Ambiente | Mobilità alternativa

La "sola" dei bus elettrici?

"Gran pavese" per il progetto dei bus elettrici di Sasa, ma i conti paiono non tornare. Un’operazione di pura facciata? E il resto della flotta?
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
solaris_urbino_electric.jpg
Foto: www.facebook.com/solarisbusandcoach

Tanto “taratatata” per il bus elettrico a Bolzano e a Merano, si diffondono dati sul costo dei bus (450mila Euro per quello da 12 metri), su costi chilometrici bassissimi (0,15 Euro/km, ma non si è spiegato come siano stati calcolati) e poi, a mezze parole, in uno solo dei tre articoli pubblicati si capisce (in modo non propriamente chiaro) che l’equipaggiamento delle batterie è a “costo variabile”. Dopo cinque anni la batteria potrebbe essere (andrebbe?) cambiata (260mila Euro secondo le informazioni raccolte da un consigliere comunale d’opposizione, salvo non scegliere quella high-tech da solo un milioncino di Euro, una follia), ma allora i costi/km non sono più plausibili.

Se questo costo di sostituzione andasse calcolato nei primi cinque anni, allora, ipotizzando 50.000 km/anno, il costo da aggiungere sarebbe di 1,04 Euro/km. Suddividendolo su 10 anni (500mila km), bisogna aggiungere 0,52 Euro/km, quindi il costo (pigliando per buono il costo ufficializzato durante la presentazione di 0,15 Euro/km) varierebbe fra 1,19 Euro/km e 0,67 Euro/km… sopra il costo di un bus a gasolio tradizionale (0,61 Euro/km) per tacere di uno a metano (0,53 Euro/km), costi (carburante + manutenzione) mica campati per aria ma sono ufficiali della stessa Provincia datati giugno 2016.

Sono calcoli errati? E poi non si calcola il costo di acquisto iniziale (per i 4 bus di Sasa “solo” 3 milioni di Euro...), dichiarato come oltre il doppio di uno tradizionale (gasolio o metano che sia). Ma il costo di ammortamento non esiste perché paga l’acquisto “mamma Provincia? Che, non bisogna scordarlo, è la vera regista di queste operazioni di “p.r.” per, di fatto, nascondere l'acquisto all’ingrosso di bus a gasolio (quello di Sad è in corso, per la cronaca...). Il presidente di Sasa non ha mancato di ricordare pubblicamente in passato ai media (ad esempio, alla presentazione del “bussetto elettrico” viennese) che Sasa non può fare nulla da sola, comprese le scelte dei bus e cosa sperimentare. L’abbiamo visto e capito da tempo visto che non “governa” nemmeno le pensiline delle fermate e sarebbe a terra in men che non si dica senza i fondi provinciali.

Ma poi verrà fatta una gara per l’acquisto di ‘sti bus elettrici? Di gare non se ne sono viste finora né sul sulla Guce, né su Bandi Alto Adige. Solaris, infatti, non è l’unico costruttore a produrre bus elettrici come dimostra questa presentazione.

E i progetti europei finanziati dall’UE come Zeeus? Qualcuno ha sonnecchiato? Forse si era permanentemente abbagliati dalla “stella polare” dell’idrogeno? Che ora rischia di ricevere un colpo fatale proprio dai bus a batteria...

Che si possa stare più con i piedi per terra, vedasi la presentazione ufficiale di sette bus a metano a Vicenza qualche giorno fa, bus odiatissimi invece dalla Provincia di Bolzano e da Sasa che trovano sempre nuove scusanti per le scelte pro-gasolio grattando il fondo del barile per continuare a trovarne. Perché la realtà parla di GASOLIO, non di elettrico, giusto per essere chiari.

Altro non serve aggiungere se non l’impressione che, di fronte ai goffi tentativi di “greenwashing” con un paio di manciate fra bus a idrogeno e quelli a batteria, la sensazione è proprio quella di una vera e propria... presa per i fondelli. Anche perché finora nessuno, ad esempio, ha parlato dei “nuovi-usati” bus da 18 metri di Solaris acquistati di recente… sempre Solaris…

Ma non se ne parla, media e politica si accontentano delle informazioni ufficiali che poi manco si trovano sul sito web dell’azienda bolzanina di tpl (... non c’è proprio nulla...). Ma sì, dai, “tutto va bene, madama la marchesa”.