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Lo scambio sfumato

La SIGNA ha chiesto alla Provincia una contropartita immobiliare da 54 milioni di euro in cambio di Ötzi sul Virgolo. L'obiettivo? Edificare oltre 400 alloggi. Ecco dove.
Area Schrott via della Vigna
Foto: Google Street View

È stata la settimana della bocciatura del PPP sul Virgolo della SIGNA di René Benko e Heinz Peter Hager, il partenariato pubblico-privato che prevedeva la realizzazione del Museo archeologico di Ötzi, di quello di Scienze naturali e del nuovo Auditorium sulla collina di Bolzano. “La proposta non risponde all’interesse pubblico attualmente perseguito dalla Provincia” scrive la Conferenza dei servizi nella sua relazione finale, in quanto l’intenzione dell’ente pubblico era di spostare solo il Museo archeologico, “rispettando i principi della nuova legge urbanistica, con un limitato utilizzo di suolo”, e intende garantire l’accesso al pubblico “senza dover utilizzare una funivia privata della quale non ha il controllo". Inoltre, secondo la Provincia, manca un “concetto museale”.

Un’operazione che avrebbe comportato inoltre un esborso non indifferente per le casse pubbliche provinciali. La Signa, a fronte di un investimento di circa 129 milioni di euro, ha richiesto alla Provincia un canone annuo di 5 milioni e mezzo di euro per 50 anni, cui si aggiungono i 25 milioni di euro per il trasferimento della piena proprietà alla Provincia al termine del contratto cinquantennale. Totale: 300 milioni di euro. Non solo: la SIGNA richiedeva una notevole contropartita immobiliare (“moneta urbanistica”) pari a quasi 54 milioni di euro. “Il contributo pubblico richiesto - si legge nella relazione - è rappresentato dalla cessione, in favore del Proponente, di beni immobili o di diritti reali nonché dal rilascio di diritti edificatori, mediante modifica della destinazione dei terreni di proprietà del Proponente (cessione di beni immobili quali terreni e fabbricati e diritti edificatori), così come previsto dall’Accordo Urbanistico al quale la proposta rimanda. I beni immobili e i diritti reali oggetto della possibile cessione sono già individuati dal Proponente”. L’elenco di terreni c’era già. Ma di quali si trattava?

 

Da Via Guncina a Via Resia

 

La richiesta di SIGNA avrebbe riguardato la possibilità di edificare circa 450 alloggi distribuiti su diverse aree della città: l’Auditorium di Via Dante, un vigneto in Via Guncina, l’area Schrott in via della Vigna (foto in alto) e un maso a sud-ovest di Via Resia. Che la SIGNA puntasse alla zona del bivio di Merano e del cuneo verde era risaputo: quasi un anno fa fallì, ad esempio, l’operazione FRUBONA da 12 milioni di euro. L’indice di edificabilità proposto nel PPP appena bocciato dalla Provincia sarebbe stato pari a 4,5 metri cubi per metro quadro. Una richiesta impegnativa, probabilmente giudicata eccessiva dall’amministrazione pubblica, e che nel capoluogo avrebbe sicuramente comportato dei malumori. Pasti pensare che l’indice, a Casanova e Prati di Gries, è di 3,5 metri cubi al metro quadro. Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi e il suo vice Luis Walcher non fanno altro che ripetere che “non è possibile cementificare tutta la città”. Oltretutto, secondo la Conferenza dei Servizi, la corresponsione del contributo pubblico nella forma richiesta, per alcuni specifici immobili, risulta allo stato improcedibile”. Nulla da fare, insomma, per lo scambio tra Virgolo e fazzoletti di terra resi edificabili. Sarà per un’altra volta?