Società | Il caso

Solland, l’ora della verità

Kompatscher: “Il gruppo del Qatar non avrebbe pagato le spese per la sicurezza”. Parrichini (Cgil): “Falso”. Merano, Zanella (Pd) chiede consiglio comunale straordinario.
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Foto: Salto.bz

Dal Movimento 5 stelle all’Alto Adige nel cuore, passando per il Pd e La Civica di Merano, il coro è unanime: la Solland Silicon di Sinigo si deve salvare. Malgrado il dissenso del sindaco di Merano Paul Rösch e le rimostranze della Provincia.
Come noto il giudice fallimentare di Bolzano, Francesca Bortolotti, ha deciso di rigettare l’istanza di proroga del termine per il versamento del saldo per l’acquisto dello stabilimento, richiesta dagli imprenditori del Qatar. Era l’unica strada perseguibile considerata “l’indisponibilità della Provincia”, ha precisato il magistrato. Dunque l’aggiudicazione della fabbrica è decaduta e la cauzione di 500.100 euro è stata trattenuta a titolo di multa. 

Il presidente Arno Kompatscher sostiene che il gruppo del Qatar non abbia “mantenuto quanto promesso nell’offerta presentata al Tribunale fallimentare”. Inoltre nelle lettere mandate alla Provincia, l’aggiudicataria “nel motivare la richiesta di proroga avanzata al giudice - dice il governatore - non si è dichiarata disponibile ad assumersi i costi del mantenimento in sicurezza per il mese di proroga, bensì solo ad anticiparli. Questo significa che sarebbero continuate le spese a carico della Provincia, che da oltre due anni e mezzo le sostiene data la pericolosità dell’impianto. Quello dei qatarioti non è il primo caso di questo tipo. Prima di loro altri gruppi, da ultimo una società inglese, avevano formalizzato la propria offerta, salvo poi non versare l’importo”.

 

 

Dopo la sesta asta andata deserta è intervenuto, a fine 2018, il Ministero dello Sviluppo Economico con il ministro Riccardo Fraccaro, “insistendo per l’avvio di un’altra asta, anche su pressione dei sindacati - prosegue Kompatscher -. Il giudice fallimentare ha ritenuto di celebrare la settima asta e il risultato è quello che conosciamo. Nel frattempo sono saliti i costi sostenuti dalla Provincia per mantenere in sicurezza l’impianto, costringendo la MEMC a provvedervi”.

 

Non è finita finché non è finita

 

Un’altra versione è quella che arriva da Stefano Parrichini, sindacalista della Filctem/Cgil, il quale rivela che a metà maggio gli imprenditori arabi avevano assicurato tramite mail la loro disponibilità, a partire dal primo giugno, a farsi carico attraverso la nuova società Bst srl di tutti gli oneri economici relativi al mantenimento della sicurezza nello stabilimento a una condizione: che la Provincia concedesse con un’ordinanza la proroga fino alla fine del mese per il saldo dei 4,5 milioni di euro. “Ciò non è avvenuto ed ecco come siamo finiti in questo cul de sac - afferma Parrichini su salto.bz -. Gli imprenditori avevano promesso un investimento complessivo di 50 milioni di euro per rilanciare l’azienda sotto il profilo green, la base d’asta era scesa nel tempo da 30 a 5 milioni dunque il rischio d’impresa era basso, perché mai avrebbero dovuto tirarsi indietro all’ultimo? L’ostilità dimostrata sin dall’inizio dal Comune di Merano e dalla Provincia verso l’ipotesi di rilancio della produzione certo non è stato un bel biglietto da visita. Ma io sono convinto ci siano ancora dei margini di successo con la nuova gara che dovrà essere indetta. Il paziente è vivo finché non smette di respirare e la Solland non ha ancora smesso di farlo”. 

 

 

Non corrisponde a verità poi, secondo il sindacalista, il fatto che una società inglese in passato non abbia voluto far fronte all’impegno di acquistare la Solland. “Erano solamente stati chiesti chiarimenti sugli oneri della bonifica, se la Provincia si riferisce invece all'altro potenziale compratore, un gruppo brasiliano, in quel caso era stato mostrato un interesse ma senza il versamento di alcuna caparra”. 

Resta il fatto che finora la Provincia ha sborsato oltre 20 milioni di euro per la sicurezza dell’impianto e ora dovrà pagarne 700mila al mese per l’eventuale svuotamento che richiederà come minimo 3 mesi, stando al pronostico del sindacalista della Filctem/Cgil. Non sarebbe dunque stato più sensato concedere la proroga? E c'è di più. Non sono stati ancora presi contatti con i lavoratori (che per inciso sono in aspettativa dall'azienda in fallimento) che dovranno occuparsi della sicurezza, “e se non ci penseranno loro chi lo farà?”, si chiede Parrichini, “gli 80 dipendenti si sentono presi in giro e si domandano perché se l’intento della Provincia era di chiudere baracca sin dall’inizio sono stati spesi oltre 20 milioni”.

 

 

Mentre si cercano risposte a queste domande l’assessore meranese del Pd Diego Zanella, appoggiato dalla Civica per Merano e da Alleanza per Merano, ha fatto sapere che sarà convocato un consiglio comunale straordinario per fare luce sulla vicenda. Zanella, intervistato dalla Rai, ha detto di voler capire perché non si sia atteso un mese in più per incassare i soldi dovuti (che sarebbero andati a soddisfare i creditori dell’azienda fallita), e perché si sia voluto rinunciare a un “possibile investimento milionario che avrebbe rilanciato tutta Sinigo e tutta Merano”.

 
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△rtim post Gio, 05/30/2019 - 10:10

Ein Farce um ein ethnisches Thema?
Anscheinend doch. Leider. Wozu ansonsten eigentlich der Hinweis Röschs darauf? Wie sonst könnte man den Umgang der Politik mit diesem Millionengrab erklären? Wo gibt es das ansonsten in unserer Wirtschaft?
Ein Wahnsinn. Jetzt erst nochmal 20 Millionen...
Was uns das schon alles in der Vergangenheit gekostet hat, sollte auch mal in Erinnerung gerufen werden.
Das Land Südtirol hatte dafür ja schon bereits Unsummen für die Melioration der toxischen Altlasten an Steuergeldern ausgegeben. Die Folgekosten sind noch gar nicht absehbar. Denn die Geschichte um dieses Werk ist nicht nur geschichtlich und politisch bis heute durch seinen faschistischen und kolonialistischen Hintergrund toxisch.
Ja, es es ein richtiger und längst überfälliger Schritt. Genug muss irgendwann dann auch mal wirklich genug sein. Alles andere ist völlig unhaltbar und verantwortungslos.
Die Sicherheit der Menschen zuerst, nicht der Profit einiger weniger Spekulanten auf Kosten der Allgemeinheit der Steuerzahler hierzulande.
Die Verantwortung liegt nun in Rom!

Gio, 05/30/2019 - 10:10 Collegamento permanente
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Mensch Ärgerdi… Gio, 05/30/2019 - 10:27

Mai visto un sindacato così prostrato verso i "padroni", anche se solo futuri probabili. Ad ogni modo, se fino adesso si sono spesi 20 milioni per vendere un'azienda al 20% del prezzo della prima asta, la Provincia fa bene a chiudere il rubinetto. Meglio chiudere oggi, dove il mercato del lavoro cerca manodopera dappertutto e usare i fondi pubblici per aiutarli nell'apprendere mestieri per i quali c'è domanda.

Gio, 05/30/2019 - 10:27 Collegamento permanente
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19 amet Gio, 05/30/2019 - 11:30

Ma dove vivono questi politici meranesi ? Un imprenditore che non trova 4milioni sul suo conto bancario dovrebbe sborsarne altri 50 per sviluppare un azienda ? Ma ci credono veramente o fanno finta ? Si sono fatti abbindolare gia una volta dal famoso napoletano, anche lui squattrinato, ma pieno di promesse mai mantenute . Ha comperato l azienda con i soldi che gli avevano dato i proprietari precedenti, cosi questi si sono liberati dal dover pagare fior di milioni per bonificare il terreno di questa cattedrale di veleno. Lui possedeva solo le braghe e quindi ora paga pantalone. Altro che 20 milioni. E certi politici meranesi sempre li a rincorrere, applaudendo, il prossimo furbetto. Speriamo che Rösch e Kompatscher la facciano finita con questa commedia a danno dei contribuenti.

Gio, 05/30/2019 - 11:30 Collegamento permanente