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Roma non impugna

Passata la bufera, la legge provinciale sulla Fase 2 è “salva”. Il CDM ha deciso di non impugnarla. Kompatscher: “Importante conferma della nostra autonomia”.
Boccia, Kompatscher
Foto: ASP/Peter Daldoss

La fuga in avanti dell’Alto Adige, sulle riaperture delle attività dopo la fase emergenziale legata alla pandemia di coronavirus, non avrà conseguenze. Ieri, 25 giugno, il Consiglio dei Ministri ha infatti deciso di non impugnare la legge provinciale n. 4/2020 con la quale la Provincia, agli inizi di maggio, aveva dato avvio alla Fase 2, fissandone autonomamente tempi e modi. “Una buona notizia e un’importante conferma della nostra autonomia”, commenta il governatore Arno Kompatscher.

La legge sulle “Misure per il contenimento del virus Sars-CoV-2 nella fase della ripresa dell’attività”, lo ricordiamo, venne approvata dal consiglio provinciale nella notte fra il 7 e l’8 maggio scorso con 28 sì, 6 astensioni e un voto contrario, nonostante il pugno duro mostrato dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia il quale, in occasione di una conferenza stampa virtuale a Bolzano il 4 maggio, ribadì che il governo non avrebbe permesso alcuna differenziazione territoriale prima del 18 maggio.

Di fronte all’inflessibilità della Provincia Roma minacciò allora di impugnare (limitatamente alla sicurezza sul lavoro) la legge davanti alla Corte costituzionale. Anche in caso di impugnazione la legge “rimane in vigore e deve essere fatta osservare. Decadrebbe infatti solo dopo un pronunciamento negativo da parte della Corte Costituzionale”, aveva tenuto il punto Kompatscher. “Se all’annuncio dell’impugnazione seguiranno i fatti difenderemo la legge che sono convinto resisterà dinnanzi alla Consulta perché ha una base giuridica solida”. Rischio scampato. E molto rumore per nulla.