Politica | Fase 2 graduale

“Treni e bus, la grande sfida”

Kompatscher: “Più mezzi per mantenere la distanza di sicurezza ed evitare il contagio”. Sanità, mancano le protezioni. “E negli alberghi con le mascherine o no?”
Kompatscher
Foto: ASP/Fabio Brucculeri

Come spostarsi in massa - e in sicurezza - su treni, autobus, funivie? Senza temere un contagio di ritorno una volta che tutti, o quasi, torneranno al lavoro dopo la fase acuta del coronavirus? A questo ha cominciato a rispondere il presidente Arno Kompatscher che assieme al collega Philipp Achammer ha trattato le diverse declinazioni della ripartenza, o Fase 2, a livello locale: dalle aziende (qui tutti gli aiuti del programma #SiRiparte) che possono far lavorare “fino a 5 operai per ciascun cantiere”, quindi anche 50 ogni giorno su 10 siti, fino all’incognita sull’apertura di alberghi e ristoranti. “Prima del quando bisogna parlare del come - ragiona il Landeshauptmann -. A Roma abbiamo chiesto: gli ospiti (degli hotel, ndr) dovranno portare le mascherine?”. Riguardo alla sanità il governatore ha ammesso “un problema” per la scarsità di tute protettive per gli operatori dopo il ritiro dei materiali forniti da Oberalp e privi della certificazione Inail

 

Trasporto pubblico anti-contagio

 

I mezzi pubblici sono uno dei punti cruciali per l’uscita dall’emergenza seguendo “la terza via”, come l’ha definita Kompatscher: una riapertura graduale lenta che sta “a metà tra il lockdown totale, con un’economia distrutta, e il liberi tutti che avrebbe come conseguenza la morte per tante persone”. Al momento, la provincia si trova con un numero basso di contagi - ieri 15 su 1.020 tamponi -, ma secondo la stima nazionale la riduzione sarà lenta e si arriverà a zero solo a fine maggio.

Sui mezzi pubblici saranno fondamentali le protezioni individuali. Metteremo in campo tutta la flotta di bus e treni per dare più spazio ai passeggeri (Arno Kompatscher)

La Provincia sta studiando il riavvio del trasporto collettivo in linea con la ripresa delle aziende e a settembre delle scuole. “Sarà una grande sfida organizzare il trasporto pubblico per le persone che torneranno al lavoro in sicurezza - dice il governatore -. Ci stiamo lavorando, con l’assessore alla mobilità Daniel Alfreider e in stretto contatto con i concessionari e il commissariato del governo”. Kompatscher precisa che si attendono le prescrizioni nazionali e che sul tavolo ci sono già alcune proposte dall’Alto Adige, su igiene, quantità di passeggeri e distanza di sicurezza a bordo. “Fondamentali saranno le protezioni individuali, ognuno infatti dovrà comportarsi con responsabilità, e i dispositivi per l’igiene delle mani. Dovremmo in ogni caso mettere in campo tutta la flotta di bus e treni per dare più spazio ai passeggeri”.

 

 

App Immuni: “Sì ma nella privacy”

 

Kompatscher parla anche della app Immuni che serve a tracciare su base volontaria i cittadini. L’Alto Adige vuole utilizzarla “nella tutela della privacy”. Ieri in serata se ne è discusso nella riunione a distanza con i ministri Speranza e Boccia. Mercoledì tocca alla riunione delle Regioni con il presidente Conte sulle proposte concrete, differenziate per territorio, circa la Fase 2 dal 4 maggio

 

Imprese e aiuti economici

 

Achammer fornisce alcuni chiarimenti sull’ordinanza provinciale di sabato scorso, che consente alle aziende di effettuare lavori, anche all’esterno, con la compresenza massima di 5 dipendenti. “Il personale amministrativo è escluso dal conteggio e il criterio vale per il singolo cantiere dell’azienda, dunque se un’impresa ha dieci cantieri con 5 dipendenti al massimo in ognuno può farlo”. Ok anche per fiorai e vendita al dettaglio di piante, “attività consentite a livello nazionale”. 

Riguardo agli aiuti, la giunta calcola che le domande per i contributi a fondo perduto per le microaziende si potranno chiedere online da oggi pomeriggio a domani mattina. Dovrebbero esserci “15-20.000 domande”, per contributi da 3 a 10.000 euro. E c’è l’accordo con i sindacati per la Naspi prolungata, così come consente l’emendamento di Steger (Svp) alla legge di conversione del decreto Cura Italia (che la Camera dovrebbe licenziare in settimana). I lavoratori stagionali del turismo domiciliati in Alto Adige che avrebbero dovuto riprendere l’attività in aprile riceveranno dai 700 ai 900 euro mensili per tre mesi.

 

 

Hotel e ristoranti sicuri, ma come?

 

La grande incognita per l’economia altoatesina è la ripresa del turismo e degli arrivi dall’estero. Alberghi e ristoranti quando potranno riaprire? “Prima di parlare del quando bisogna parlare del come. In una fase in cui dobbiamo vivere con il virus - dove ancora non ci sono medicine o vaccini per evitare una seconda ondata di infezioni, cioè nei prossimi mesi - si può gestire un bar, un ristorante, un albergo? Questa la domanda centrale - è il ragionamento di Kompatscher -. Abbiamo già inviato delle proposte in questo senso a Roma su distanze di sicurezza, misure di pulizie e materiali di protezione. Ad esempio: gli ospiti devono portare delle mascherine o no?”.

Abbiamo già inviato proposte a Roma su distanze di sicurezza, pulizie e protezioni. Ad esempio: gli ospiti devono portare delle mascherine o no?

Resta fondamentale “far arrivare degli ospiti da altri Paesi e da altre regioni italiane” e occorre, come ha già detto il presidente, rendere l’Alto Adige un “territorio di vacanza sicuro”.

 

Tute protettive, qualche problema

 

Kompatscher risponde ad alcuni quesiti in tema sanitario. Primo, la destinazione dell’ala nuova dell’ospedale San Maurizio di Bolzano come centro provinciale Covid-19, una scelta che ha destato polemiche. “La scelta è basata su criteri oggettivi, le linee guida nazionali indicano i centri Covid ed è meglio creare un centro di competenza unico. Nel capoluogo naturalmente ci saranno le altre funzioni sanitarie”. Ancora, i dispositivi di protezioni individuali finiti al centro dello scandalo raccontato passo per passo da salto.bz. L’impossibilità di utilizzare le tute protettive frutto dell’acquisto di Oberalp in Cina, che non hanno ricevuto il via libera dell’Inail, ha ridotto al lumicino le scorte. “Qualche problema c’è, non è questione di oggi o domani ma esiste, non tanto per le mascherine quanto per le tute. Anche con la protezione civile nazionale - conclude - stiamo cercando di risolverlo”.