. Le richieste sono chiare: espulsione immediata di tutti gli immigrati che commettono dei reati e lotta alla criminalità organizzata legata al commercio di stupefacenti. A livello locale, assicura Kompatscher, le amministrazioni provinciali e comunali adotteranno misure finalizzate ad assicurare un alloggio ai cittadini stranieri in regola con i documenti.

Durante la visita di Meloni non sono mancati i momenti goliardici, come il duo comico Franz e Bepi che ha voluto consegnarle il “canederlo d’oro”, una sorte di chiave della città, e auspicando di vederla un giorno presidente del consiglio.

 

 

Medici, Azzolina, poi gli spot elettorali

 

Dopo qualche selfie con i fan, la leader di centrodestra si presta ad ulteriori dichiarazioni sia contro la ministra dell’istruzione Azzolina che contro l’emendamento targato Svp per consentire l’assunzione dei medici che parlano solo tedesco. Si schiera invece a favore del referendum sul taglio dei parlamentari.

L'abbraccio ideale alla città sta per concludersi. Bolzano era solo la prima della tappa del tour elettorale di ieri: mancano all’appello ancora Trento e Verona.

Prima di dirigersi sui binari la deputata riesce a trovare il tempo per le riprese degli spot elettorali assieme ai candidati sindaco locali. Pochi secondi ciascuno e con l’indispensabile Urzì, in veste di suggeritore, che riferisce alla numero uno del partito le generalità dell’aspirante sindaco che le sta accanto: “Questa è Ilenia Nero, si candiderà a Merano” pronuncia il consigliere provinciale. Afferrate le direttive, ciak si gira: una convincente Meloni sostiene e difende l’elezione del candidato invitando la cittadinanza virtuale al voto. Per una città che deve cambiare è dunque necessario un sindaco di Fratelli d’Italia, chiunque sia: garantisce Giorgia.