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Il centrosinistra sarà unito?

Verdi e PD potrebbero esprimere delle candidature comuni nei collegi uninominali del Sudtirolo. Il Team K sarà della partita? Molto dipenderà dai Democrats - e dalla SVP.
Kronbichler, Spagnolli, Faustini, Foppa, Palermo, Sola
Foto: Florian Kronbichler

La politica italiana è in fermento. Nei palazzi della Capitale è tutto un susseguirsi di incontri, direzioni di partito, conferenze stampa. Le elezioni anticipate del 25 settembre, indette dopo la caduta del governo di unità nazionale presieduto da Mario Draghi e il conseguente scioglimento delle Camere, ha scombussolato i piani estivi delle forze politiche, a Roma come nel resto del paese. Anche in Sudtirolo è iniziato il conto alla rovescia, e le segreterie dei principali partiti ragionano sul da farsi. Perché non proprio tutte le strade portano a Roma.

Innanzitutto, in ballo, c’è la nuova geografia dei collegi e la riduzione del numero dei parlamentari. La quale, lo ricordiamo, favorisce (e non poco) la SVP. Se per il Senato cambierà poco con il mantenimento dei tradizionali tre collegi uninominali (compreso quello almeno sulla carta “italiano” di Bolzano-Bassa Atesina), per l’elezione della Camera dei Deputati vi saranno due collegi uninominali per l’Alto Adige e due per il Trentino, e tre eletti in quota proporzionale su scala regionale, ovvero per tutto il Trentino-Alto Adige. Perciò, come già illustrato su salto.bz da Maurizio Ferrandi, saranno sette i seggi assegnati alla nostra regione. Con Bolzano e Merano, alla Camera, accomunate da un unico strano collegio.

 

Una coalizione “alla tedesca”

 

A queste condizioni sarà difficile per l’opposizione di lingua tedesca in Sudtirolo ripetere il “miracolo” che nel 2013 portò all’elezione a deputato di Florian Kronbichler coi Verdi e Sinistra Ecologia Libertà (SEL). Meno impossibile, invece, il profilarsi di candidature “unitarie” à la Francesco Palermo. La questione ancora da chiarire è chi unirà queste candidature: il PD alla SVP, l’alleanza che nel 2018 elesse Gianclaudio Bressa al Senato e Maria Elena Boschi alla Camera, oppure il PD con le sole forze progressiste, verdi e liberali?

 

 

In casa verde la risposta sembra già chiara, “non siamo stati colti impreparati”. A livello nazionale l’accordo tra “Europa Verde” e “Sinistra Italiana” (SI), celebrato durante il recente congresso “Nuove Energie”, porterà a una lista unitaria rosso-verde in coalizione con il PD. E i Verdi sudtirolesi saranno parte del progetto. A confermarlo è Brigitte Foppa, capogruppo in Consiglio provinciale: “Con i Verdi europei abbiamo seguito l’evolversi del progetto. Tre mesi fa abbiamo incontrato Europa Verde e la via con Sinistra italiana era già stata intrapresa. Un simbolo unico conterrà le due anime”. Per Foppa “essere l’ala eco-sociale di una coalizione di centrosinistra è la collocazione naturale dei Verdi: moderna, europeista, per i diritti civili. Dove se no?”. Nei prossimi giorni “dovremo incontrare PD e Sinistra per capire cosa fare nei collegi”. Nel proporzionale, essendo la forza verde più forte in Italia, “avremo una buona collocazione nel listino. Sull’uninominale è più complicato: quando il vestito è per un altro, tu non ci stai”. Detto questo, “l’alternativa si pone, poi vedremo in che forma, con che criterio e che personale”.

 

 

“L’unica strada sensata”

 

Più ingarbugliata la situazione nel Team K. Innanzitutto, il partito d'opposizione non ha un unico interlocutore nazionale. Sebbene alle europee abbia collaborato con Più Europa di Emma Bonino (ora alleata di Carlo Calenda), il Team ha avuto interlocuzioni pure con altri soggetti, come l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti o il partito europeista Volt. Senza ancoraggio italiano, resta l’opzione di presentarsi alle elezioni da partito di minoranza (ma la legge è scritta su misura della SVP) oppure da sé in ogni collegio uninominale della regione, anche in Trentino. “Vogliamo esserci, alle elezioni si partecipa”, sottolinea il consigliere provinciale Paul Köllensperger, “dobbiamo però fare i conti con una legge elettorale che per ogni partito locale altoatesino diverso dalla Volkspartei è un disastro; una norma tutta sudtirolese nata su input della SVP. Perciò trovo sensato, come dissi già 5 anni fa, che l’opposizione si parli e trovi dei candidati che possano godere di un ampio consenso, oltre i confini dei singoli partiti.”

 

 

Con chi si alleerà il Team? “È prematuro dirlo”, risponde Köllensperger, “ma già sei mesi fa iniziai a ipotizzare di mettersi insieme, senza immaginare che le cose precipitassero così velocemente. Ma è l’unica strada sensata, bisogna solo trovare dei candidati condivisibili. Stasera (ieri sera, ndr) prenderemo le prime decisioni nell’ottica di intraprendere delle trattative e partecipare al voto”. Trattative col PD? “Senza voler parlare di cose che il nostro partito deve ancora decidere, è evidente si tratti di un’ipotesi politicamente e numericamente con buone ragioni di esistere. C’è soprattutto un punto da chiarire: non so cosa stia aspettando il Partito Democratico, ma deve decidere che ruolo vuole giocare. Se vuole continuare in una posizione di attesa, nella speranza che la SVP apra loro le porte nella prossima Giunta, o se vogliono dimostrare di avere una vita propria, trovando una loro strada senza la SVP, che è un partito estremamente opportunistico.”

 

 

Liberali e democratici, insieme?

 

Köllensperger non esclude poi di aggregarsi alla lista Bonino & Calenda, sebbene entrambi ancora in forse riguardo a un’alleanza con PD, Verdi e SI. “Stare con Più Europa e Azione avrebbe senso - prosegue Paul Köllensperger - stando ai sondaggi dovrebbero anche superare la soglia di sbarramento, sebbene a livello locale l’apporto di voti sia abbastanza contenuto. Se si gioca per vincere, possono rientrare in un discorso più ampio. Bisogna anche capire il ruolo - non marginale - giocato dalle Civiche di Bolzano e Merano”. Se nascesse un polo liberale, chiosa la verde Brigitte Foppa, “sarebbe una buona cosa: con le ultime europee è già avvenuta una normalizzazione politica del Sudtirolo, i partiti sono rientrati nell’alveo europeo. Per questo serve un paesaggio politico più comprensibile e stabilizzante, come vediamo con il governo rosso-giallo-verde in Germania”.

 

 

Intanto tutti bussano alla porta del PD, in attesa di capire cosa farà il Nazareno (e Piazza Domenicani). Recentemente l’emissario da Roma, il commissario Carlo Bettio, aveva aperto a un’alleanza con la SVP all’interno del perimetro del (fu) “campo largo”, SVP che secondo varie indiscrezioni trapelate sulla stampa locale sembra intenzionata a restare blockfrei. Gli stessi Democratici dell’Alto Adige paiono voler mantenere le mani libere in vista delle elezioni provinciali del prossimo anno. L’opposizione avrà fatto i conti senza l’oste? Ognunə andrà avanti sulla propria strada, che non per forza porta a Roma? Nei prossimi, concitati giorni arriveranno le prime risposte agli interrogativi di quest’estate elettorale.