Ambiente | Trasporto pubblico

Bus “ibridi”, le carte parlano da sole

Dai documenti ora disponibili sono chiari alcuni retroscena. Da 1,5 a 3,8 milioni ca. di € spesi in più. La politica? Assente oppure bidonata.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Bus ibridi-gasolio di Sasa
Foto: Michele De Luca

Premessa: non potrò essere breve. Sul tema sono intervenuto svariate volte ma ora è chiaro come il rinnovo della flotta Sasa tutta a gasolio, seppur ibridizzato leggero (76 bus su 110), sia stata, almeno dai documenti acquisiti, l’esito di una “bidonata” ai decisori politici, sia provinciali che comunali che, comunque, da parte loro non si sono posti alcuna domanda, né si sono premurati di richiedere scenari alternativi. Non avendo dati sulle decisioni prese a livello politico, stante l’assenza di verbali e di quant’altro non pubblicati, lo si può ragionevolmente intuire.

Accesso civico generalizzato: gli atti

Alla fine è bastato un accesso civico generalizzato per avere una panoramica di quanto accaduto e probabilmente la politica comunale e provinciale hanno una pesante responsabilità di aver accettato senza discutere quanto proposto da Sasa. Perché ciò sia avvenuto sono solo gli enti interessati e i relativi organi a dover spiegare perché si sia accettato senza discussione quanto veniva proposto dai vertici di Sasa, veri responsabili di una scelta scellerata e che ha reso la Sasa la barzelletta del tpl italiano perché chi ha una flotta a metano solitamente completa la transizione verso una flotta tutta CNG, non il contrario come ha s’è fatto a Bolzano/Merano/Laives.

Il ruolo dell’ex capo ripartizione della mobilità provinciale

Nella domanda di contributo di Sasa del 4.9.2018, indirizzata all’attenzione dell’allora capo ripartizione Günther Burger e quindi responsabile amministrativo di questi acquisti (e pure per i maggiori costi?), si indica che la tecnologia ibrida sia un passo verso l’elettrificazione e via discorrendo. Passaggi poi letteralmente copiati nella delibera della G.P. e ciò dà da pensare perché è un banale e vuoto giro di parole.

Se poi l’allora capo ripartizione mi abbia preso in giro o non abbia capito cosa si stesse acquistando rispondendo ad una mia mail non so. Affermò, infatti, il 27 febbraio 2018: “... Comunque non è previsto l’acquisto di autobus a metano o gasolio. ...” Chiesi allora spiegazione sulla tipologia di trazione dei nuovi bus, ma non ricevetti più alcun riscontro. Della serie: “ragionateci sopra” (cit.)

Istruttoria della domanda di contributo Sasa: c’è stata?

L’Ufficio Trasporto Locale di Persone avrebbe dovuto porsi il problema, che con ogni probabilità non si è posto, di cosa siano i bus “mild hybrid” e i bus “full hybrid” nonché quelli elettrici che nulla hanno a che fare con bus dotati di motore convenzionale. Cosa che pare non si sia fatto, da quanto risulta dalla documentazione. Non solo, in occasione della conferenza stampa per la presentazione della carta dei servizi è emerso chiaramente il motivo della scelta di tali bus: solo perché sono considerati ed omologati “ibridi”, non rientrano fra i “bus a gasolio”. Quindi un chiaro escamotage, una foglia di fico, per comprare rali bus a gasolio.

Confronto emissioni: di parte e parziale

Non c’è alcun elemento di valutazione determinante per escludere una tipologia di trazione, se non una tabella di confronto emissioni fra bus diesel e metano Euro 6. Piccolo particolare: si riferisce a mezzi di un solo costruttore europeo (ma non produttore dei motori stessi) ma non è dato di sapere come siano stati rilevati i dati, né con quale ciclo di omologazione, consumo o quant’altro.Tra l'altro allora c'era un solo produttore che aveva introdotto i bus "ibridi leggeri" nella sua offerta, perché non si sono chiesti i dati a tale costruttore?

Come possa in ciò darsi imparzialmente un dato inequivocabile davvero non si capisce e sembra che l’Ufficio non abbia analizzato la questione stante il fatto che molti costruttori indicano chiari e netti vantaggi in termini di emissioni a favore della trazione CNG rispetto a quella a gasolio anche nella categoria Euro VI, cosa che viene anche evidenziata pubblicamente da parte di quelle aziende di tpl che hanno proseguito la trasformazione a metano dismettendo la flotta a gasolio, al contrario di quello che è stato fatto, aggiungo incredibilmente, a Bolzano e che precluderà l’utilizzo del biometano che garantirà oltretutto emissioni ridotte di CO2 di oltre l’80-90%.

"Maggiore manutenzione"... ma non si sa chi lo abbia affermato

"L'affermazione si basa su una sintesi delle dichiarazioni del costruttore". La risposta lascia perplessi. Quale sia non si sa. C’erano e ci sono oggi sul mercato almeno una decina di costruttori di autobus CNG (IIA-Menarinibus, Isuzu, Iveco/Heuliez, Man, Mercedes, Otokar, Scania, Solaris, Temsa, VanHool), quindi a chi si riferisce in particolare? Altra possibile leggerezza da parte di chi ha valutato la domanda. Sta di fatto che alla recente fiera Ibe di Rimini l’a.d. di Brescia Mobilità, durante una conferenza pubblica sul tema metano e tpl, ha affermato che ormai i costi di manutenzione dei bus CNG e di quelli diesel sono pressoché uguali.

Meno posti… sulla base dei dati della vecchia flotta di Sasa

Un altro aspetto evidenziato nella delibera della G.P. è che gli autobus CNG avrebbero una minore capacità di trasporto di una decina di persone. Dalla risposta fornita pare che si sono presi buoni dei dati di una flotta di bus a metano di Sasa che, nella migliore delle ipotesi, sono stati acquistati nell’ormai lontano 2007. Come può essere credibile un dato così vecchio rispetto a quello che oggi sono i bus CNG Euro VI che avrebbero dovuto essere posti a confronto con i corrispettivi bus a gasolio, a gasolio-ibridi e pure metano-ibridi? Perché l’Ufficio non ha acquisito altri dati in modo indipendente? E, in ogni caso, con una flotta di contava una settantina di mezzi pare che questo non abbia mia pregiudicato il servizio, no? Anche in questo caso la capacità degli attuali bus CNG oggi è quasi equivalente, altro dato a me noto e riferito pubblicamente alla Ibe di Rimini.

La giustificazione “pro ibrido”: senza alcun documento

Sulla domanda relativa alla documentazione tecnica o quant’altro relativo a questa affermazione: “Il rinnovo della flotta “ordinaria” con una tecnologia coerente con l’elettrificazione, come gli autobus ibridi, permette di incanalare sin da subito le risorse verso questo cambio di paradigma. Perché introducono il motore elettrico in modo graduale, e questo permette anche l’adeguata preparazione del personale (tecnico e di guida) e delle infrastrutture coinvolte (quali poiché non sono e-bus né "alla spina", né da ricarica rapida?) alla nuova tecnologia.“ Parebbe fuffa pura. Non è stato data risposta che pur sempre è… una risposta.

Il paradosso ibrido: con bus “standard” si sarebbe facilitato il passaggio ai bus a batteria.
Maggiori costi stimabili da 1,5 a 3,8 milioni di Euro

Il paradosso è davvero incredibile. Infatti, si sono acquistati a caro prezzo con un appalto molto ben “indirizzato” (come ho appreso alla Ibe di Rimini, come già accaduto altrove e su ciò ci sono state voci piuttosto critiche) sui mezzi ibridi che sono costati circa dai 20 ai 50mila Euro in più cadauno, a seconda della tipologia di bus alternativo preso in considerazione, quindi si puó calcolare, seppur in modo non preciso visto che gare d'appalto con più concorrenti sono soggette ad oscillazione di prezzi, che si siano spesi da 1,5 a 3,8 milioni di Euro circa in più. Mica bruscolini.

Questi mezzi finanziari avrebbero potuti essere impiegati, ad esempio, per comprare proprio bus elettrici a batteria (da tre a otto mezzi da 12 m circa) individuando una o più linee idonee dove impiegarli. Insomma, non solo si è persa un’occasione per metanizzare la flotta, ma si è pure preclusa una continuazione di una elettrificazione (vera) iniziata ma subito fermatasi qualche tempo fa e rinviando, di fatto, tutto al 2024/25 quando di dovranno sostituire i bus acquistati nel 2012/13 nella gestione dieselistica "paganiana".

Chi ha deciso, anzi approvato senza discutere? Perniciosa letargia della politica 

I “centri decisori” che hanno approvato a cascata l’acquisto, presumibilmente senza discutere (escludendo i consigli comunali ma anche lì la discussione fu molto limitata), sono parecchi:

  • il Consiglio di Sorveglianza di Sasa (dove siedono Sindaci dei Comuni proprietari e Provincia)
  • il Consiglio di Amministrazione di Sasa
  • varie commissioni consiliari comunali e giunte comunali
  • i consigli comunali (in primis quello di Bolzano che non bloccò la procedura di gara nel settembre 2018)
  • l’Ufficio Trasporto Persone della Provincia e la Ripartizione Mobilità della Provincia
  • la Giunta Provinciale

Siccome ad un privato cittadino non é concesso avere visione degli atti di un'azienda privata, seppur interamente pubblica, potrebbe essere qualche consigliere/a comunale o provinciale a chiederli. Lo si farà? Lo spero...

Piano clima a… corrente alterna

Infine, a costo di stufare, non posso che evidenziare come la decisione di acquisto avallata dalla Giunta Provinciale e relativi uffici, non abbiano per nulla considerato quanto previsto dal punto 3.5.5.2 del Piano Clima (approvato dalla G.P. il 20 giugno 2011 con delibera n. 940) che, per il 2025, prevedeva chiaramente un obiettivo di flotta senza bus diesel. (“Trasporto pubblico locale”: Entro il 2025 nelle zone urbane saranno utilizzati unicamente veicoli del TPL a zero emissioni (azionamento elettrico, a idrogeno, a metano) e anche nel trasporto extraurbano sarà rafforzato l’impiego di simili tecnologie, procedendo poi alla sostituzione totale della flotta di veicoli entro il 2050.) Inutile dire che l'obiettivo 2025 è ormai naufragato.

Infatti, il piano Clima non è minimamente citato nelle varie delibere di acquisto per esserlo invece a profusione quando si parla di idrogeno, guarda caso.

Cambiare in Sasa... sarebbe urgente ma non si farà nulla, come da oltre dieci anni a questa parte

Ultima considerazione: che in Sasa ci debba essere più di una persona che dovrebbe sgomberare la seggiola su cui è seduto/a è evidente come lo era già nell’ultimo decennio. Siccome la questione è sostanzialmente politica e molti ci rimetterebbero la faccia, ciò ovviamente e semplicemente non avverrà, figuriamoci adesso che Sasa si vedrà appioppata una parte del tpl interurbano e su cui il rinnovo e/o acquisto di nuovi bus ripropone sempre le stesse domande sulla tipologia di trazione. Non fosse altro per non dare neanche un briciolo di ragione all’estensore di queste righe e l’impressione che le stesse delibere di acquisto siano una sorta di indiretta risposta al sottoscritto. In ogni caso si sa, “die Besten” sono intoccabili.