Politik | Europa 2019

“A Bolzano mancavo io”

Il fattore C - per Caramaschi: la Lega non ha sfondato e la rielezione è possibile. “Ma non sarò ostaggio dei partiti”. Sì al daspo urbano: “Via i facinorosi”.
Caramaschi, Renzo, Bolzano, sindaco
Foto: Comune Bz

“Il pentolone è quello”, esordisce il sindaco, con una colorita metafora per indicare il consenso della destra in Alto Adige, del quale ha fatto incetta la Lega di Salvini. Guardando ai dati, che indicano una sostanziale parità tra gli schieramenti nel voto di Bolzano alle europee, il primo cittadino di Bolzano sorride: “Mancavo io a fare la differenza, ma è solo una battuta. La Lega ha confermato, incrementato il successo delle provinciali mangiando qualcosa agli alleati, ma il bacino è del 40%, non del 60%”. Tradotto, si può vincere nel 2020. Caramaschi tuttavia condiziona la sua presenza alle richieste poste alle forze che lo sostengono. Intanto la giunta per dare una risposta sul tema del degrado, che il sindaco non vuole lasciare al Carroccio, ha approvato il provvedimento del daspo urbano.

 

Dalle europee alle comunali 2020

 

Di fronte ai dati delle europee, Caramaschi ribadisce di non essere un politico, ma un amministratore. A livello comunitario si contenta dell’argine posto ai sovranisti (“In Polonia - dice - sono poco più degli europeisti e io personalmente sono per l’Unione, per la collaborazione”), in chiave locale invece guarda i pesi in campo

Il pentolone è quello, la Lega ha confermato il successo delle provinciali mangiando qualcosa agli alleati, ma il bacino è del 40%, non del 60%. Mancavo io a fare la differenza, ma è solo una battuta

La Lega, secondo il verdetto di domenica, è il primo partito nel capoluogo, con il 30% e 14.755 voti. Con il consenso di Forza Italia, Fratelli d’Italia e (volendo) CasaPound si supera il 40%, con 19.349 voti. Dall’altra il Pd è secondo partito in città (8.336 voti, 17%), assieme a +Europa, dunque Team K, Verdi e Popolari per l’Italia, alias Noi per Bolzano di Bizzo, si arriva al 34%, grazie 16.515 preferenze. Rimane determinante l’appoggio Svp (quasi il 14%, 6.564 voti), ma va tenuto conto che nel 2016 al primo turno il futuro primo cittadino al ballottaggio aveva ottenuto 17.045 preferenze.

Me lo diranno gli alleati se vale la pena andare avanti assieme per finire il programma, altrimenti se ne troveranno un altro. Non sarò ostaggio dei partiti

La sfida della rielezione quindi sulla carta si può vincere e i voti mancanti sono quelli che Caramaschi intitola a se stesso, il suo valore aggiunto sul tavolo della coalizione. Sulla sua ricandidatura continua a fare melina con gli alleati: “Me lo diranno gli altri se vale la pena andare avanti assieme per finire il programma, altrimenti se ne troveranno un altro. Se ciascuno vuole mettere un cappellino di troppo, di sicuro non voglio essere ostaggio dei partiti”.

 

 

Ok al daspo urbano

 

Segue il capitolo daspo urbano, la modifica al regolamento di polizia urbana introdotta per consentire l’allontanamento e divieto di accesso in alcune vie, piazze e parchi alle persone ritenute responsabili di pregiudicare “la vivibilità ed al decoro della città”. Il documento è stato approvato dalla giunta dopo rinvii, discussioni politiche in maggioranza (i Verdi sono contrari) e alcuni ritocchi di concerto con la questura.

Il daspo non è nulla di drammatico, nulla contro l’umanità oppressa o le buone persone. Solo un tentativo di colpire ed isolare i facinorosi che si rendono artefici di atti e comportamenti non dignitosi

L’area delimitata di concerto con il questore include parco della Stazione, via Renon, via Garibaldi, via Alto Adige, via Perathoner, piazza Verdi, via e parco dei Cappuccini, piazza della Vittoria e parco del Monumento e passaggio Nazim Hikmet. “Nulla di drammatico, nulla contro l’umanità oppressa o le buone persone” precisa Caramaschi. “Si tratta solo del tentativo di colpire ed isolare i facinorosi che si rendono artefici di atti e comportamenti non dignitosi”. Sarà la questura a vigilare sul rispetto dell’ordinanza.