Ambiente | Trasporto pubblico

Bus tutti "green"? Non c'è fretta

Tutto idrogeno, tutto elettrico a batteria? Nelle due recenti delibere della Giunta Provinciale sul tpl di Sasa si legge qualcosa di diverso da quanto spesso annunciato.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Futuro "green" limitato e ancora carburanti fossili per la flotta di Sasa
Foto: ASP-Sasa-Armin Huber/elab.
In due recenti delibere provinciali (n. 307 per il trasporto urbano e suburbano 2023-2029 e 308 per la “rete ecosostenibile” interurbana 2023/2031), incentrate sull’aggiornamento dei PEF (Piano Economico Finanziario)  e alla purtroppo galoppante inflazione, sono stati allegati i documenti di Sasa che, curiosamente, riportano la dicitura “riservato”.

Veniamo al trasporto urbano e suburbano. Riguardo al parco mezzi di Sasa si legge nella relazione a pag. 21:

Il percorso di rinnovamento della flotta avverrà tra il 2023 ed il 2029, come di seguito:
• Nel 2024, si prevede l’ingresso in flotta di 5 autobus alimentati a idrogeno con tecnologia Fuel Cell, che andranno a sostituire quelli alimentati a diesel.
• Nel 2025, si prevede l’ingresso di 52 autobus con costo pari a quello di bus ibridi, in sostituzione alla tecnologia diesel. Nello specifico, del totale di 52 autobus sono previsti: 24 bus da 18 metri, 10 bus da 12 metri e 12 bus da 8 metri. Si precisa, come riportato nella tavola, che nel corso del periodo di contratto, SASA e l’Ente, al presentarsi di opportunità, prediligeranno l’acquisto di mezzi a zero emissioni rispetto agli ibridi, sempre compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili da corrispettivo o altre fonti.
• Nel 2026, 2027, 2028 e 2029 non è previsto alcun investimento lasciando la situazione invariata come nell’anno 2025.

Si specifica successivamente che “L’azione ha dunque la finalità di creare i presupposti per la conversione di una parte significativa della flotta degli autobus urbani ed extraurbani a “zero emissioni, attraverso l’adattamento e l’implementazione dell’infrastruttura di rifornimento di idrogeno nei depositi di Merano e di Bolzano, e la costruzione di un impianto di autoproduzione di idrogeno.”

Lo schema allegato nel documento di revisione del PEF appare fuorviante e dà un quadro tutt’altro che chiaro per chi non ha sufficienti informazioni per leggerlo, in primis la politica cittadina che notoriamente non ama essere contraddetta ma che di fiaschi seriali in tema di tpl e trazione ne ha collezionati nell'ultimo decennio e passa.

 

Futuro ad emissioni zero, ma solo se ci saranno ancora risorse esterne

In poche parole, quanto scritto nero su bianco è un po’ differente dalle altisonanti dichiarazioni che spesso si sono ripetute come un mantra nei tempi recenti. Anche la “parte significativa” appare invero piuttosto altisonante. La realtà, infatti, è che, in assenza di ulteriori, consistenti, contributi da parte della Provincia, dello Stato oppure dell’Unione Europea, sui cui parrebbe lecito dubitare dopo le ubriacature del PNR, PNRR e varie linee UE, il futuro in Sasa si chiamerà ancora “gasolio”. Sull'idrogeno, tanto decantato di recente, lo sviluppo della flotta in realtà si ferma quando arriveranno nel 2024 i bus oggetto delle recenti gare. Paradossalmente il "futuro green" pare muoversi di più in tale direzione nell'interurbano, ma su questo più sotto.

Infatti, dove si legge “ibrido” bisogna leggere “ibrido leggero-diesel”. Distinguere fra bus “diesel” e “ibridi” appare un po' un gioco di parole rammentando che i bus “ibridi” null’altro sono che bus a gasolio con un modulo di recupero di energia in frenata con una piccola batteria. L’ho spiegato ormai tante volte...  

Carburante… “ibrido”!

La controprova? Qui sì che si… tira il filo quasi fino a strapparlo. Nello schema a pagina 34 si capisce molto chiaramente dove si andrà. Evidentemente in Sasa sono “orgogliosi” di avere “0” nella casella del metano (/biometano) ma anche una persona distratta si potrebbe chiedere cos’è questo nuovo carburante “ibrido”. Semplice: leggasi gasolio. Il grafico conferma quindi che nel 2025 si acquisteranno "bus ibridi" in sostituzione di quelli vetusti a "gasolio", ma, come spiegato, questi nuovi saranno nuovamente a "gasolio".

Si fa un po’ fatica a tradurre quanto scritto sopra in termini di “decarbonizzazione” e di “zero emissioni”, termini che spesso sono usati come sinonimi ma spesso in modo inappropriato essendo due definizioni che esprimono concetti un po' diversi.

Transizione “green” (o quasi…) per il trasporto interurbano

Nell’altra delibera sulla si legge:

Per la transizione cd. “green” il nuovo piano economico finanziario prevede p.es. entro la fine dell’affidamento un incremento dei mezzi, in confronto al piano precedente, con un parco mezzi a zero emissioni di 167 veicoli su 206 mezzi.

Ma sarà così? Si legge:

Il parco totale extraurbano di SASA passerà dai 184 mezzi del 2023, ai 206 mezzi del 2031. In particolare, si prevede l’ingresso in flotta di:
• 10 autobus elettrici da 8 metri
• 2 autobus elettrici da 18 metri
• 15 autobus a idrogeno con tecnologia Fuel Cell da 18 metri.

Inoltre, nell’ottica di proseguire il percorso verso una mobilità sostenibile, si prevede la conversione di un totale di 140 autobus attualmente alimentati a diesel, i cui motori verranno converti con tecnologie ad alimentazione ad idrogeno.

 

Ciò significa che i “veri” bus a idrogeno, cioè a celle di combustibile (FCEV), saranno solo 15. Il resto saranno bus già circolanti che si vedranno impiantare (costo 150mila Euro cadauno, fondi statali) un nuovo motore (H2 ICE, cioè motore a combustione interna), con relative bombole di stoccaggio dell’idrogeno. Il che significa anche che questi autobus comunque non saranno più certamente "giovani" e quindi circoleranno mezzi retrofittati ma "anziani".

Si legge ancora:
L’azione ha dunque la finalità di creare i presupposti per la conversione di una parte significativa della flotta degli autobus urbani e extra urbani a “zero emissioni” per il 2030, attraverso l’adattamento e l’implementazione dell’infrastruttura di rifornimento di idrogeno nei depositi di Merano e di Bolzano, e la costruzione di un impianto di autoproduzione di idrogeno.

Infatti, l'idrogeno oggi arriva da fuori, prima era "blu" (ricavato dal metano), con la nuova fornitura, sempre da fuori provincia, dovrebbe essere "certificato verde", ossia da fonti rinnovabili. Da ciò si può dedurre che si fa presto a parlare di idrogeno, ma poi le applicazioni concrete non sono per nulla facili da realizzare.

Zero emissioni per il tpl interurbano di Sasa nel 2031? No

Dalla delibera sulla "rete ecosostenibile" per il periodo 2023-2031:

Si precisa infatti che le attuali risorse finanziarie previsionali necessarie per tali acquisiti non permetterebbero la migrazione integrale prevista per il 2030 dei mezzi ad una flotta a “zero emissioni”. Il progetto qui proposto, che si applica al contratto extra urbano, prevede la velocizzazione e l’estensione di tale percorso tramite i seguenti acquisiti: 12 autobus elettrici (3,8 mln di euro), 15 autobus a idrogeno “fuel cell” (15 mln di euro) e 140 autobus a idrogeno convertiti tramite retrofit a partire da attuali mezzi diesel già presenti in flotta (20,4 mln di euro).

I motori a combustione interna a idrogeno sono “ad emissioni zero”? Sulla definizione ci sono opinioni opposte. Chi dice di sì, chi dice invece di no perché la combustione dell’idrogeno produce ossidi di azoto (NOx) che presumibilmente richiederanno dei sistemi di riduzione catalitica (SCR) con urea (ossia il ben conosciuto AdBlue) simile a quello dei motori diesel, anche se pare ci sia la possibilità di un altro sistema che richiede l’utilizzo diretto di idrogeno.

 

Tutto ciò è compatibile con il nuovo "Piano Clima" che si sta elaborando?

Bella domanda perché… non si sa cosa sia previsto per il Piano Clima prossimo venturo e mai presentato a Bolzano, per la cronaca, e nessuno, ma davvero nessuno, vuole parlare di questo schiaffone rifilato l'anno scorso a chi vive a Bolzano e dintorni.

Una cosa però si sa e che ho spesso citato in passato. Il piano clima 2011 al punto 3.5.5.2, almeno in ambito urbano, aveva previsto che già per il 2025 in ambito urbano fossero a zero emissioni alimentati a idrogeno, elettrico (batteria) o metano (probabilmente ci si riferiva al biometano). Piano totalmente disatteso per i diversi eventi che si sono succeduti nel corso degli ulitmi anni, in particolare dal 2018 in poi con il rinnovo della flotta e su cui mi sono ampiamente soffermato in passato. Per l’interurbano invece non era previsto nulla di particolare, comprensibile anche perché nel 2011 non c’erano appigli tecnici per definire obiettivi per il 2025.

Insomma, si fa presto a parlare di transizione energetica, piano clima, decarbonizzazione, zero emissioni ma la lettura delle delibere citate in apertura, che per l'ambito urbano/suburbano va fino al 2029 e per l'interurbano fino al 2031, ciò avverrà solo parzialmente. I motivi sono ben chiari, cioè i costi: aumenti dovuti fra inflazione, aumento delle materie prime e carenza di componenti, oltre a fabbriche con ordinativi pieni. Il tutto fa sì che i tempi si siano dilatati e di molto. Con il paradosso che in ambito urbano/suburbano si va per il grosso della flotta sul "classico", seppur ibridizzato leggermente, mentre nell'interurbano i bus, almeno nelle previsioni, saranno più a trazione H2.

Per l'interurbano assegnato ad altri operatori invece già si sa fin dalla gara di appalto che le aspirazioni "green" sono state rimandate di almeno un decennio e si va avanti a solo a gasolio, che non mi risulta sia prodotto localmente.