Cronaca | Lotta al contagio

Test rapidi per bloccare i focolai

Scuole, case di riposo, pronto soccorso. L’Azienda sanitaria compra 300.000 tamponi antigenici per il Covid. Bertoli: “Veloci e affidabili, serviranno nelle urgenze”.
Coronavirus, Covid
Foto: Pixabay

Un’arma in più per le strutture sanitarie negli scenari attuali e prossimi del coronavirus. A partire da settembre, quando è prevista la riapertura della scuola, oppure nell’avanzare dell’autunno-inverno in cui l’influenza stagionale complicherà il lavoro di diagnosi per i medici. O ancora in tutti i casi in cui risulterà necessario agire tempestivamente per isolare un sospetto focolaio

I test antigenici (rapidi, in quanto danno un responso ritenuto affidabile nel giro di mezz’ora) sono stati recentemente equiparati come alternativa nell’immediato ai “classici” tamponi PCR-molecolari, che richiedono il trattamento in laboratorio e danno una risposta in un’ora o più. L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha deciso di ordinarne 300.000 unità attraverso un bando da 3,6 milioni di euro. Già impiegati in piccola quantità per i tamponi agli altoatesini di ritorno dalle vacanze nei Paesi a rischio, serviranno nelle prossime settimane e mesi “in tutte quelle situazioni - spiega Pierpaolo Bertoli, direttore sanitario reggente di Sabes - nelle quali ci sarà la necessità di testare velocemente un numero anche elevato di persone”. Dalle case di riposo alle scuole, nei triage ospedalieri e presso i medici di base.

 

“Sdoganati” dal ministero

 

L’avviso di indagine di mercato dell’Azienda riguarda la “fornitura urgente di test immunocromatografici rapidi per la rilevazione qualitativa di antigeni del virus SARS-CoV-2 su tampone nasofaringeo”, destinati al comprensorio sanitario di Bolzano. L’importo a base di gara per 300.000 test ammonta a 3,6 milioni di euro, per una fornitura della durata di sei mesi che potranno essere prorogati di altri sei mesi. Le offerte scadono giovedì 3 settembre alle 12.

Dalle case di riposo alle scuole, nei triage ospedalieri e presso i medici di base

I tamponi antigenici sono stati “sdoganati” a livello nazionale da una delle ultime ordinanze del ministero della salute. Il provvedimento del 12 agosto contiene l’obbligo, per i cittadini italiani tornati da Croazia, Grecia, Malta o Spagna (Paesi a rischio nelle settimane scorse per l’elevato numero di contagi), di “sottoporsi ad un test molecolare o antigenico”. È la prima volta che avviene riguardo a quest’ultima tipologia di analisi che, come precisa Bertoli, è disponibile sul mercato da qualche mese.

 

Molecolari, sierologici, antigenici: le differenze

 

Per non perdersi nella giungla dei tamponi e affini occorre precisare le differenze tra le diverse tipologie di analisi, con l’aiuto delle informazioni fornite da Sabes. I “classici” test PCR, molecolari, finora largamente utilizzati, si basano sulla valutazione di un tampone eseguito su naso e gola che permette la rilevazione diretta del virus Sars-CoV-2 nei laboratori di microbiologia. Il trattamento richiede diverse ore, a seconda della tipologia di macchinario e del suo ciclo (un’ora, due ore o più) che non può essere fatto per ogni singola provetta, ma per un numero consistente di provette. Il risultato finale mostra se la persona è stata infettata da Sars-CoV-2 o meno.

Gli esami sierologici si distinguono in due sottocategorie. Nell’esame sierologico il sangue prelevato viene analizzato in laboratorio al fine di ricercare anticorpi relativi al Sars-CoV-2. Viene definito anche il numero di anticorpi. Con un esame sierologico è possibile determinare se una persona è stata infettata o meno. Nella variante rapida del sierologico il sangue prelevato viene analizzato per individuare la presenza di anticorpi. C’è solo un risultato positivo (anticorpi presenti) o negativo (nessun anticorpo presente) e non è possibile determinare Il numero esatto di anticorpi.

Per fare un riferimento all’attualità, il sierologico rapido è lo strumento utilizzato anche per testare gli insegnanti delle scuole dell’Alto Adige (3.529 persone analizzate da lunedì 25 a martedì 26 agosto, di cui 107 positive, scrive l’Alto Adige), secondo il metodo espressamente indicato nel relativo progetto del ministero dell’istruzione.

La decisione di dotarci di questi test segue gli ultimi sviluppi legati al ministero della salute, che li ha equiparati ai PCR-molecolari (Pierpaolo Bertoli)

 

Tornando al test antigenico, oggetto dell’acquisto da parte dell’Azienda sanitaria, non si basa sulla ricerca di materiale genetico del virus, bensì di frammenti proteici (proteine) del virus. In questo modo è possibile determinare rapidamente se una persona sia infetta o meno. Di norma, il risultato è disponibile nel giro di mezz’ora, al massimo un’ora. 

 

 

Un’arma contro i focolai

 

“La decisione di dotarci di questi test - spiega Bertoli - segue gli ultimi sviluppi legati ai recenti provvedimenti del ministero della salute. Sebbene fossero presenti sul mercato da qualche mese, fino a prima dell’ordinanza non esisteva un’equiparazione con i tamponi molecolari”. L’Azienda aveva comunque già iniziato ad comprarli con acquisti sotto soglia e ad utilizzarli. Al momento vengono impiegati per gli esami sui turisti di ritorno e per tracciare eventuali sospetti positivi nei pronto soccorsi o nella catena dell’emergenza-112. Va precisato che l’antigenico non sostituisce il tampone molecolare, visto che serve comunque una conferma successiva tramite l’esame in laboratorio, ma rappresenta un’alternativa nell’immediato, “quando occorre testare velocemente” e con un buon grado di certezza, fa capire Bertoli. L’antigenico infatti è rapido e affidabile. In altre parole, non evidenzia falsi positivi, un caso positivo rilevato è (quasi) al 100% effettivamente tale. Perché, secondo gli addetti ai lavori, si tratta di un test diretto: rileva infatti la presenza in quel particolare momento del Sars-Cov-2 nell’organismo umano in quanto traccia gli antigeni che sono le proteine che compongono la parte esterna del virus.

Attualmente vengono impiegati per gli esami sugli altoatesini di ritorno dalle vacanze, nei pronto soccorsi e nell’emergenza-112

 

Scuola e medici di base

 

Rappresenta una risorsa utile per i prossimi scenari dell’epidemia. Si presta per intervenire tempestivamente all’interno degli ambienti chiusi, ad esempio le case di riposo, laddove per la presenza di un sospetto focolaio servisse tracciare velocemente i positivi, al fine di isolarli e bloccare il contagio. Ma l’idea, prosegue Bertoli, è anche distribuirli ai medici di base e ai pediatri in vista dell’autunno e dei malanni stagionali, al fine di dare un aiuto in più per le diagnosi. “Pensiamo alla difficoltà crescente con la diffusione delle sintomatologie respiratorie influenzali - ragiona il direttore sanitario -. Con il test antigenico i medici potrebbero tracciare in autonomia, senza bisogno del laboratorio, eventuali positivi”.

L’idea è distribuirli ai medici di base e ai pediatri in vista dell’autunno e dei malanni stagionali. La scuola? Potrebbero servire, nell’eventualità di dover testare velocemente molte persone

Ancora, la scuola: sarebbe una delle misure possibili di fronte ad un contagio in classe? “Potrebbe servire anche negli ambienti scolastici, nei casi in cui ci fosse la necessità di testare molte persone, velocemente. Il vantaggio di questa tipologia è infatti quella di guadagnare tempo. Oltre al fatto della sua affidabilità, i positivi evidenziati sono veramente positivi”, conclude Bertoli.