Politica | Rom-Bozen

Rom geht gegen “Südtiroler Weg” vor

Regionenminister Boccia kündigt die Anfechtung des Landesgesetzes zu Phase 2 an: Ein Teil stehe im Widerspruch zu den staatlichen Bestimmungen zur Arbeitssicherheit.
Boccia in Bozen
Foto: LPA/Peter Daldoss

Bei seinem Besuch am Montag in Bozen übte sich Regionenminister Francesco Boccia noch in Zurückhaltung. Ob die Regierung in Rom das Landesgesetz zum “Südtiroler Weg” zur Phase 2 anfechte, werde man erst entscheiden, sobald der genehmigte Gesetzestext vorliege. Nun ist er da – verabschiedet vom Landtag in einer Nachtsitzung am Freitag kurz vor 1 Uhr. Um 11.45 Uhr – das Gesetz ist noch nicht in Kraft getreten – kommt die Mitteilung aus dem Regionenministerium. “Fase 2: Boccia, Bolzano: Impugnativa inevitabile su sicurezza su lavoro. Il resto della legge è ok”, so die Depesche aus Rom.

Die Regierung wird das Landesgesetz also beim Verfassungsgericht anfechten. Bzw. jenen Teil, der laut Boccia im Widerspruch zu den staatlichen Leitlinien zur Arbeitssicherheit steht – denn die sind derzeit erst in Ausarbeitung und sollen erst bis 18. Mai vom CTS (das Comitato Tecnico Scientifico des italienischen Zivilschutzes) und dem staatlichen Institut für die Arbeitsunfallversicherung INAIL vorgelegt werden.

“Wiedereröffnungen ohne diese Vorgaben sind unbedacht”, so Boccia. Er habe bereits den Auftrag erteilt, die notwendigen Schritte für die Anfechtung einzuleiten und den Ministerrat zu informieren, so der Regionenminister.

Die Aussendung im Wortlaut:

“Prendo atto che la Provincia Autonoma di Bolzano ha inserito nella sua legge che si adeguerà alle linee guida nazionali ed è un segnale di grande responsabilità. Tuttavia, poichè ha deciso di aprire ugualmente alcune attività commerciali pur in assenza delle linee guida sul lavoro che sono in corso di elaborazione in questi giorni dal comitato tecnico scientifico su proposta dell’Inail e alle quali tutti i presidenti di Regione, anche nella conferenza Stato Regioni di ieri, hanno dichiarato di attenersi, il governo non può fare altro che impugnare il provvedimento, limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro. I proprietari degli esercizi commerciali, i lavoratori e tutti i clienti hanno il diritto di vedere garantita la loro incolumità sulla base di prescrizioni scientificamente validate a livello nazionale dal Ministero della Salute. Pochi giorni di attesa non possono giustificare un rischio sulla salute pubblica, tutti vogliamo ripartire, ma in sicurezza; le riaperture senza le indicazioni cts-inail risultano improvvide. In uno Stato di diritto saranno i giudici a valutare il provvedimento. L'impugnazione solo nelle parti in aperto contrasto è suffragata dai pareri scientifici che hanno determinato il monitoraggio in tutto il Paese. È evidente che il governo approva l'idea del riavvio graduale delle attività economiche, ma ritiene che l'autonomia, sempre rigorosamente rispettata, debba esercitarsi sempre nell'ambito del rispetto dei valori universali garantiti dalla Costituzione, primo fra tutti quello alla salute. Resta confermato l'orientamento a procedere dal 18 maggio ad aperture differenziate per Regioni sulla base delle valutazioni che perverranno dal ministero della Salute. Ricordo, tra l'altro, che in Italia vige lo stato di emergenza nazionale proclamato dal governo. Ho appena dato incarico agli uffici di procedere con la trasmissione degli atti al Cdm.”

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Hans Unterholzner Ven, 05/08/2020 - 13:04

das Urteil des Verfassungsgerichtshofs wird wohl anachronistisch sein nachdem bis zum 18. Mai wohl keine Entscheidung zu erwarten ist, vermutlich ganz im Sinne des Regionenministers und des L.H. Politik pur, oder......

Ven, 05/08/2020 - 13:04 Collegamento permanente