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Solland, si riaccende la speranza

A Roma il tavolo di crisi con il ministro Fraccaro sulla fabbrica di Sinigo fallita due anni fa. Parrichini (CGIL): “Incontro positivo, la Provincia mantenga l'impianto”.
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Foto: web

Si è svolto ieri (14 novembre) a Roma presso il Ministero allo Sviluppo Economico (MiSE) il tavolo di crisi della società Solland Silicon che gestisce lo stabilimento di Merano, la cui produzione è ferma da un paio d'anni. Il tavolo era presieduto da Riccardo Fraccaro, Ministro per i rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, e dal vicecapo di Gabinetto Giorgio Sorial. All’incontro nella Capitale hanno preso parte anche il segretario generale della Provincia autonoma di Bolzano Eros Magnago, le rappresentanze sindacali nazionali e territoriali e la curatela fallimentare. Le parti hanno discusso della necessità di avere un’ulteriore finestra temporale per valutare le opportunità di rilancio del sito e salvaguardarne i livelli occupazionali: ruolo determinante sarà quello della Provincia nel concordare con le parti l'acquisizione di offerte all'interno d'un eventuale nuovo bando di gara

Il Mise ha infatti proposto alla Provincia di Bolzano di considerare la necessità di congelare temporaneamente le operazioni di svuotamento dell'impianto, che rischiano di precludere l'eventualità di un rilancio del sito e allontanare potenziali investitori interessati. Le parti sociali si sono impegnate, a fronte della sospensione, a non ritardare la data prevista per non determinare ulteriori costi. Il ministro Fraccaro, dal canto suo, auspica che le parti possano proseguire con responsabilità il confronto e impegnarsi in tempi brevi alla definizione di un percorso che rilanciare le attività produttive del sito meranese, che conserva un importante potenziale di sviluppo, nonostante la situazione in cui versa.

La soddisfazione dei sindacati

Il segretario della Filctem/CGIL Stefano Parrichini, presente al vertice romano, è soddisfatto: “Valuto positivamente l'incontro, il governo si è reso conto dell'importanza strategica dello stabilimento di Sinigo. Lo testimonia il fatto che ci abbia convocato dopo neppure una settimana dalla richiesta”. È stato il riconoscimento di un polo industriale tra i maggiori siti del paese – con l'Italia che rappresenta complessivamente il 19% della produzione globale di silicio – ma anche un messaggio ai potenziali acquirenti: “Rispetto alle aste andate deserte”, spiega Parrichini della CGIL, “c'era il problema rappresentato da un dispositivo sulle attività di bonifica, clausola ora modificata. Nel caso un nuovo investitore avesse chiuso lo stabilimento, si sarebbe dovuto sobbarcare la bonifica. Specificando il comma dell'autorizzazione ambientale della Provincia, è calato il rischio d'impresa”. “Proviamo a percorrere questa strada” prosegue il segretario Filctem “visto che la questione delle bonifiche può aver fuorviato alcuni potenziali acquirenti”.

Alla Provincia viene chiesto di rallentare lo svuotamento dell'impianto: “Si prenda un attimo di tempo, questa è la nostra proposta, di modo che si possa cercare di dare continuità lavorativa”. La speranza è di risolvere la situazione, “sarebbe un peccato perdere un'azienda internazionale, con un prodotto di qualità in un settore in sviluppo, si pensi alle auto elettriche”. A Merano ci sperano ancora, ora la palla passa a Bolzano.